Incidenti lavoro: un morto in
cava di marmo in val Venosta
Operaio finito sotto lastra di marmo
06 Giugno
2017 - 10:00
(ANSA) -
BOLZANO, 6 GIU - Un operaio è morto questa mattina nella cava di marmo di
Covelano, in val Venosta in Alto Adige. Secondo le prime informazioni, l'uomo è
finito sotto una lastra di marmo, morendo sul colpo. Sul posto sono intervenuti
il 118 e i carabinieri, ma per l'operaio non c'era più nulla da fare. (ANSA).
Trieste, muore schiacciato da
una trave alla Wärtsilä
Coinvolto un
triestino di 48 anni, operaio di una ditta esterna, la Italfer. A provocare il
decesso un grave trauma da schiacciamento agli arti inferiori. Immediata la
reazione sindacale, non solo a Trieste di Corrado Barbacini
05 giugno
2017
Gli operai
fuori dalla sede di Wärtsilä dopo la morte sul lavoro di un loro collega. Foto:
Bruni
TRIESTE. Morire a 48 anni sul posto di lavoro,
schiacciato da una pesantissima barra di metallo. È accaduto ieri mattina, 5
giugno, all’interno dello stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra. Vittima
un operaio specializzato, Stefano Fiorentino, dipendente di una ditta
esterna, la Italfer di via Ressel in zona industriale, incaricata di
rimuovere macchinari e materiali da un capannone in fase di dismissione.
L’uomo
è deceduto poco dopo il trasferimento all’ospedale di Cattinara: le lesioni
riportate agli arti inferiori e al bacino si sono rivelate purtroppo fatali. Il
pm Massimo De Bortoli ha subito aperto un’inchiesta per far luce sull’episodio,
disponendo l’immediato sequestro della struttura. Il tragico infortunio sul
lavoro - l’ultimo, purtroppo, di una lunga serie registrata in città nel corso
degli ultimi anni -, si è verificato attorno alle 11. Fiorentino, un operaio
carpentiere con lunga esperienza alle spalle, stava lavorando all’interno di un
capannone in fase di svuotamento, un tempo chiamato spazio di «media
meccanica». Il suo compito era appunto quello di rimuovere materiali e
attrezzature dall’area, destinata secondo i piani della Wärtsilä ad essere
venduta insieme a buona parte del comprensorio di Bagnoli. La dinamica dell'incidente.
Ad un tratto, per causa che ora andranno chiarite, un pesantissimo tubo di
metallo di forma quadrata, di quelli che collegano i condotti di aerazione dei
motori delle navi, ha iniziato ad ondeggiare sempre più pericolosamente sotto
il braccio della gru come una micidiale e terribile altalena. E alla fine,
quella putrella del peso di svariate tonnellate è precipitata a terra, colpendo
l’operaio che si trovava sotto. L’impatto è stato devastante. Immediata
si è messa in moto la macchina dei soccorsi. Sul posto, chiamato dai colleghi
di Fiorentino, è arrivato il medico di fabbrica che si è reso immediatamente
conto della gravità della situazione. Il carpentiere, secondo le prime
ricostruzioni, non ha perso i sensi ed è rimasto vigile durante il primo
intervento sanitario. Tant’è che, all’inizio, il codice dell’intervento dei
sanitari del 118 era stato il giallo. Quindi grave ma, almeno sulle prime, non
urgente. Quando però l’equipe dei soccorritori è arrivata nel capannone «Media
meccanica», la situazione è apparsa in modo molto più grave. Fiorentino è stato
“liberato” dal peso del tubo che lo aveva schiacciato. E in quel momento ha
avuto un arresto cardiaco. Inutili i soccorsi. I sanitari lo hanno
sottoposto a una terapia d’emergenza. Per oltre mezz’ora è stato rianimato
finché il suo cuore debolmente ha ripreso a battere. Poi in ambulanza la corsa
disperata all’ospedale di Cattinara dove però il cuore, dopo pochi minuti
dall’arrivo, ha ceduto. E non è più ripartito nonostante gli sforzi dei medici.
«Lo schiacciamento agli arti inferiori provocato dalla putrella che l'ha
colpito era troppo grave e purtroppo non è stato possibile salvarlo», ha
riferito in seguito dice il direttore della Struttura Centrale 118, Vittorio
Antonaglia. Ben presto la notizia del grave infortunio ha fatto il giro dello
stabilimento di Bagnoli, e si è diffusa anche all’esterno. «Mi sono precipitato
appena appresa l’informazione - racconta turbato il sindacalista della Fim Cisl
Roberto Pizzin -. Sono arrivato nel “Media meccanica” che c’erano ancora gli
uomini del 118. All’inizio quell’uomo era cosciente , ma poi è andato in
arresto cardiaco...». La reazione dei sindacati. La conferma della
morte, avvenuta come detto poco dopo la corsa in ospedale, ha a quel punto
spinto gli operai dello stabilimento di San Dorligo a interrompere i loro turni
e a scendere immediatamente in sciopero, aderendo così all’agitazione
proclamata dai rappresentanti sindacali.
I parenti della vittima. Disperati i familiari
dell'operaio di appena 48 anni, che peraltri pochi conoscevano all’interno
della Wärtsilä, essendo dipendente di una piccola ditta esterna. «Siamo
disperati - si limita a riferire al telefono il fratello, titolare di un
laboratorio da calzolaio a Valmaura -. Vogliamo capire perché. Nessuno finora
ci ha spiegato come è morto Stefano». Bocche cucite tra i datori di lavoro
dell’operaio deceduto. Al telefono della ditta Italfer srl risponde la titolare
Elisa Rossetti de Scander: «Nessuna dichiarazione sull’episodio - taglia corto
-. Non abbiamo alcun commento da fare».
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