I sindacati
confederali mettono gli operai ilva gli uni contro gli altri al servizio degli
interessi dell'azienda e dei piani del governo.
Lo slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto fa esattamente l'opposto, lavora per l'unità su salute e lavoro su basi di classe e non su base corporativa, aziendalista o pseudo ambientalista.
slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto
slai cobasta@gmail.com 3471102638
Allarme a Genova dei sindacati per il futuro dell'Ilva
Dalla riunione del collegio di vigilanza in prefettura nessun dato certo sul futuro: ancora la produzione non pemette, secondo l'azienda, il reintegro di tutti i lavoratori. Il sindacato lancia l'allarme
"Due mesi sono trascorsi invano. Settembre si avvicina e ogni giorno buono. Se la situazione non cambia sarà battaglia". All'uscita della riunione del collegio di vigilanza Ilva, che si è aperto questa mattina alle 11.30, Bruno Manganaro , segretario Fiom, è lapidario.Le prospettive dello stabilimento siderurgico, che
si appresta a concludere a settembre il quarto anno di contratti di solidarietà, restano assolutamente incerte.
Su 1740 addetti la solidarietà coinvolge ormai più di 1600 persone e il responsabile delle relazioni del
personale Enrico Martino ha confermato al tavolo della Prefettura che la situazione non e' cambiata rispetto a qualche mese fa. I dati sulla produzione di banda stagnata mostrano qualche miglioramento, anche dal
punto di vista della qualità, ma allo stato attuale lo stabilimento non è in grado di garantire la piena occupazione per i lavoratori. Numeri non ne hanno fatti, almeno ufficialmente, ma i conti sono chiari
comunque a tutti: a rischiare il posto sono almeno 700-800 addetti. "Abbiamo chiesto che si discuta col ministero del lavoro la possibilità di applicare ammortizzatori solidali straordinari - dice Claudio
Nicolini, segretario Fim - in modo da l'ora guardare la scadenza di settembre". "Serve comunque l'intervento forte del governo - aggiunge Antonio Apa, segretario Uilm - che e' garante dell'accordo di
programma". E i tempi sono stretti, perché , lo ribadisce la Fiom, "a settembre tutti devono rientrare altrimenti tutti sanno quello che accadrà a Genova".
Lo slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto fa esattamente l'opposto, lavora per l'unità su salute e lavoro su basi di classe e non su base corporativa, aziendalista o pseudo ambientalista.
slai cobas per il sindacato di classe Ilva Taranto
slai cobasta@gmail.com 3471102638
Allarme a Genova dei sindacati per il futuro dell'Ilva
Dalla riunione del collegio di vigilanza in prefettura nessun dato certo sul futuro: ancora la produzione non pemette, secondo l'azienda, il reintegro di tutti i lavoratori. Il sindacato lancia l'allarme
"Due mesi sono trascorsi invano. Settembre si avvicina e ogni giorno buono. Se la situazione non cambia sarà battaglia". All'uscita della riunione del collegio di vigilanza Ilva, che si è aperto questa mattina alle 11.30, Bruno Manganaro , segretario Fiom, è lapidario.Le prospettive dello stabilimento siderurgico, che
si appresta a concludere a settembre il quarto anno di contratti di solidarietà, restano assolutamente incerte.
Su 1740 addetti la solidarietà coinvolge ormai più di 1600 persone e il responsabile delle relazioni del
personale Enrico Martino ha confermato al tavolo della Prefettura che la situazione non e' cambiata rispetto a qualche mese fa. I dati sulla produzione di banda stagnata mostrano qualche miglioramento, anche dal
punto di vista della qualità, ma allo stato attuale lo stabilimento non è in grado di garantire la piena occupazione per i lavoratori. Numeri non ne hanno fatti, almeno ufficialmente, ma i conti sono chiari
comunque a tutti: a rischiare il posto sono almeno 700-800 addetti. "Abbiamo chiesto che si discuta col ministero del lavoro la possibilità di applicare ammortizzatori solidali straordinari - dice Claudio
Nicolini, segretario Fim - in modo da l'ora guardare la scadenza di settembre". "Serve comunque l'intervento forte del governo - aggiunge Antonio Apa, segretario Uilm - che e' garante dell'accordo di
programma". E i tempi sono stretti, perché , lo ribadisce la Fiom, "a settembre tutti devono rientrare altrimenti tutti sanno quello che accadrà a Genova".
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