martedì 21 luglio 2015

21 luglio - Come è andata l'udienza del processo Ilva: Al processo Ilva, nell'udienza fiume di oggi, lo Slai cobas per il sindacato di classe con operai Ilva parte civile porta la voce di classe



Lo Slai cobas all'Ilva per dire basta all'alleanza azienda-sindacati e chiamare alla lotta 



COMUNICATO
La necessaria azione contro il decreto del governo e contro i commissari Ilva da parte della Magistratura chiama gli operai a prendere una posizione autonoma, non a difesa dell'azienda, commissari e governo, ma di lotta per la sicurezza, salute e lavoro, contro azienda, commissari e governo, come contro l'azione complice dei sindacati confederali.
E' chiaro che i lavoratori che sono comandati dall'azienda ad operare all'Afo2 non possono essere oggetto di alcuna azione della Magistratura.
Ma gli operai non possono fare gli "innocenti" senza opporsi collettivamente e lottare e loro rifiutarsi di continuare a lavorare a rischio della propria vita - rifiuto perfettamente legittimo, garantito dal TU 81/08.
Gli operai sono soli. Non c'è alcuna differenza tra la posizione dei sindacati confederali e quella del governo Renzi e della direzione aziendale, tutti uniti in un unico fronte e preoccupati solo dei problemi produttivi ed economici dell'Ilva, non dei lavoratori che lavorano a rischio e senza certezza del loro futuro.
Senza la loro lotta autonoma effettivamente gli operai finiranno con l'essere "cornuti e mazziati".


Questo governo, questo Stato, questo parlamento, compresi i parlamentari jonici, intendono per “rilevanza strategica”: rilevanza per il profitto della classe padronale, rilevanza per il posto dell'economia italiana capitalista sul mercato internazionale, rilevanza per il peso dell'imperialismo italiano... In tutto questo, la vita degli operai NON HA RILEVANZA!
Il fatto semplice che le fabbriche, l'Ilva, vanno avanti con il lavoro degli operai viene cancellato – e gli operai appaiono nudi e crudi come forza-lavoro (muscoli, ossa, nervi, mani, testa...) da sfruttare fin quando non si consumano, o muoiono.



Ma l'altra realtà è che con gli 8 decreti per l'Ilva dei governi, si sta semplicemente prolungando un'agonia della fabbrica, senza risolvere alcuno dei problemi reali.
Parafrasando un vecchio film si potrebbe dire per l'Ilva“Dead factory walking”. Questa morte la stanno accompagnando i governi che prima non hanno imposto ai Riva risanamenti, fondi necessari, e ora con Renzi e i suoi commissari fanno anche di peggio, uniscono interventi dittatoriali a improvvisazione, sprovvedutezza, irresponsabilità, con cui lasciano andare una grande fabbrica e 12 mila operai alla deriva, senza voler procedere ad un effettivo risanamento, senza una meta, perdendo commesse.
Questa morte l'hanno prodotta negli anni i sindacati confederali che sapevano e sottoscrivevano accordi con Riva, e ancor prima con l'Italsider di Stato, conquistandosi posizioni di forte privilegio, parassitismo (soprattutto con la fabbrica pubblica); questa morte la stanno accompagnando ora, plaudendo ad ogni decreto salva Ilva, fino a quest'ultimo.



Ma questa “morte della fabbrica”, loro malgrado, la stanno per ora accompagnando nel silenzio anche gli operai, concedendo troppa tranquillità all'azienda.
Così pensano di salvaguardare il posto di lavoro, ma si sbagliano! Non c'è nulla che può difendere lavoro e imporre il risanamento degli impianti e le bonifiche ambientali, se non una lotta dura, prolungata degli operai, che usi tutti i mezzi della guerra di classe.

Slai cobas per il sindacato di classe
via Rintone, 22 TA – slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – T/F 0994792086


Contestato questa mattina il tavolo istituzionale dallo Slai cobas per il sindacato di classe 

 


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