domenica 23 novembre 2025

23 novembre - TARANTO: OPERAI E ANTIOPERAI

 a proposito della manifestazione indetta a Taranto da una serie di realtà il 22 una marcia dalla direzione Ilva alla portineria Eni

il nostro comunicato prima della manifestazione. 
Perché lo Slai Cobas non può esserci nella marcia di questa mattina dall'Ilva all'Eni
Primo, non si può parlare della Palestina per poi via via "buttarla" a Taranto sulla 
questione ambientale. Si scrive "Obiettivi del corteo sono la denuncia della violenza 
ambientale «che colpisce tanto la Palestina quanto il Sud Italia»"; ma questo vuol dire
come minimo non avere il senso della realtà, e classificare un genocidio 
"violenza ambientale"; come massimo alla fine pensare solo o principalmente a sè stessi.
E' una logica della piccola borghesia di sinistra, che guarda i popoli da un punto di 
vista del proprio paese imperialista;
secondo, non si può andare fare una marcia dall'Ilva all'Eni e non sostenere le lotte 
degli operai; giovedì ci sono stati grandi e lunghi blocchi operai dalla mattina alle 
6 fino alla sera alle 21, ma dov'erano gli ambientalisti? Su questo, non si può far 
finta di niente: o si sta con gli operai (che sono i primi ad ammalarsi e a morire
in fabbrica, che vogliono eccome le bonifiche, l'ambientalizzazione della città; o 
si sta col governo/Urso che marcia verso la chiusura oggettiva della fabbrica 
(al massimo forte ridimensionamento) che peserà tantissimo non solo sugli operai e 
le loro famiglie, ma anche sull'ambiente. 
Addirittura qualche associazione, i Genitori tarantini, scrive: “Non si può 
manifestare occupando le strade" - quindi nessuna solidarietà ma invece attacco 
alla protesta degli operai, e colpevolizzazione dei lavoratori perché col loro 
lavoro fanno "ammalare anche chi con quell’attività non c’entra nulla” - dicendo, 
quindi, che gli operai sono complici. 

Si tratta di un ambientalismo antioperaio, che non serve ed è esso "inquinante", 
dato che oggettivamente serve gli interessi di padroni, governo, sindacati complici; 
così, andare alle fabbriche, Eni, poi sarà la volta della Leonardo, il sabato, 
quando gli operai non ci sono, per tenersi ben lontani dagli operai, che invece, 
vedi alla Leonardo, si stanno ponendo dalla parte della Palestina e denunciano 
il ruolo complice della Leonardo, anche questa logica non ha niente a che fare 
con un'attività che punta all'unità di classe tra operai e realtà solidali. 
Costoro non vanno alle fabbriche in giorni feriali perché anche qui gli operai 
vengono considerati complici e chiaramente potrebbero aspettarsi reazioni da parte
dei lavoratori... 

A proposito: guardate che gli operai dell'Eni e della Leonardo hanno espresso 
solidarietà alla lotta degli operai Ilva.

ieri due compagni da Melfi sono venuti a Taranto per la manifestazione da Ilva 
a Eni e “Palestina” quello che segue è il loro commento inviatoci

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