comunicato
ignobili e gravissimi atti, testi e dichiarazioni del commissario Bondi
un insulto agli operai, ai cittadini, ai morti, ai malati
un aperto e irridente attacco ai magistrati , agli organi di controllo
una scoperta messa in luce di quanta ipocrisia si celi dietro le
dichiarazioni e le leggi
bisogna reagire subito
il commissario bondi se ne deve andare e deve essere immediatamente rimosso
tutte le istituzioni locali hanno il dovere di avere un sussulto di dignità
la magistratura deve verificare tutte le ipotesi di reato che si possono
celare dietro l'azione di questo ignobile, lurido, spregevole
gran commis di padron Riva, lautamente pagato ora anche dai noi cittadini
ma naturalmente facciamo appello agli operai e ai cittadini con le loro
organizzazioni sindacali e comitati perchè reagiscano subito e duramente
noi da parte nostra diciamo chiaro anche agli organi di polizia che la
presenza di Bondi è incompatibile con questa città e con questa fabbrica
e metteremo in atto tutte le azioni possibili per rendere pratico questo
bando
slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com
347-5301704
14 luglio 2013
dalla gazzetta del mezzogiorno di oggi a firma di emilio mazza
Enrico Bondi come Emilio Riva. Cambiano le governance all'Ilva, sotto la
spinta di provvedimenti della magistratura e decreti del governo, ma non
muta l'approccio al nocciolo della questione, ovvero il disastro ambientale
a Taranto provocato per anni e anni da impianti ritenuti fonti di malattie e
morte per operai e cittadini. Ieri i consulenti del patron Emilio Riva, agli
arresti domiciliari dal 26 luglio scorso, definivano Taranto una delle città
meno inquinate d'Italia, oggi il commissario straordinario nominato dal
governo Letta mette nero su bianco che «i criteri adottati e Ia procedura
valutativa seguita dall'Arpa e dalla Regione Puglia nel rapporto sulla
valutazione del danno sanitario dello stabilimento Ilva di Taranto
presentino numerosi profili critici, sia sotto il profilo dell'attendibilita
scientifica, sia sotto il profilo delle conclusioni raggiunte».
La lettera, della quale la Gazzetta è venuta in possesso, è stata inviata da
Bondi all'Arpa, all'Ares, all'Asl di Taranto e al presidente Vendola alla
fine di giugno e contiene un vero e proprio ultimatum alla Giunta regionale.
Bondi chiede che «tali profili critici siano compiutamente e
specificatamente esaminati e considerati, prima della sottoposizione del
rapporto alla Giunta regionale prima della presa d'atto».
Ma non solo. Il commissario straordinario, contro la cui nomina il
presidente Vendola si è peraltro speso ben prima della lettera in questione,
segnala inoltre che «il rapporto di valutazione del danno sanitario si
sovrappone ad altre valutazioni nella stessa materia, attribuite ad autorità
di vigilanza nazionali, previste dalla Iegge statale, sia in sede di
disciplina generale, sia in relazione alle norme recentemente dettate
specificatamente per lo stabilimento Ilva di Taranto. Questa sovrapposizione
e duplicazione, che inevitabilmente crea incertezza e non consente un
ordinato e corretto svolgimento dell'attivita dell'impresa, sarà oggetto di
apposita segnalazione al Ministero dell'ambiente per le opportune
valutazioni e determinazioni».
Bondi ha allegato alla sua lettera un dossier di 44 pagine, firmato dai
consulenti Ilva Paolo Boffetta, Carlo La Vecchia, Marcello Lotti e Angelo
Moretti, con il quale vengono demoliti gli studi scientifici sull'impatto
delle emissioni dell'Ilva compiuti dall'Ar pa, dai consulenti del gip
Patrizia Todisco e dagli esperti del Ministero della Salute autori dello
studio «Sentieri». I consulenti di Bondi ripescano tesi già utilizzate in
passato dall'Ilva e dalla famiglia Riva, la più singolare - e che però fa
capire bene quale sia il livello dello scontro - riguarda la diffusione del
tumore al polmone tra i tarantini. Diffusione, secondo gli esperti di parte,
non dovuta agli effetti dei fumi prodotti dall'acciaieria più grande
d'Europa
ma agli stili di vita dei tarantini perché «è noto che a Taranto, città
portuale, la disponibilità di sigarette era in passato piu alta rispetto ad
altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di sigaretta
era ridotto fino agli anni '70». Conclusioni che lasciano davvero senza
parole. La Regione cosa farà? Le armi sembrano spuntate, visto che nella
conversione in legge del decreto Letta è stato stabilito che nemmeno la
Valutazione del danno sanitario potrà modificare le prescrizioni Aia e che
la Regione potrà al limite chiedere il riesame della stessa Aia. Ma una
risposta a Bondi, oltre che ai tarantini e ai funzionari dell'Arpa così
duramente criticati, è d'o bbl i g o.
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