domenica 21 settembre 2025

21 settembre - Scioperi per la Palestina - abbiamo fatto e sostenuto in fabbrica quello del 19 - ora sosteniamo quello del 22

 Slai Cobas per il sindacato di classe - Cronache e immagini  dai Cantieri navali di Palermo - Dall'appalto Ilva Taranto - Dalla Tenaris Bergamo del 19 

Palermo - 19 settembre al turno mattutino ai Cantieri navali il flusso degli operai è stato più folto e abbiamo potuto fare un buon volantinaggio del volantino fronte retro con riportato l'appello dei sindacati palestinesi che sono finiti in breve tempo, solo pochissimi operai non l'hanno preso e si sono fatti buoni capannelli con gruppi di operai che hanno ascoltato esprimendo condivisione sulla questione del genocidio da fermare e del massacro che sta avvenendo in Palestina ma anche sul governo che mette sempre più soldi per i piani di riarmo ponendo la necessità dello sciopero generale ... molti operai hanno saputo da noi che ieri c'era lo sciopero di 4 ore indetto da Fiom/Cgil dicendo che non sapevano nulla e chiedevano a noi la modalità dello sciopero; un iscritto Fiom si giustificava sul fatto che gli operai in generale non partecipano e non è facile; noi gli abbiamo detto che proprio questo deve essere invece il lavoro che si deve fare verso gli operai, che certamente è difficile ma va fatto.
Attorno alla fabbrica abbiamo messo pannelli e locandine.

A Palermo non vi è stata manifestazione Cgil che è stata a Catania dove c'era Landini

Per Taranto - Leggi post info del 20 settembre su questo blog: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/09/pc-21-settembre-scioperi-dei-lavoratori.html

Ascolta gli interventi all'appalto Ilva a ORE 12 Controinformazione Rossoperai su questo blog -https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/09/pc-16-settembre-ore-12_19.html

Da Tenari Dalmine - vedi post su questo blog del 20 settembre https://proletaricomunisti.blogspot.com/2025/09/alle-fabbriche-per-la-palestina.html


Noi dello Slai Cobas sc, come gran parte del sindacalismo di base, da tempo siamo al fianco del popolo palestinese nel nostro paese e animiamo manifestazioni, iniziative, denunce, per esprimere solidarietà e sostegno e per denunciare il ruolo di complicità, appoggio che l'imperialismo e il nostro governo hanno nel genocidio in atto. 
Per questo siamo intimamente legati alle organizzazioni palestinesi nel nostro paese che stanno facendo di tutto perché il popolo italiano in generale comprenda tutto questo e scenda in campo a loro fianco in questa battaglia che è politica, sociale, ma che è anche di civiltà e di umanità, e che mette in luce come da una parte stanno gli Stati, i governi con le loro guerre, genocidi, repressione, piani di morte e distruzione e dall'altro stanno le istanze dei proletari e dei popoli che vogliono un mondo in cui tutto questo venga cancellato.

Le fabbriche, gli operai delle grandi fabbriche, l'universo dei lavoratori metalmeccanici hanno fatto finora poco o niente su questo. Non c'è giustificazione rispetto a questo silenzio della classe operaia.
Sicuramente la condizione nelle fabbriche resta abbastanza grave sul piano dei salari, delle condizioni di lavoro, della difesa del posto di lavoro e c'è il dramma dei morti sul lavoro, ma non riuscire a produrre un movimento reale che esprima la solidarietà a fronte a quello che sta avvenendo in Palestina è una macchia per i proletari, per la classe operaia del nostro Paese. In questo senso ogni segnale che si muove in questa direzione solidale lo salutiamo e lo sosteniamo.

Il 19 settembre abbiamo aderito, partecipato allo sciopero di 4 ore, che in alcune realtà è stato esteso a 8 ore, proclamato dalla FIOM all'interno di una campagna e di un'iniziativa presa dalla CGIL in generale che però non è quella dello sciopero generale né quello dello sciopero in tutti i posti di lavoro ma ancora una volta di iniziative essenzialmente verso le Istituzioni del sabato che non hanno altro senso che pura testimonianza.

Lo sciopero è importante e deve essere l'inizio;  così come importante è lo sciopero indetto da alcuni sindacati di base di lunedì 22 settembre contro il genocidio e la deportazione, a sostegno della lodevole iniziativa per rompere l'assedio, far arrivare aiuti umanitarie rappresentata dalla Flottilla, dalle navi che stanno cercando di raggiungere Gaza.

Tutti questi scioperi domandano un vero sciopero generale, perché di fronte a questioni che riguardano i destini di un popolo, che rappresentano alla fine i destini dell'intera umanità, di fronte a un sistema che marcia verso la guerra e vuol riempire il mondo di crimini in nome delle leggi del Capitale e del profitto, i lavoratori devono svolgere un ruolo di prima linea.

Su questo però la chiarezza deve ancora venire. Occorre andare a fondo sulle ragioni di questo massacro, di questo genocidio, occorre comprendere che esso è il cuore, l'epicentro di una situazione mondiale che richiede ben altro che scioperi di solidarietà e di testimonianza. Per fermare la guerra, i genocidi e la ricaduta sulla vita dei proletari e delle masse popolari ci vuole ben più di un sciopero generale anche se senza lo sciopero generale questo “di più” non potrà venire.



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