Da un recente intervento ad una assemblea telematica nazionale Donne/Lavoratrici di una combattiva lavoratrice precaria Assistente igienico personale di Palermo, delegata Slai Cobas sc, pienamente valido oggi e verso il nuovo ANNO che sta per iniziare... Auguri di un nuovo anno di doppia lotta a tutte le lavoratrici e i lavoratori dalle Assistenti precarie di Palermo.
"... la pandemia scoppiata nel 2020 ha colpito ancora di più la nostra condizione di lavoro. Siamo assistenti igienico personale specializzate agli studenti disabili nelle scuole statali, e rappresentiamo le lavoratrici e i lavoratori precari della Sicilia che in buona parte si sono uniti in quei mesi alla lotta esemplare di anni dello Slai cobas sc delle lavoratrici e lavoratori di Palermo. Con il lockdown di punti in bianco non abbiamo più lavorato, ci hanno rinchiuso a casa forzatamente, però nonostante questo abbiamo usato altri mezzi per contrastare i danni che abbiamo subito tutti i giorni. Il 9 marzo 2020 comunque siamo scese in piazza in occasione dello sciopero delle donne. Abbiamo dovuto fare i conti con le restrizioni del governo però abbiamo dato ugualmente un segnale forte e non ci siamo arrese. Siamo tornate poi di nuovo in campo più aperto da giugno in poi non avendo più disoccupazione, una misera cassa integrazione finita dopo assurdi mesi di attesa, da disoccupate. La lotta per il nostro lavoro è una lotta che dura da tantissimi anni, la regione Sicilia e quindi il presidente della Regione Musumeci "fascista per bene" e i suoi neri
Assessori, decisero di cancellare questo nostro servizio e di trasferirlo illegittimamente ad altre figure che sono già all’interno della scuola tra cui i collaboratori scolastici, una decisione chiaramente solo per mero risparmio che ci ha danneggiato ulteriormente, cioè noi in maggioranza lavoratrici che prestiamo questo servizio da più di 25 anni, ognuna di noi ha famiglia, figli, ci sono donne separate, donne che hanno difficoltà ad andare avanti, un pò come tutte, come in tanti settori. Abbiamo continuato a portare avanti con coraggio e determinazione la nostra battaglia nei mesi successivi contro i palazzi del potere facendo varie manifestazioni, incontri su incontri. Ci sono stati momenti abbastanza caldi e concitati perché la rabbia è tantissima contro i palazzi del potere che tendono sempre a relegarci a casa, che ci privano del nostro diritto al lavoro come donne e della nostra dignità di vita. Ma ci ha fatto sempre più forti questa rabbia, noi non ci stiamo e abbiamo continuato a lottare fino a riuscire con grande coraggio e sfida a RICONQUISTARE IL LAVORO rientrando nelle scuole nel 2021. Abbiamo conosciuto tante realtà siciliane di assistenti come noi che si trovano a fare i conti con un lavoro che è già precario anche a due ore al giorno per arrivare ad uno stipendio se così si può chiamare di appena 300 euro, quindi la precarietà nella precarietà, sì hai un lavoro ma questo non ti consente affatto di vivere in maniera dignitosa ... alla fine la giustezza di quello che facciamo è talmente grande che anche se in un numero più ridotto sicuramente non ci fermiamo. Noi siamo pure lavoratrici che abbiamo subito repressione, il 30 ottobre 2020 a noi è iniziato un processo per una iniziativa che avevamo messo in campo per difendere più che legittimamente il nostro lavoro contro una gara di appalto illecita della Città Metropolitana che licenziava di fatto tantissimi precari e che grazie a questa lotta è stata poi modificata, ma ci hanno ingiustamente denunciato. Ma anche da questo punto di vista siamo riuscite a trovare la grinta per affrontare questa repressione ingiusta che è uno strumento che la borghesia, i padroni e i governi utilizzano per intimorirci, per non portare avanti quelle che sono le nostre ragioni di lotta in difesa dei nostri diritti. Noi abbiamo detto durante l’iniziativa che facemmo in occasione dell’inizio del processo in presidio davanti al tribunale di Palermo: se toccano una toccano tutte! Io credo che questo sia un punto sul quale dovremmo trovare tutte noi donne lavoratrici, precarie, disoccupate, le nostre sorelle migranti... la forza, una unione per attivarci tutte insieme e contrastare la repressione, perché fa parte della lotta più generale contro questo Stato, questo sistema, è un altro aspetto di questa lotta. A Palermo guardiamo sempre perchè necessario anche alle altre realtà di lavoratrici che lottano per i loro diritti e che vengono represse dai padroni, dal palazzi del potere, dalle forze repressive al loro servizio ... perché, non bisogna mai guardare solo al proprio orticello, la solidarietà di classe è importantissima. Noi siamo state lavoratrici che in occasione del processo alle lavoratrici dell’Italpizza abbiamo fatto nelle varie città delle iniziative di solidarietà, abbiamo sostenuto attivamente la lotta delle lavoratrici degli alberghi di Milano così abbiamo sostenuto e sosteniamo le lotte delle nostre coraggiose sorelle operaie della Montello di Bergamo e della Beretta di Trezzo contro pesanti condizioni di sfruttamento e oppressione in fabbrica e anche fuori la fabbrica la loro LOTTA E' LA NOSTRA LOTTA! ...siamo comunque “GOCCE DI UNO STESSO MARE” che sicuramente vede in un contesto più generale tante lavoratrici, operaie, precarie... oppresse e represse, perchè lottano per i propri diritti, per la propria dignità, per una vita migliore, perchè come diciamo la "vita deve davvero cambiare".. Le donne e in particolare le lavoratrici, le proletarie che lottano, che non si sottomettono passivamente a questo sistema che le vuole oppresse e sfruttate doppiamente danno fastidio, non solo ai padroni, ma anche a maggior ragione a questo "nuovo" governo fascio sessista Meloni, danno fastidio a tanti uomini fino al punto che le odiano uccidendole probabilmente perché abbiamo sempre quella marcia in più. E quindi su questo bisogna fare FRONTE COMUNE. Ci attacchino pure, ci processino pure! La repressione è uno strumento così vile che la borghesia al potere utilizza proprio perché ci vogliono fermare. Dobbiamo andare avanti, stiamo andando avanti con forza con determinazione anche se è dura e difficile. Il nostro è un Cobas con diverse donne, lo dico per far capire che realmente abbiamo una forza in più nonostante i nostri acciacchi, i problemi di salute, in famiglia. In piazza mostriamo sempre quella marcia in più e ci distinguiamo anche dagli uomini, checché se ne dica dei nostri lavoratori, anche con un temperamento non indifferente, che lottano con noi e in generale ci sostengono... ma anche questa è una lotta ... Il lavoro per noi donne è ancora più importante di qualsiasi altra cosa, perché ci aiuta ad essere più indipendenti e ci può aiutare anche a sganciarci da situazioni familiari pesanti che si possono vivere, è il caso di alcune precarie che lottano. E’ quindi è una lotta doppiamente necessaria anche se difficile... Alcune di noi, infatti, devono lottare doppiamente: mentre alcune si ritrovano a casa familiari, mariti che comprendono la necessità di difendere il posto di lavoro, altre invece si devono scontrare anche con i mariti, con i figli, con chi vive sotto lo stesso tetto, ma anche con altri familiari. A volte quando una parla della lotta magari con orgoglio, perché è un orgoglio lottare per la difesa del posto di lavoro per la difesa dei propri diritti, gli altri quasi quasi ti guardano come per dirti: ma sì, ma dai, ma va “lavati i piatta” - detto proprio in siciliano - perché è come se non comprendessero la necessità di quello che è giusto fare. Noi abbiamo tutte le ragioni di portare avanti tutta la nostra rabbia, le nostre lotte per affermare i nostri diritti e la nostra vita di lavoratrici e di donne... la solidarietà che abbiamo ricevuto da parte di tante lavoratrici, precarie in questi anni ci fortifica, ci spinge ad andare avanti con maggiore forza e ci dà coraggio.
GIORGIA precaria in lotta
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