dal Fattoquotidiano
Hanno
montato i gazebo e apparecchiato le tavole, portato vino e caffè per scaldarsi,
e appeso qualche decorazione per creare l’atmosfera. “Ci hanno rubato il
Natale, ma noi lo festeggeremo lo stesso, davanti alla nostra fabbrica“. Non
abbandonano l’azienda nemmeno per le feste i 558 operai della Saeco, storico
produttore di macchine da caffè, con sede a Gaggio Montano,
sull’Appennino bolognese. Qui i lavoratori sono in presidio permanente, 24 ore
su 24, da fine novembre, da quando la Philips, multinazionale proprietaria del
marchio, ha annunciato 243 esuberi e lo spostamento
di parte della produzione in Romania, dove la manodopera costa meno.
Praticamente uno su due rischia di non tornare al lavoro dopo le ferie. “Se non
ritirano i licenziamenti qui è una catastrofe, la montagna muore”. Così,
davanti ai cancelli, c’è chi taglia panettone, chi serve la polenta e chi si
scalda davanti a bidoni di lamiera. E quando un camion prova a uscire dallo stabilimento
c’è sempre un gruppo che va a bloccarlo, impedendogli di muoversi. “Finora li
abbiamo fermati tutti e continueremo a farlo, 25 dicembre e 1 gennaio
compresi”. Tantissime le donazioni, soprattutto dai commercianti della comunità
montana, che fin dall’inizio si sono mobilitati per sostenere la protesta dei
dipendenti Saeco. Girando per le vie di Gaggio Montano, o della vicina Porretta
Terme, si non incontra vetrina che non abbia esposto il cartello simbolo “La
Saeco non si tocca”. E c’è anche chi, come i titolari della Gt Service di
Gaggio Montano, ha deciso di organizzare una sorta di boicottaggio: “Qui non
vendiamo più prodotti Philips” di Giulia Zaccariello
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