Appello documento/relazione per ASSEMBLEA 19 MAGGIO 2015 COSTITUENTE COMITATO DI LOTTA (NAZIONALE)
PENSIONATI UNITI - c/o sede CONSIGLIO METROPOLITANO - ROMA Via Giolitti 231 (ballatoio piano rialzato) ore 10
per diffusione, pubblicazione e partecipazione, grazie anche come COLLEGAMENTO CON IL PERCORSO DELLA
"COALIZIONE 27 FEBBRAIO"...e per superare e rompere le divisioni che ci vorrebbero far fare di natura...generazionale...
Relazione all’Assemblea/dibattito
19 maggio a Roma
Sala
del Consiglio Metropolitano
Via Giolitti, 231 piano rialzato
(stazione di Roma Termini)
L’assemblea/dibattito
di oggi, che fa seguito alle altre che abbiamo tenuto già a Roma, Milano, Venezia,
Firenze, Torino, Napoli, Reggio Calabria, etc. è scaturita dalla necessità di
fare chiarezza sulle recenti prese di posizione del presidente dell’INPS, Tito
Boeri e sulla sentenza della Corte Costituzionale, che annulla il blocco delle
pensioni superiori 3 volte il minimo per gli anni 2012 e 2013.
Con
l’aiuto di tutti, che ringraziamo per la partecipazione al dibattito e per
l’importante contributo che ognuno di voi darà, vorremmo aprire una forte
riflessione su quanto accaduto con le ben 8 riforme pensionistiche (dalla
Amato/Dini, alla Fornero). Tra il 2008 ed il 2014 i vari attacchi alle
pensioni, culminate nella riforma Fornero, hanno comportato un drammatico
invecchiamento della popolazione lavorativa: sono saliti di 1,1 milioni i
lavoratori ultra-55enni, mentre sono scesi di quasi 2 milioni i lavoratori
under-35enni. Il saldo occupazionale è stato negativo per 811.000 posti di
lavoro, con una forte concentrazione della perdita nel sud (dove è andato in
fumo il 13% dei posti di lavoro precedenti). Intanto nell’economia reale si
sono dati processi irreversibili, che non sarà possibile riassorbire in alcun
modo, stanti le attuali condizioni politiche.
Il
degrado del mercato del lavoro ha portato ad un forte aumento delle sacche di
povertà e di disagio sociale, anche in segmenti della popolazione
precedentemente protetti. Non è raro che una situazione di povertà assoluta o
relativa tocchi oggi anche famiglie dove il principale percettore di reddito è
di mansione operaia e di pensione minima, ovvero non più solo famiglie che
vivono il problema diretto della disoccupazione e del reddito zero.
Le
Riforme previdenziali che si sono succedute, hanno cancellato alcuni diritti sanciti dalla
Costituzione e hanno di fatto creato le premesse per un sistema pensionistico
lasciato all’arbitrio del governante di turno, senza alcuna garanzia, per chi è
in pensione oggi e per chi lo sarà domani, che venga rispettato il patto fra il
Cittadino e lo Stato, in base al quale il Cittadino in servizio attivo lascia
allo Stato una parte cospicua del proprio stipendio e lo Stato glielo restituirà sotto forma di
retribuzione differita, dal momento in cui quel Cittadino passerà dal servizio
attivo alla quiescenza. Hanno creato quindi, le premesse per un sistema
pensionistico “indecente”, rendendolo tra i peggiori d’Europa, che ha creato di
fatto una spaccatura generazionale e colpirà pesantemente soprattutto i giovani
di oggi.
Boeri
La
recente nomina di Tito Boeri a presidente dell’Inps sembra significare la
volontà di far scomparire il sistema retributivo, anche in termini
retroattivi. Quello di cancellare definitivamente il sistema retributivo
è sostanzialmente il Boeri pensiero, espresso già in molte occasioni, ancor
prima di ricoprire l’incarico di presidenza. Ciò porterà ad una ulteriore
riduzione del potere d’acquisto delle pensioni già fortemente compromesso da un
meccanismo di rivalutazione inefficace.
Per inciso, secondo autorevoli studi, il ricalcolo con il contributivo
ridurrà l’assegno delle pensioni più basse e di quelle meno coperte da
contributi, mentre dovrebbe addirittura aumentarlo per le pensioni più alte.
Non
a caso Renzi ha voluto Boeri alla presidenza dell’Inps affidandogli il compito
di elaborare entro giugno un piano di revisione delle pensioni che contiene un
attacco a quelle costruite col retributivo. Le anticipazioni di stampa e i vari
dibattiti televisivi hanno portato alla luce tali mosse, scatenando una giusta
e forte reazione degli interessati, a partire dall’assemblea tenutasi il 15
aprile a Roma.
Amato/Dini/Fornero
Questa
nuovo attacco si aggiunge a quelli che nel corso di oltre venti anni hanno
duramente colpito il sistema pensionistico, a partire dalla legge Amato/Dini,
per finire a quella Fornero.
Le
otto riforme che si sono succedute hanno determinato tra l’altro una forte
spaccatura fra le generazioni, creando una divisione giovani/anziani che occorre
superare al più presto.
Grave
è la responsabilità dei vertici sindacali confederali che nei confronti di
queste controriforme (altro che riforme) non hanno esercitato la benché minima opposizione,
permettendo così ai partiti e ai governi di sinistra e di destra che si sono
succeduti a partire dal 1992, di rendere il nostro sistema pensionistico tra i
peggiori d’Europa. Questo significherà, soprattutto per i giovani di oggi,
ricevere in futuro pensioni da fame.
Dobbiamo
unire giovani e anziani, affinché questo sistema pensionistico SIA CAMBIATO,
partendo dal principio che dopo una vita di lavoro la pensione deve essere
dignitosa e possa permettere un tenore di vita di qualità.
Dobbiamo
modificare queste controriforme per ripristinare un diritto ad ottenere le
pensioni ad un’età accettabile. Vogliamo far rilevare nello specifico la
pesante ingiustizia subita da alcune categorie (come i macchinisti delle FS)
che, non ritrovando più la propria attività inserita fra quelle usuranti, si
sono visti innalzare l’età pensionabile di ben 9 anni. Il tutto, tra l’altro,
in evidente spregio delle statistiche che assegnano a quella categoria una aspettativa
di vita inferiore alla media nazionale.
Stessa
denuncia vogliamo fare per l’ingiustizia subita dagli esodati, per i quali
ancora oggi non viene trovata una soluzione equa.
Sentenza
Corte Costituzionale
La
sentenza della Corte Costituzionale 70/2015 ha reso giustizia a quanti avevano subito,
con la legge Fornero, il blocco delle pensioni per
gli anni 2012/2013. Il blocco è stato ingiusto e profondo, un altro attacco ai
pensionati già penalizzati da coefficienti di rivalutazione pensionistica
completamente insufficienti. La Consulta dice chiaramente che la Costituzione
del nostro Paese è stata violata con quella legge e che dunque bisogna
restituire, senza se e senza ma, il maltolto.
La
reazione del governo non si è fatta attendere. Di fatto stanno cercando
soluzioni per rendere nulla la sentenza. Dichiarazioni su dichiarazioni per
tentare di mettere uno contro l’altro i vari strati della popolazione. E sono
molto “infastiditi” anche perché questa sentenza mette parecchio in discussione
quanto Boeri intende proporre per modificare in peggio il sistema pensionistico
e i diritti acquisiti.
Una
riflessione su distribuzione della ricchezza e il lavoro
Oggi
affrontare il problema pensionistico discutendo sui numeri, su chi paga, sui
contributi versati e non, è importante, ma non dobbiamo perdere di vista che
tutti questi attacchi sono il frutto di una concezione sociale (quella del
capitale finanziario e delle grandi multinazionali) che vuole mettere in
discussione le lotte e i diritti conquistati dalla società civile per un miglioramento
delle condizioni vita. Il sistema pensionistico, la riforma sanitaria, la scuola
pubblica, i servizi come i trasporti, la telefonia, l’energia, etc., sono sorti
grazie alla mobilitazione, alle lotte e all’impegno professionale dei
lavoratori, di tutti i lavoratori, fossero essi operai, tecnici, impiegati o
dirigenti.
Oggi
assistiamo pesantemente alla messa in discussione del welfare. Tutto questo
avviene a vantaggio del capitale finanziario che sta aumentando la propria
ricchezza grazie anche al fatto che ha ricevuto enormi sovvenzioni per riparare
alla crisi di molte banche del 2007 (e poi c’è chi si lamenta che il debito
pubblico sia aumentato!). La ricchezza prodotta è come una coperta corta……. Aumentando
la loro, a qualcuno va sottratta……e oggi la si sottrae ai lavoratori, ai
pensionati, ai ceti medi e medio alti, alle attività produttive e così via.
Inoltre,
come spesso ci ricorda il prof. Mazzetti, va posta seria attenzione all’aumento
della produttività. Se il capitale finanziario e le multinazionali si
incamerano gli incrementi della produttività, cosa può rimanere agli strati
intermedi della popolazione, se non briciole e disoccupazione?
Lotta,
organizzazione, unità dei cittadini
E’
evidente che di fronte all’arroganza dei governanti, pronti a mettere in discussione
la stessa sentenza della Corte Costituzionale, è necessario attivare una
mobilitazione generale, che faccia sentire la voce del forte dissenso dei
pensionati, dei giovani e dei cittadini tutti, contro provvedimenti che tutto
hanno meno che il rispetto dell’equità.
La
proposta è quella di indire un presidio a Roma per la metà di giugno, anche per
far capire a Boeri che deve tenere ben distanti le mani dalle nostre pensioni,
così come dobbiamo far comprendere al Governo che la rivalutazione sul 2012 e
2013 deve essere prontamente restituita piena per tutti e non decurtata a
piacimento di questo o quel ministro.
Si
deve inoltre far capire che è giunta l’ora di finirla con il criminalizzare il
benessere e la relativa ricchezza che molti cittadini hanno raggiunto con
sacrificio ed impegno, spesso a scapito della loro famiglia e del loro privato.
Chi governa deve capire che la ricerca di un miglioramento della propria condizione
sociale ed economica, la solidarietà tra i cittadini e la difesa dei beni
comuni, sono la sola e vera molla in grado di rimettere in moto l’economia di
questo Paese. E bisogna fare in fretta!
Si
propone inoltre di indire entro settembre un convegno/dibattito che cominci a
definire un progetto per una riforma delle pensioni che sia veramente in linea
con le esigenze di chi oggi è in pensione e dei giovani che lo saranno domani.
Una riforma che ribalti le logiche che hanno permesso la definizione di quella
esistente, che unisca le generazioni, che dia a tutti un futuro dignitoso e di
qualità, nel rispetto della Costituzione, così come ribadito dalla stessa
sentenza della Corte Costituzionale.
Per
fare tutto ciò si conviene di costituire UN COORDINAMENTO NAZIONALE DI
MOBILITAZIONE PERMANENTE DEI CITTADINI IN PENSIONE, che non sia solo strumento
di lotta per pensioni giuste e dignitose, ma anche uno strumento utile per un
MOVIMENTO DI CITTADINI PER IL CAMBIAMENTO, che sui vari temi della drammaticità
scaturita dalla situazione del dopo crisi del 2007 sia in grado di avviare proposte e
mobilitazioni, a partire da quella sul lavoro, e che anche in questo caso veda
uniti tutti i ceti sociali contro l’arroganza,
la rapina e la prepotenza, del capitale finanziario e di chi lo sostiene contro
l’interesse di gran parte dei cittadini.
Si
decide pertanto di partecipare alla riunione costitutiva del Coordinamento
nazionale di lotta che si terrà a Pistoia il 25 maggio.
Roma, 19 maggio 2015,
Le organizzazioni promotrici: USB, CUB, COBAS,
USI, SPI-CGIL Pensionati, COMITATI ESODATI, Riviste “Le Lotte dei Pensionati “
e “Ancora in Marcia!” , Associazione USICONS
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