Gruppo Gavio, a rischio
centinaia di posti con il nuovo codice appalti
Preoccupazione
tra i lavoratori del gruppo Gavio, comparto autostradale, per la legge di
revisione degli appalti. A rischio centinaia di posti. "La clausola
sociale contenuta nel disegno di legge non da sufficienti garanzie. si rischia
la destrutturazione del comparto"
TORTONA -
Preoccupazione tra i lavoratori del gruppo Gavio, comparto autostradale,
per la legge di revisione degli appalti. Ieri i dipendenti del comparto
autostradale del gruppo si sono riuniti in assemblea e venerdì 11
saranno a Roma, per la manifestazione nazionale davanti a palazzo Chigi.
"La proposta di legge – spiega il segretario provinciale Fillea Cgil Massimo
Cogliandro – contiene degli elementi positivi, ma non è chiara sul punto,
chiesto dai sindacati, della cosiddetta clausola sociale, ossia l'obbligo per
le nuove aziende che subentrano negli appalti, di farsi carico della forza
lavoro, alle medesime condizioni". Il gruppo Gavio ha già fatto sapere che
se la legge non verrà modificata sono a rischio circa cento posti di lavoro.
Non piace ai sindacati, ha spiegato il segretario nazionale Fillea Cgil
Dario Boni, presente all'assemblea, neppure la liberalizzazione dei subappalti.
"Il rischio – dice – è quello di destrutturare un intero comparto". In circa 300 lavoratori erano presenti all’assemblea, che all’ordine del giorno aveva lo sciopero generale nazionale del giorno 11 marzo 2016, con manifestazione a roma davanti al ministero delle infrastrutture e trasporti. Erano presenti i segretari provinciali di Feneal, Filca e Fillea di Alessandria, e il segretario nazionale della Fillea Cgil, Dario Boni.
Nella sua relazione il segretrio nazionale ha spiegato le ragioni dello sciopero: “Il nuovo codice degli appalti e adeguamento alle normative europee in tema di concorrenza. Per fare una buona legge non c’e’ bisogno di destrutturare un intero comparto, quello legato agli affidamenti in house, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. nel comparto autostradale manutenzioni e progettazioni, eccellenze nel panorama nazionale, rischiano il dimezzamento. l’europa non ci sta chiedendo questo.”
“Il testo
approvato dal consiglio dei ministri, - continua il segretario nazonale -
compromette e peggiora il lavoro fatto dal Parlamento. La clausola sociale
così come è scritta, non da garanzie nei cambi appalto. Non si capisce
perchè se da un lato si interviene per fare chiarezza nelle aggiudicazioni
degli appalti scegliendo l’offerta economicamente piu’ vantaggiosa al posto del
massimo ribasso, poi si interviene liberalizzando il subappalto.” Sparisce nei
fatti la percentuale subappaltabile del 30% rispetto il lavoro prevalente
oggetto dell’appalto. Il ministero in questi mesi, nonostante la richiesta di
incontro inoltrata da Feneal, Filca e Fillea nazionali, non ha mai ricevuto il
sindacato delle costruzioni. Prosegue Boni: “ 60 giorni di tempo
dall’approvazione del consiglio dei ministri per intervenire nelle commissioni,
poi la palla torna al governo. 60 giorni di tempo per i lavoratori e per il
sindacato per intervenire. lo sciopero del l’11 marzo e la manifestazione a
roma sono una tappa del percorso di lotte che metteremo in campo se non saremo
ascoltati.”
Nel mese di luglio centinaia di lavoratori a Tortona e Genova hanno bloccato la viabilità autostradale. In seguito la Camera migliorò il testo approvato in prima istanza dal senato. “Ora siamo al dunque. Non tifiamo per le imprese, difendiamo i diritti dei lavoratori e ci opponiamo allo smantellamento dell’ultimo comparto industriale delle costruzioni italiano. le aziende aprono procedure di esuberi a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Non permetteremo che si sfogli la margherita. Se il governo e le aziende non ci ascoltano, grideremo piu’ forte.”
Grandi adesioni alla manifestazione romana da parte dei lavoratori . “Non ci faremo asfaltare. Questa e’ la parola d’ordine dei lavoratori”.
Nel mese di luglio centinaia di lavoratori a Tortona e Genova hanno bloccato la viabilità autostradale. In seguito la Camera migliorò il testo approvato in prima istanza dal senato. “Ora siamo al dunque. Non tifiamo per le imprese, difendiamo i diritti dei lavoratori e ci opponiamo allo smantellamento dell’ultimo comparto industriale delle costruzioni italiano. le aziende aprono procedure di esuberi a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Non permetteremo che si sfogli la margherita. Se il governo e le aziende non ci ascoltano, grideremo piu’ forte.”
Grandi adesioni alla manifestazione romana da parte dei lavoratori . “Non ci faremo asfaltare. Questa e’ la parola d’ordine dei lavoratori”.
8/03/2016
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