CASALE MONFERRATO La settimana prossima, martedì 12 maggio, con
la prima udienza preliminare sulla richiesta della Procura di rinvio a giudizio
di Schmidheiny per omicidio di 258 ex lavoratori Eternit e cittadini, inizia il
processo Eternit bis. L'Afeva – Associazione Familiari e Vittime Amianto
organizza un pullman da Casale Monferrato
L'intervista rilasciata
in occasione di una delle udienze a Taranto del processo Ilva, in cui è legale
delle parti civili presentate dallo Slai cobas sc.
L'Eternit è
stata un tentativo di fare un'operazione innovativa. Di considerare come unico
fenomeno quello dei danni prodotti all'ambiente e alle persone da produzioni
industriali.
Ci sono
stati processi per disastri ambientali, ma quello di tenere assieme tutto,
lavoratori, abitanti e ambiente, con l'art. 434 del codice penale, è stata
un'operazione innovativa che è andata a sollevare un problema storicamente
sotto la polvere, cioè gli effetti a lungo termine delle produzioni
industriali. L'Eternit ha cessato la produzione nel 1986 e la gente continua a
morire per quelle produzioni. Il primo grado di giudizio ha riconosciuto che
questa operazione si poteva fare, e anche la Corte d'appello. La Cassazione in
modo ancora più violento della sentenza Thyssen, ha detto NO: dovevate fare i processi
caso per caso per i singoli morti, perchè tenere assieme quanto accadde nel
1986 con oggi non è previsto dal codice penale, visto come articolo che
esauriva le possibilità di punire nel momento in cui cessavano i comportamenti
fattivi dei responsabili. Quindi è dal 1986 che comincia a determinarsi la
prescrizione. Il fatto che la gente continui a morire non si tratta di
“disastro” ma di singoli omicidi che bisogna perseguire uno per uno. Questa
interpretazione è secondo me forzata. La lettera della norma è degli anni '30,
in quegli anni non vi erano disastri per l'utilizzo dei cancerogeni, in mente,
allora, avevano l'idea di un disastro semi istantaneo, il cancerogeno invece
non è mai istantaneo, ci impiega almeno 10 anni per far emergere i primi effetti,
per l'amianto, almeno 30 anni dall'esposizione. Quindi, secondo la Cassazione
per i cancerogeni non ci possono essere disastri. La Cassazione ha ideato il
“disastro perfetto”, che c'è ma non è punibile. Questa è una visione
reazionaria: c'è un problema si cerca di affrontarlo per quello che è in
maniera unitaria, loro invece dicono no: la lettera della norma dice che si
devono vedere i singoli casi. In Corte d'appello abbiamo detto che la
produzione industriale produce merci e morti in serie, le patologie sono un
effetto della produzione industriale, le patologia di amianto non esisteva
prima della sua produzione industriale, Il capitalismo produce merci e morti
con la stessa intensità. Non accorgersi di questo è grave, quando se ne erano
accorte le vedove dei lavoratori che appendevano i manifesti funebri sui muri
della fabbrica. Se ne sono accorte loro negli anni '80..., ma la Cassazione ha
detto: se ne dovevano accorgere prima...
In risposta
a queste due sentenze sono state purtroppo deboli. La stampa ha dedicato solo
alcuni articoli, e non c'è stata un'adeguata reazione di forze sindacali,
ambientaliste, politiche.
Il
presidente della Repubblica che più volte si è pronunciato per la tutela dei
lavoratori, questa volta ha taciuto su Eternit e questo ha un significato. C'è
da dire che Eternit non era solo un riconoscimento della questione unitaria, la
sentenza di secondo grado aveva aggravato la pena (18 anni di carcere ad un
multimiliardario svizzero, che è tra il più importante “benefattore” della Svizzera,
organizza corsi di formazione in Vaticano sullo sviluppo sostenibile). La
Cassazione si è trovata di fronte ad un soggetto grosso. Non ho le prove delle
telefonate del padrone Eternit ai suoi “amici”, ma... Rispetto alla politica,
Renzi in primis ha deviato l'interesse sul problema, Renzi ha detto che
bisognava allungare la prescrizione, ma il problema è invece da quando decorre
la prescrizione non quanta è lunga. Per l'Eternit la seconda sentenza aveva
detto che non c'era prescrizione perchè il disastro è in atto e rientrerà solo
quando i morti rientreranno nella media. Altri hanno detto: approvare norme
nuove, ma queste si applicheranno ai disastri nuovi. Quindi dovremo aspettare
altri 30 anni per i disastri nuovi. Vi sono stati articoli stampa che hanno
scritto: la fregatura che hanno preso le vittime almeno sta portando al
cambiamento delle norme. Ma che facciamo? Chi ha dato ha dato chi ha avuto ha
avuto... In questo senso una certa timidezza c'è stata per chi dovrebbe
occuparsi di certe cose. Per le organizzazioni sindacali la loro timidezza è
data dal fatto che ci sono altri processi simili, vedi Ilva, dove c'è una
famiglia di un certo peso e una attività in corso. Quindi prendere una
posizione drastica, “che i reati vanno sempre puniti”, rischiava di
sbilanciarsi.
E' stato un
segnale
La sentenza
Eternit è reazionaria, nel senso reale della parola; dice: torniamo indietro di
50 anni.
Ma siccome
questo processo riprende, cosa c'è da aspettarsi?
Il processo
Eternit è complicato, perchè mette assieme 260 casi di morti nel corso degli
anni, in parte lavoratori in parte abitanti, unificati dal dato di essere molto
documentati - perchè nel disastro puoi affrontare il fenomeno anche
genericamente rispetto al singolo episodio, in questo caso invece devi dimostrare
il singolo episodio. Terzo elemento: fare un unico processo per così tanti casi
implica tempi lunghissimi, solo un udienza per ogni caso già sarebbero 260
udienze. Il tutto perchè la Cassazione ha impedito la trattazione unitaria
della questione.
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