"100
OSS spremute e poi rimandate a casa". Sono terribilmente uguali le parole,
le storie di Maria, Isabel, Antonella.
Anni di
durissimo lavoro sempre sotto il ricatto del licenziamento all’interno del
Policlinico: chi quattro, sette, dieci, fino a quasi vent’anni di lavoro
continuativo: sempre con il terrore anche solo di chiedere un permesso, di
prendere malattia, andare al lavoro anche con la febbre, turni massacranti,
doppi turni per sostituire colleghi assenti. “Ho saputo anche di donne che
hanno tenuta nascosta la gravidanza fino al settimo mese, per paura di essere
lasciate a casa”
“Mi sento
male, ora, ho lavorato qui per dieci anni. Quando sono entrata ero l’unica
straniera, trattata come una schiava... ora non mi servi più, dopo essere stata
sfruttata fino all’osso. Non è giusto quello che mi hanno fatto. Ora non dormo
la notte perché non so come farò a mantenere i miei figli, pagare le spese. Ho
a carico anche il mio nipotino. Mia figlia ha lasciato il suo compagno che la
maltrattava.”
Sono storie
di famiglie monoreddito, di donne sole con figli a carico, moltissime
straniere, con doppi, tripli problemi: permesso di soggiorno, soldi da mandare
nel paese d’origine per aiutare i familiari, ma anche le italiane devono
aiutare i genitori con pensioni ridicole. "Siamo qui in presidio anche con
i nostri figli, alcune non riescono più a vedere i propri figli perché escono
presto, quando i figli stanno ancora dormendo, e rientrano tardi, quando i
figli sono già a letto. Questo è motivo di grande tristezza, ma anche di più
rabbia!".
E’ una
guerra tra poveri dispiegata.
"L’Orienta,
in vista della gara d’appalto, ha cominciato a fare i contratti mensili, prima
venivano rinnovati ogni due anni, poi è subentrata la Tempor, per cui ci
sarebbero stati degli “esuberi” da ricollocare in altre strutture, i sindacati
(concertativi - ndr) avevano fatto un accordo che prevedeva un bonus di 500€
per chi non sarebbe stato ricollocato; abbiamo saputo che lavoratrici a cui è
stato offerto un posto troppo lontano da casa, impossibile da raggiungere con i
mezzi, rischiano multe. Alcune stanno lavorando un giorno una tantum".
"Il
Policlinico ha messo a bando 29 posti di OSS, al concorso sono risultati idonei
soprattutto giovani, appena usciti dalla scuola. Giovani che, sicuramente non
hanno la nostra esperienza. Non è che il lavoro non c’è: ce l’hanno tolto,
hanno assorbito oltre i 29 previsti dal bando, fino al 90° e hanno cacciato noi".
Le
lavoratrici hanno accolto con molto piacere, interesse la solidarietà di
lavoratrici, precarie, disoccupate in lotta anche di città lontane e che la
loro lotta, le loro storie sarebbero state riportate e fatte conoscere più da
vicino
Una nota tristemente ironica: il
presidio è a pochi passi dalla culla per la vita e all'interno del Policlinico
da anni opera il CAV. Non ci sembra si stiano prodigando particolarmente per
sostenere le vite di queste lavoratrici e dei loro figli! Inoltre, di fronte al
presidio campeggia uno striscione del Policlinico per la raccolta del 5x1000
con la scritta: "Policlinico Ospedale di tutti". Giustamente,
ironicamente le lavoratrici hanno affisso a fianco uno
striscione:"Policlino ospedale di tutti non per noi." Drammaticamente
sottolineando esclusione, ma anche la necessità della doppia lotta, per le
donne, le lavoratrici.
Da Milano a
L’Aquila, Taranto, Palermo: Il posto di lavoro non si tocca!
mfpr- Milano
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