lunedì 1 dicembre 2025

1 dicembre - da tarantocontro: Dall'Ilva dei Riva danni all'ambiente e all'immagine per Taranto: confermata la sentenza in appello. Risarcimento da 20 mln - Per il processo "Ambiene svenduto" lavoratori, cittadini invece devono aspettare ancora tanti anni?

 Questa causa era stata fatta dal Comune di Taranto e il processo di 1° grado si era concluso con una sentenza di condanna nel 2022, poi vi è stato l'appello che ha confermato ora la prima sentenza.

Le migliaia di parti civili del processo "Ambiente svenduto" - ora ridotte a centinaia - invece si sono trovate con un Appello che non solo non ha confermato la sentenza di 1° grado contro Riva e complici ma ha, con una decisione criminale e vergognosa del Giud. De Coco, azzerato integralmente il primo processo durato ben 7 anni, accogliendo la volontà degli avvocati di Riva e complici di spostare il processo a Potenza. E quindi ora, siamo tornati indietro, il processo "Ambiente svenduto" si sta rifacendo integralmente di nuovo e, bene che vada, solo in questo mese dovrebbe finire la fase delle udienze preliminare col rinvio a giudizio.

Un processo che si sta tenendo in un silenzio e partecipazione ridottissima, anche da parte degli avvocati delle parti civili - ad esclusione dello Slai cobas.  

Tutto questo vuole dire che le parti civili di operai, lavoratori, cittadini dovranno aspettare ancora tanti altri anni per avere risarcimenti e giustizia. 

MA QUESTA NON E' GIUSTIZIA! 

Lo Slai Cobas appena di conclude la fase in corso delle udienze preliminari a Potenza con i rinvii a giudizio, terrà assemblee sia a Potenza, che a Taranto delle parti civili.

 Info di francesco casula GDM

La Corte d’Appello conferma la condanna a Fabio Riva e Luigi Capogrosso per le emissioni tossiche tra il 1995 e il 2014: oltre ai danni agli immobili e alle scuole, 18 milioni riconosciuti per lo sfregio all’identità e alla reputazione della città
Lunedì 01 Dicembre 2025, 22:11

Dall'Ilva dei Riva danni all'ambiente e all'immagine per Taranto: confermata la sentenza in appello. Risarcimento da 20 ml.

Non solo danni all’ambiente, alla salute e agli immobili, ma anche una percezione di «insicurezza, disagio e timore per il futuro» che spinge i cittadini a non riporre più fiducia nella capacità del Comune di Taranto di «salvaguardare i più basilari diritti dei cittadini. Questo è il danno all’identità ed all’immagine del comune di Taranto, ed il clamore mediatico è una delle sue conseguenze, che nello stesso tempo ne illumina le dimensioni». È quanto scrivono i giudici civili della Corte d’appello che hanno confermato la condanna per Fabio Riva (erede di Emilio Riva, ex patron dell’acciaio ionico) e l’ex direttore dell’Ilva Luigi Capogrosso e disposto un maxi risarcimento per l’Ente di oltre 20 milioni di euro per le emissioni velenose dalla fabbrica ionica tra il 1995 e il 2014.
Un verdetto che accoglie le richieste formulate dall'avvocato Massimo Moretti che ha difeso Il Municipio ionico in questa causa risarcitoria nata dopo le condanne definitive in sede penale nella vecchia inchiesta sulle Cokerie e i danni prodotti dalle polveri dell’Ilva negli anni di gestione Riva fino al 2014.
Nelle 58 pagine depositate dal collegio - presieduto dalla giudice Anna Maria Marra e a latere Michele Campanale e Claudia Calabrese – sono state confermate le ragioni che nel 2022 portarono il giudice Raffaele Viglione a condannare i vertici della fabbrica, ma questa volta aumentando l’ammontare del risarcimento...


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