da la
Repubblica
Una strage nella miniera degli scavi. Quasi cento
morti, forse di più sotto la frana in una miniera di giada in Myanmar. E un
altro centinaio sarebbero i dispersi. La maggior parte delle vittime sarebbero
disperati che vivono accanto alla miniera arrampicandosi ogni giorno sulle
montagne di scarti della lavorazione della giada alla ricerca di frammenti del
prezioso minerale da rivendere. Quelli sfuggiti agli scavatori meccanici
utilizzati dalle imprese del settore. Decine di baracche sarebbero rimaste
sepolte e si teme che all’interno si possano trovare altri corpi senza vita. Il
crollo si è verificato nello stato Kachin. I soccorritori continuano a scavare
tra le montagne di macerie. Molta della giada prodotta qui è la piu ricercata
del mondo, specialmente dalla Cina, e il suo commercio rappresenta un quinto
degli introiti dalle esportazioni birmane. Migliaia di persone lavorano nelle
miniere gestite da cinesi, influenti birmani e militari o kachin tra i quali i
leader degli eserciti separatisti. Un inferno, al centro anche delle violenze
della guerra che ciclicamente sconvolge quella parte del Paese. Proprio attorno
a Hpakant dove è avvenuto il crollo, appena 3 anni fa 100mila uomini
donne e bambini sono stati evacuati durante i violenti scontri tra esercito
birmano e kachin che ha fatto centinaia di vittime. Senza regole di sicurezza
da decenni si scava per trovare la giada in enormi territori che vengono
devastati per portare alla luce la viva roccia. Le vittime della frana a
quanto pare alloggiavano dentro baracche e tende di plastica a ridosso dei
detriti estratti dalle compagnie per trovare le pietre verdi, grandi cumuli che
hanno ceduto schiacciandoli in gran parte durante il sonno. Lo sfruttamento dei
lavoratori e le condizioni disumane delle miniere sono due dei tanti problemi
che si troverà ad affrontare Aung San Suu Kyi, considerando che i suoi
avversari politici sconfitti controllano con l’esercito molte delle miniere a
rischio come quella crollata. In passato notizie di incidenti come questo non
finivano mai nelle cronache del giornale di regime La luce del Myanmar, né tra
le news dei tg.
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