Ilva: si chiedono "garanzie" per gli
imprenditori, mentre per gli operai già qualche giornalista ben informato parla
di "tagli"
"...
c'è l'ipotesi teorica che nel susseguirsi dell'iter giuridico, si arrivi ad una
pluralità di offerte di diversi soggetti. Peraltro l'Aia non è più testo sacro,
ma testo da riscrivere a seconda dell'offerta (o delle offerte)... il profilo
dell'Ilva non solo dimensionale e quantitativo, ma anche strategico e
qualitativo nella sua specializzazione fra produzione e trasformazione, non sia
più intangibile. Sono dunque alle viste riduzioni occupazionali?..." (da
Sole 24 Ore - Paolo Bricco).
Mentre ministri tacciono sugli effetti drammatici di questo ennesimo decreto per gli operai e le masse di Taranto, non un qualsiasi giornale, ma il giornale della Confindustria/dei padroni, fa le ipotesi di cosa succederà (ma sono più di un ipotesi):
- riscrizione dell'Aia (già di per sè molto insufficiente), secondo gli interessi dei nuovi padroni, che come i Riva puntano a taglio dei costi e profitti, nella logica che salute e sicurezza sono costi "improduttivi";
- ridimensionamento della fabbrica e di tagli di posti di lavoro; con vendita separata degli asset dell'Ilva o vendita di una fabbrica ridotta.
Nello stesso tempo questo decreto, come altri, anche dal punto di vista degli interessi padronali difesi dal governo fa acqua da tutte le parti:
resta sempre, e sempre più concreta, la contestazione della UE per gli "aiuti di Stato";
l'escamotage che sia gli 800milioni che i 300milioni stanziati attualmente sarebbero un prestito (e chi lo rimborsa?) non reggerà un attimo, sia perchè le banche che hanno materialmente anticipato i soldi su garanzia del governo, non vorranno più aspettare, sia perchè questi ultimi 300milioni dovrebbero essere "rimborsati, con gli interessi" dai padroni acquirenti dell'Ilva (ma in quale favola!?).
Resta infine, e non ultimo, il ricorso dei Riva contro l'espropriazione della fabbrica. Tant'è che si affaccia l'ipotesi del coinvolgimento nella cordata degli acquirenti degli Amenduni - soci di minoranza dei Riva - Per evitare appunto la causa miliardaria dei Riva contro lo Stato.
Mentre ministri tacciono sugli effetti drammatici di questo ennesimo decreto per gli operai e le masse di Taranto, non un qualsiasi giornale, ma il giornale della Confindustria/dei padroni, fa le ipotesi di cosa succederà (ma sono più di un ipotesi):
- riscrizione dell'Aia (già di per sè molto insufficiente), secondo gli interessi dei nuovi padroni, che come i Riva puntano a taglio dei costi e profitti, nella logica che salute e sicurezza sono costi "improduttivi";
- ridimensionamento della fabbrica e di tagli di posti di lavoro; con vendita separata degli asset dell'Ilva o vendita di una fabbrica ridotta.
Nello stesso tempo questo decreto, come altri, anche dal punto di vista degli interessi padronali difesi dal governo fa acqua da tutte le parti:
resta sempre, e sempre più concreta, la contestazione della UE per gli "aiuti di Stato";
l'escamotage che sia gli 800milioni che i 300milioni stanziati attualmente sarebbero un prestito (e chi lo rimborsa?) non reggerà un attimo, sia perchè le banche che hanno materialmente anticipato i soldi su garanzia del governo, non vorranno più aspettare, sia perchè questi ultimi 300milioni dovrebbero essere "rimborsati, con gli interessi" dai padroni acquirenti dell'Ilva (ma in quale favola!?).
Resta infine, e non ultimo, il ricorso dei Riva contro l'espropriazione della fabbrica. Tant'è che si affaccia l'ipotesi del coinvolgimento nella cordata degli acquirenti degli Amenduni - soci di minoranza dei Riva - Per evitare appunto la causa miliardaria dei Riva contro lo Stato.
In tutto questo i Sindacati
confederali sono patetici e falsi, compresa la Fiom.
Questi si dicono "sorpresi", quando il 21 ottobre scorso al Ministero dello sviluppo economico nel Tavolo in cui si è parlato della newco e in cui già sono state già delineate le linee e le prospettive dell'azione del governo, tutti i segretari della Cgil, Cisl, Uil, della Fiom, Fim, Cisl ERANO PRESENTI E NON HANNO DETTO NULLA CONTRO!!
Anzi, la loro richiesta era di andare ad una accelerazione della newco.
Si conferma integralmente quanto da noi già denunciato sulla Newco nelle scorse settimane (riportiamo il volantino); come anche si conferma quello che devono fare gli operai se non vogliono essere sempre "l'agnello sacrificale".
Questi si dicono "sorpresi", quando il 21 ottobre scorso al Ministero dello sviluppo economico nel Tavolo in cui si è parlato della newco e in cui già sono state già delineate le linee e le prospettive dell'azione del governo, tutti i segretari della Cgil, Cisl, Uil, della Fiom, Fim, Cisl ERANO PRESENTI E NON HANNO DETTO NULLA CONTRO!!
Anzi, la loro richiesta era di andare ad una accelerazione della newco.
Si conferma integralmente quanto da noi già denunciato sulla Newco nelle scorse settimane (riportiamo il volantino); come anche si conferma quello che devono fare gli operai se non vogliono essere sempre "l'agnello sacrificale".
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