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giovedì 25 luglio 2013
no al regime Fiat
La settimana scorsa è stato licenziato un nostro collega, ormai da vent’anni
in forze nello Stabilimento. Dopo un periodo di pressioni e numerose
contestazioni, mentre scontava tre giorni di sospensione della contestazione
immediatamente precedente, si è visto recapitare la lettera di licenziamento
nella quale è scritto che è stato seguito per giorni su incarico della FIAT
da un investigatore privato, entrato in ogni momento della vita del
lavoratore e della sua famiglia, che avrebbe fornito a Fiat informazioni
utilizzate ai fini del licenziamento.Questo procedimento, che contesta la
fruizione di “giornate per assistenza” a vario titolo (anche quelle non
retribuite), non è nuovo nel nostro Gruppo: in Sevel, proprio in questi
giorni, sono state vinte le prime cause per il reintegro di diversi
lavoratori ingiustamente licenziati, anche loro accusati di “uso improprio
dei permessi per assistenza 104 e 53/2000”. Perché, quindi, a Fiat
converrebbe pagare la salatissima parcella di un investigatore, se
difficilmente otterrà ragione in tribunale? Beh!... nessuno di noi, interni
allo stabilimento, ha bisogno di farsi raccontare “quanto costa la
flessibilità”… non abbiamo più giornate a disposizione perché assorbite
dalla CIG, e quando le abbiamo, difficilmente ci vengono accordate.
Stabilendo soglie massime di assenteismo bassissime (4,5% nel 2012 da
abbassare al 3% nel 2013) abbiamo perso il diritto alla retribuzione dei
primi due giorni di malattia. Gli ex 103 euro del 2012 non vengono erogati
più nelle giornate di assenza per malattie ed assistenze di vario genere….
senza voler in questo momento affrontare le questioni riguardanti gli
aumentati ritmi di lavoro che espongono a problemi la nostra salute e la
nostra sicurezza! “Il peso” di questi e altri temi che condizionano
drasticamente le condizioni di vita e di lavoro è percezione di tutti, e
diventa sempre più pressante… e così… attraverso un atto di “terrorismo
psicologico”, Fiat opera la cancellazione, non sulla carta ma nella
sostanza, di quel poco di welfare che in Italia stanno gradualmente
smantellando... Questi sono tagli al sociale, totalmente a nostro carico,
che erodono conquiste e tutele ottenuti attraverso anni di lotte che
andavano nella direzione della costruzione di un modello di paese evoluto.
La minaccia di un licenziamento costituisce il termine di ricatto che
disincentiva/impedisce l’accesso ad istituti quali, per esempio, la malattia
di un figlio. Se a tutto questo aggiungiamo il clima di generale “tensione”,
creato dall'azienda, che ormai si relaziona al minimo con le persone e si
accanisce verso il singolo…. comprendiamo che il problema è collettivo, e la
volontà è quella di colpirne uno per educarne 1000! Certo è… che intanto che
ragioniamo sul perché e per chi, c’è un padre di famiglia (e speriamo sia il
solo e non il primo come in Sevel!) che a Termoli ha perso il lavoro.
Crediamo pertanto necessario che ognuno di noi si assuma l’onere della
soluzione di questi problemi comuni, invitando ad un atto di responsabilità
tutti i delegati di fabbrica ed i lavoratori, affinchè si apra una
discussione congiunta in una assemblea che affronti il peggioramento
progressivo ed inarrestabile delle condizioni di vita e di lavoro di noi
tutti, nella totale assenza di prospettive per il futuro…i Delegati di
Fabbrica Fiom Termoli, 16 luglio 2013Prima di tutto vennero a prendere gli
zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli
ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere
gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a
prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un
giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.”Bertolt
Brecht
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