Giornata tragica
quella di ieri, 3 novembre, con la morte di sette lavoratori sui
luoghi di lavoro, a cui si aggiunge una vittima per affaticamento
sul lavoro e
un’ulteriore persona deceduta in un infortunio domestico
causato da un incendio.
Ecco chi sono le vittime:
Marco Lazzetta, 63 anni, settore edilizio – Napoli (Campania). È morto per le conseguenze di un infortunio avvenuto il 10 settembre scorso.
Lavoratore di 31 anni, di nazionalità indiana – Brescia (Lombardia). È precipitato nel vuoto mentre lavorava in una cava di marmo.
Gianfranco Uselli, lavoratore italiano – Piacenza (Emilia-Romagna). Travolto da un muletto il suo primo giorno di lavoro.
Franco Gallittu, 56 anni – Sassari (Sardegna). Schiacciato dal trattore con cui stava lavorando.
Tarcisio Valsi, 56 anni, settore lapideo – Verbania Cusio Ossola (Piemonte). Caduto dal cassone di un autocarro.
Octav Stroici, 66 anni, di nazionalità romena – Roma (Lazio). Travolto dal crollo della Torre dei Conti; rimasto sepolto per undici ore, è deceduto poco dopo il recupero.
Anche novembre si
apre dunque in modo drammatico, sulla scia di un ottobre segnato
da oltre 150 morti complessivi, di cui 124 sui luoghi di
lavoro.
Gli stranieri deceduti sono
già oltre il 30% del totale, e la maggior parte delle vittime
ha meno di 60 anni: una tendenza che, se nulla cambia, li
porterà a rappresentare la maggioranza nei prossimi anni.
La
lunga scia di sangue colpisce soprattutto lavoratori
subappaltati, precari, con scarsa formazione e tutele minime. È su
di loro che si scaricano i costi di un sistema che punta al risparmio
a ogni livello.
Emblematico il caso di Gianfranco Uselli,
travolto da un collega al primo giorno di lavoro: quell’operaio
aveva il patentino per condurre il muletto — seconda macchina
di morte dopo il trattore.
Mentre
gli incidenti aumentano in modo impressionante, si continua a fingere
che “va tutto bene”.
Il controllo mediatico è quasi totale – sei televisioni su
sette – e
intanto le morti si moltiplicano.
La situazione è
precipitata dopo la legge “Appalti a cascata” del 2023
voluta da Salvini, che ha ulteriormente deregolamentato il settore.
Nel
frattempo, i salari restano fermi, i ricchi diventano
sempre più ricchi e gli
evasori vengono premiati, mentre l’intero peso fiscale grava
su lavoratori e pensionati.
No, questa non è una democrazia
sana: è un Paese che sta smarrendo il senso stesso del valore del
lavoro e della vita.
*Osservatorio nazionale di Bologna sui morti sul lavoro
Il crollo di Roma
Non ce l'ha fatta l'operaio intrappolato per undici ore nella Torre dei Conti: la corsa in ospedale, poi l'annuncio nella notte
di Marina de Ghantuz Cubbe, Andrea Ossino
Non ce l’ha fatta l’operaio rimasto sotto le macerie della Torre dei Conti a Roma: è morto in ospedale. Così è collassata una parte della struttura
Octay Stroici era stato estratto dalle macerie dopo circa 11 ore dal crollo: ha avuto un arresto cardiaco già in ambulanza. Indagine per omicidio colposo



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