(11 Luglio
2014)
QUANTI MILIARDI DI EURO, DI SOLA CASSA INTEGRAZIONE, COSTANO ALLO STATO ITALIANO I PIANI INDUSTRIALI DA “MISSION IMPOSSIBLE” DI MARCHIONNE ?!
INTANTO A BREVE DOVRA’ PRONUNCIARSI LA MAGISTRATURA DEL LAVORO E SUCCESSIVAMENTE QUELLA PENALE SU RICORSI DELLO SLAI COBAS
Nell’esame congiunto svolto ieri mattina tra Fiat, sindacati “graditi” e Giunta Regionale della Campania le “parti” ce l’hanno messa tutta per dare una parvenza di credibilità agli incredibili piani della Fiat. L’accordo che hanno sottoscritto collide con ogni logica industriale e serve solo a coprire il trasferimento discriminatorio del maggio 2008 di 316 lavoratori sindacalizzati o con ridotte capacità lavorative per patologie da lavoro (una “delocalizzazione di solo personale” a fronte di una impossibile delocalizzazione delle attività di logistica, che possono svolgersi solo in fabbrica). Lo svuotamento in atto a Nola delle rare funzioni logistiche e l’allestimento di lavorazioni di “risulta” (dei contenitori) conferma il previsto “fallimento pilotato” del WCL e la precostituzione di fatto di “ramo d’azienda” da smaltire in futuro con pesanti conseguenze occupazionali e sociali. Sindacati ed istituzioni “non compiacenti” avrebbero invece chiesto conto alla Fiat degli ingenti finanziamenti pubblici incassati ed avviato i necessari controlli di legge sull’impiego di tali importi economici pretendendo il ritorno degli addetti di Nola a Pomigliano: dove si producono le autovetture e si fa la logistica.
Una ipotesi inquietante: quanto costa il settore automotive Fiat all’erario ed ai contribuenti italiani?
Tenuto conto che il settore dell’auto, dei motori e dei veicoli commerciali della Fiat conta in Italia oltre 28.000 addetti (stabilimenti di Pomigliano, Nola, Napoli, Torino, Grugliasco, Cassino, Melfi, Val Di Sangro, Termoli, Pratola Serra, Grottaminarda, Verrone, Ferrara ecc.), e che la maggioranza delle fabbriche è in cigs e considerato che la metà dei 28.000 addetti (ad essere ottimisti) proseguirà nella cigs ancora per anni il calcolo dell’ammontare economico pubblico a copertura della cigs dovrebbe essere pari a circa 200 milioni di euro all’anno stimato su 14.000 addetti (al netto degli altri finanziamenti pubblici diretti, indiretti ed indotti). Se si considera che il rapporto degli addetti delle aziende dell’indotto con quelli Fiat è di “1 a 4” verosimilmente per dalla Fiat all’indotto potremmo trovarci di fronte ad un ammontare annuo dell’esborso pubblico per cigs nell’indotto di circa 800 milioni di euro che sommati ai 200 milioni per la cigs Fiat comporterebbe la ragguardevole cifra di 1.000.000.000 (un miliardo) di euro all’anno per la cigs conseguente ai c.d. “piani” di Marchionne almeno fino al 2018.
Per far luce sulla vicenda lo scorso 24 giugno lo Slai cobas ha chiesto alla Giunta Regionale della Campania “la visionatura ed il rilascio in fotocopie di tutti gli importi dei finanziamenti pubblici regionali erogati a qualsiasi titolo alla Fiat”. Analoga richiesta presenterà nei prossimi giorni al ministero del lavoro per Fiat Automotive ed Industrial.
Intanto il prossimo 9 ottobre al Tribunale di Napoli, su ricorso dello Slai cobas, si terrà l’udienza di appello contro il trasferimento geografico discriminatorio dalla Fiat Pomigliano a Nola (a far niente) dei 316 lavoratori con la richiesta della reintegra a Pomigliano degli stessi. Successivamente dovrà pronunciarsi la Procura di Nola sulla denuncia presentata lo scorso 7 giugno dallo Slai cobas in relazione alle discriminazioni in Fiat ed ai finanziamenti pubblici per piani industriali mai realizzati.
Prevista un’assemblea operaia a fine settembre a Pomigliano per fare il punto della situazione, rilanciare la mobilitazione sindacale e dare inoltre forza alle iniziative giudiziarie in corso.
Pomigliano d’Arco, 11 luglio 2014
Slai cobas
coordinamento provinciale di Napoli
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