Torino: amianto
all'università, l'allarme si estende alle facoltà scientifiche
Lettera
anomina in procura: aule da bonificare anche in via Pietro Giuria
OTTAVIA
GIUSTETTI E JACOPO RICCA
20 marzo
2016
Riapre pian
piano Palazzo Nuovo, e subito scoppia il caso amianto alle palazzine
dell’Università di via Pietro Giuria, che ospitano gli studenti di Fisica,
Chimica e Farmacia e i laboratori di ricerca. A un anno di distanza
dall’ispezione dello Spresal alle facoltà umanistiche, la procura di Torino ha
ricevuto un esposto anonimo che invita a estendere i controlli anche alle sedi
scientifiche. Il blitz della primavera 2015 portò il rettore, Gianmaria Ajani,
a chiudere la struttura di via Sant’Ottavio. Ora però si apre il temuto fronte
amianto in via Pietro Giuria. Nella palazzina di Fisica, coeva a quella più
grande sotto la Mole, dove le coperture dei pavimenti sono ancora tutte di
vinil amianto, come di amianto è la coibentazione degli impianti, potrebbero
rivelarsi pericolosi anche i rivestimenti esterni della facciata realizzata
negli anni Sessanta, quando l’asbesto era utilizzato d’abitudine come versatile
ed economico materiale di costruzione.
Il caso, che
ha costretto allo sfratto da Palazzo Nuovo di 16 mila persone per oltre un
anno, tra studenti, docenti e tecnici, è solo la punta di un iceberg che
costringerà il rettore ad accelerare sugli interventi di bonifica che i
lavoratoridi via Pietro Giuria richiedono da anni. Oppure a decidere di
abbandonare le vecchie sedi nel quartiere San Salvario e avviare rapidamente la
costruzione del raddoppio del campus di Grugliasco, dove già hanno la sede
Agraria e Veterinaria e dove da anni dovrebbero finire tutti gli «scienziati»
dell’ateneo.
Prima che
fosse firmato un accordo con l’Arpa nel 2014, un piano di rilievi poi
stracciato perché l’Agenzia è anche l’ente strumentale dei magistrati
nell’inchiesta, in via Giuria erano state fatte solo mappature, piccole
manutenzioni, qualche intervento di bonifica qua e là, dove l’asbesto veniva
individuato a occhio nudo. Ma una soluzione strutturale del problema nessuno
l’aveva mai davvero messa in conto.
Poco prima
che scoppiasse l’emergenza a Palazzo Nuovo, Ajani cercò di affrontare in modo
sistematico la questione in collaborazione con l’Arpa. E aveva chiesto che fossero
gli esperti dell’Agenzia a procedere con l’intera mappatura degli edifici di
proprietà dell’ateneo. Quando l’allora procuratore Raffaele Guariniello
titolare dell’inchiesta ha notificato l’avviso di garanzia al rettore per
omissione dolosa di cautele sul posto di lavoro l’Arpa si è tirata indietro e
il lavoro di monitoraggio è stato affidato a un gruppo di esperti dell’Ateneo,
guidati dalla professoressa di Scienze della Terra Elena Belluso.
Anche nei
palazzi di via Giuria sono stati fatti campionamenti. A Chimica e Fisica dove i
ricercatori e i tecnici di laboratorio lavorano molte ore nei sotteranei poco
areati, la preoccupazione che pavimenti e pannelli di amianto siano deteriorati
e pericolosi aleggia da anni. Ma la manutenzione è sempre stata rimandata:
«Abbiamo rilevato in alcuni manufatti la presenza di amianto, la maggior parte
ben conservata. buono stato di conservazione, e in altri l’assenza. I locali a
rischio sono stati resi inaccessibili - fanno sapere dall’Ateneo - Ora
definiremo degli interventi da effettuare ».
Dopo che la
denuncia è arrivata in procura, ad aggiungersi al fascicolo già aperto su
Palazzo Nuovo, però è prevedibile che i tecnici dell’Asl intervengano presto
come avevano fatto in via Sant’Ottavio. E che il rischio di altre chiusure
diventi reale.
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