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martedì 12 marzo 2013
NOTIZIE SLAI COBAS ILVA TARANTO
la cassa integrazione è già partita..ma non lo dicono, vogliono rassicurare
gli operai Ferrante e sindacati confederali..
ma gli operai tranquilli non sono e hanno ragione..
perchè i sindacati confederali non fanno una assemblea generale prima che
parta e si firmi tutto ?
quotidiano
TARANTO - La cassa integrazione è di fatto già partita anche se non c’è
ancora l’accordo nero su bianco. Ma, nonostante i messaggi rassicuranti dell’azienda
sul fatto che non si tratterà di esuberi strutturali e che tutti i 6500
operai saranno reintegrati al termine del periodo di fermo, la tensione in
fabbrica resta altissima.
L’Ilva, nelle stesse ore, era al ministero del Lavoro proprio per definire
la procedura per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per un
massimo di 6417 unità dello stabilimento di Taranto. Ammortizzatori
richiesti fino a tutto il 2015 per effettuare i lavori previsti dall’Autorizzazione
integrata ambientale che comporteranno la fermata di diversi impianti dell’area
a caldo. L’accordo non è ancora stato sottoscritto ma sono già partite le
lettere ai primi dipendenti interessati dalle fermate. L’attuale periodo
sarà comunque coperto dall’intesa, che avrà effetti retroattivi. Il
presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, l’altro ieri a Roma, aveva manifestato
disponibilità a vagliare anche la possibilità di sostituire la cassa
integrazione con i contratti di solidarietà, proposti da Fiom e Fim.
Ieri pomeriggio intanto dirigenti aziendali e sindacati hanno continuato il
confronto tecnico a Taranto. Nel pomeriggio i responsabili dello
stabilimento, in vista del nuovo incontro al ministero del Lavoro fissato
per giovedì prossimo, si sono incontrati con le Rsu e segretari provinciali.
Le organizzazioni dei metalmeccanici provano a ridurre i numeri, spostare
operai da un reparto all’altro, per evitare il più possibile che i lavori di
ambientalizzazione dell’Ilva si trasformino in un boomerang contro i
dipendenti. «Al danno si aggiunge la beffa», dicono molti operai. Serpeggia
il malumore perché dopo aver respirato polveri e fumi adesso saranno sempre
loro a dover “pagare” la fermata per rendere gli impianti ecocompatibili con
la mannaia degli ammortizzatori sociali, ben al di sotto delle retribuzioni.
Preoccupazioni importanti, concrete, che si intrecciano ai conti da pagare
tutti i giorni e che fanno divampare i focolai di tensioni mai spente.
La riunione di ieri pomeriggio ha stabilito il metodo da seguire. I delegati
sindacali avvieranno un confronto per cercare di abbassare il tetto massimo
della cassa integrazione al di sotto dei 6417. Con l’azienda si farà una
verifica minuziosa, area per area, in tre giornate: venerdì, lunedì e
martedì. Mercoledì ci sarà poi un incontro di sintesi con i tre segretari di
Fim-Fiom e Uilm per arrivare a giovedì, a Roma, con le idee chiare sui
numeri e anche sugli strumenti da adottare. La Uilm, ad esempio, ha
manifestato perplessità sullo strumento dei contratti di solidarietà
rispetto agli altri due sindacati e punta a spostare la trattativa sul
raggiungimento di una soglia minima mensile da garantire ai lavoratori che
resteranno a casa. Nel 2009 i sindacati riuscirono ad ottenere dall’Ilva un’integrazione
economica della cassa integrazione. Adesso i tempi sono cambiati e l’azienda
ha già fatto capire di non potersi accollare questo impegno finanziario,
visti gli importanti costi della ristrutturazione impiantistica e la crisi
di mercato mai cessata.
ilva - su cassaintegrazione e contratti di solidarietà si tratta.. ma sulla
testa degli operai.. prima fanno accordi e poi o ti mangi questa minestra..
imponiamo una assemblea generale ora non dopo .. dice lo slai cobas ilva per
il sindacato di classe
ROMA – Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ha dato la sua
«disponibilità» a «ragionare e discutere sul numero massimo di
cassaintegrati, valutando impianto per impianto la reale esigenza durante il
periodo di applicazione dell’Aia». Ferrante, a margine di un incontro al
ministero del Lavoro, ha ricordato che «il numero indicato di cassaintegrati
è il numero massimo, pari a 4.400 nella prima fase di applicazione dell’Aia
e ad oltre 6.000 nel secondo semestre 2014».
Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, si è detto «disponibile a discutere
e valutare anche la fattibilità del ricorso a contratti di solidarietà».
Ferrante ha parlato a margine dell’incontro al ministero del Lavoro sulla
cassa integrazione. La richiesta dei contratti di solidarietà era stata
avanzata da parte dei sindacati.
Contratti solidarietà?
Dubbi Usb sull'Ilva
TARANTO – «Noi sappiamo cosa significa questa forma di contrattazione e
abbiamo seri dubbi sulla sua realizzazione, specie perchè non è per nulla
chiaro l’aspetto principale: chi finanzia l’operazione?». Lo sottolineano in
una nota Francesco Rizzo e Lorenzo Semeraro del coordinamento Usb (Unione
sindacale di base) di Taranto riferendosi all’ipotesi del ricorso ai
contratti di solidarietà al posto della cassa integrazione straordinaria per
ristrutturazione annunciata dall’Ilva per un massimo di 6.417 dipendenti
dello stabilimento ionico.
«Cosa si sta preparando – si chiedono i due rappresentanti dell’Usb – per le
migliaia di lavoratori Ilva in questo momento? Molto probabilmente non sarà
possibile la cassa in deroga poichè priva di copertura finanziaria, perciò
si 'rigira la frittata', servendo una minestra che all’apparenza potrebbe
sembrare diversa, ma non lo è, perchè a pagare saranno ancora i lavoratori».
ancora infortunio in ilva - non si lavora tranquilli, le norme di sicurezza
non vengono rispettate .. operai a rischio - iniziativa nazionale il 22
marzo della rete sicurezza e salute ..
TARANTO – Un operaio dell’Ilva è rimasto ferito in modo non grave nel corso
di un incidente sul lavoro avvenuto nel reparto Acciaeria 2 dello
stabilimento siderurgico. Lo rende noto l’Unione sindacale di base (Usb),
che ha inviato una segnalazione alla direzione aziendale, allo Spesal
(Servizio prevenzione e sicurezza) dell’Asl e alla Direzione provinciale del
Lavoro. L’incidente è avvenuto, a quanto viene reso noto, nella zona
chiamata 'fossa'.
“Un carro-acciaio – dicono Francesco Rizzo e Lorenzo Semeraro, del
coordinamento Usb – ha investito un carrello elevatore in transito, il cui
operatore è rimasto ferito”. L'Unione sindacale di base invita “ad
intervenire urgentemente sull'accaduto tenendo conto che stiamo assistendo
ad una catena inarrestabile di infortuni sul lavoro sempre nella stessa
azienda”. Si chiede poi alla direzione aziendale di “riferire in merito a
quest’ultimo increscioso episodio di disattenzione verso la sicurezza dei
propri dipendenti che continuano ad essere vittime della consueta carenza di
misure preventive per la tutela dei lavoratori”.
Pubblicato da tarantocontro a 16:26 Nessun commento:
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ilva -la Cina è vicina
mentre i sindacati confederali si accingono a firmare la cassa integrazione
di massa. chi vi si oppone non raccoglie
l'unica proposta giusta e necessaria in fabbrica adesso è quella che fa lo
slai cobas per il sindacato di classe
unire tutti gli operai contrari in un fronte comune contro padroni,
governo, stato e sindacati confederali
intanto bisogna dare il massimo di informazioni reali ai lavoratori e non
fare solo pura agitazione e pura autopropaganda
cerchiamo operai che abbiano testa per pensare, ma anche spirito collettivo,
serietà e non esibizionismo e personalismo da internet cafè
slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com
una notizia che occorre sapere per capire cosa si muove dietro l'angolo
novi ligure05.03.2013 -Manager cinesi in visita alla stabilimento dell'Ilva
Anche la bandiera della Cina fuori dallo stabilimento novese dell'Ilva
Ricevuti dai maggiori dirigenti del Gruppo, guidati da Angelo Riva, nipote
di Emilio, il patron.g. fo.
Diciannove
dirigenti della Baum steel, una multinazionale siderurgica cinese,
hanno fatto visita ieri allo stabilimento Ilva di Novi. I
manager sono stati ricevuti da alcuni tra i maggiori dirigenti del
Gruppo Ilva guidati da Angelo Riva, nipote del patron Emilio. La
presenza dei manager con gli occhi a mandorla, sottolineata dalla
bandiera nazionale cinese all’ingresso dello stabilimento novese (come
sempre avviene con gli ospiti di riguardo), ha però messo in apprensione
i dipendenti.
PS
lo slai cobas per il sindacato di classe ilva e provinciale non è su
'facebook' - noi non pensiamo che sia questo il metodo per discutere e
organizzarsi degli
operai che vogliono sul serio costruire un nuovo sindacato di classe in
fabbrica
ci sono chiaramente anche operai dello slai cobas sc che sono su facebook,
ma parlano a titolo personale
nello stesso tempo ringraziamo tutti coloro che diffondono anche su questo
strumento i nostri comunicati
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