domenica 9 marzo 2014

3 marzo: la repressione a Ravenna non ferma l'attività incessante della Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio

Ravenna
Attivisti rete nazionale Sicurezza sul Lavoro a processo: presidio davanti al Tribunale

I sette nel 2008 manifestarono occupando l'agenzia interinale che assunse un 22enne, morto al primo giorno di lavoro

RAVENNA - Sette attivisti della rete nazionale Sicurezza sul Lavoro sono finiti a processo per una protesta non autorizzata organizzata all'interno dell'agenzia interinale che aveva curato l'assunzione di Luca Vertullo, il ventiduenne morto il primo settembre del 2006 al porto schiacciato da un rimorchio nella stiva di un traghetto durante il suo primo giorno di lavoro. Le accuse sono per tutti - oggi tra i 29 e i 60 anni, difesi dall'avvocato Monica Miserocchi - di occupazione di edificio in concorso. In due devono rispondere anche dei danneggiamenti provocati al portone della struttura. E uno di violenza privata per avere presumibilmente impedito all'allora console della Compagnia Portuale, proprietaria dell'immobile, di accedere all'area.
La vicenda si era inizialmente risolta con un decreto penale di condanna per cifre tra i 574 e i 1.140 euro; gli attivisti si erano però opposti. In mattinata in occasione dell'apertura del dibattimento, un gruppo di loro ha manifestato davanti al palazzo di giustizia srotolando uno striscione con la scritta: “Da processare è la precarietà che uccide non chi la combatte”. Tra gli altri, era presente anche la madre di Luca Vertullo.
La vicenda risale al 13 marzo del 2008 quando, in occasione dell'anniversario della morte di 13 lavoratori nella stiva della Mecnavi sempre al porto di Ravenna, un gruppo di attivisti della rete nazionale Sicurezza sul Lavoro entrò nell'area dell'agenzia interinale affiggendo su pareti, bachece esterne e recinzione perimetrale vari manifesti e distribuendo volantini. A quel punto le quattro impiegate presenti nell'agenzia si chiusero a chiave dentro avvertendo sia le che le forze dell'ordine che la Compagnia Portuale.
Quest'ultima si è costituita in parte civile con l'avvocato Aldo Guerrini lamentando un danno - morale e materiale - di alcune centinaia di euro. In aula hanno parlato l'allora dirigente della Digos, oggi capo della squadra Mobile, Nicola Gallo; l'allora console e consigliere comunale dei Ds, oggi in pensione, Roberto Rubboli; le quattro impiegate coinvolte e il legale rappresentante dell'agenzia interinale. Il Got Tommaso Paone ha aggiornato l'udienza a metà maggio quando verranno sentiti, tra gli altri, gli imputati e verrà mostrato un video girato dagli stessi antagonisti.
“Non eravamo lì per una manifestazione vuota - ha detto al termine dell'udienza Enzo Diano, uno degli imputati -. Eravano lì per protestare per la morte di Vertullo e per quella di Denis Zanon, avvenuta a Porto Marghera, e anche lui operaio interinale. Ci sembrava davvero strano che dentro al porto ci fosse un'agenzia interinale ma non un ufficio dell'ispettorato del Lavoro”.

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