LICENZIAMENTO POLITICO DI UN’ATTIVISTA USB CHE DICE NO
AI DICTAT DI IKEA
Milano –
giovedì, 19 novembre 2015
Luigi era sotto inquadrato al 3° livello pur essendo
addetto al controllo qualità anche fuori il negozio con trasferimenti
all’estero. Ikea non ha mai voluto riconoscergli il giusto livello e il
relativo giusto salario. Assieme ai legali di USB ha intentato causa e, dopo due anni sballottato da un reparto
all’altro, l’ha vinta. Per il giudice deve essere inquadrato al 2° livello con
pagamento degli arretrati. Ikea si è rifiutata di dare seguito alla sentenza
accampando la scusa che in azienda non ci sono posizioni di quel livello.
Un’affermazione ridicola: in un’azienda di queste dimensioni mansioni di quel
livello abbondano. E lo ha licenziato mostrando grande disprezzo non solo per
il lavoratore ma anche per la magistratura. Vogliono avere ragione anche quando
perdono! A questo punto a Luigi non resta che ricorrere ancora alla giustizia
sostenuto dalla solidarietà e dalla mobilitazione di tutti i lavoratori di
Ikea. Ikea è il laboratorio più avanzato di tutte le tecniche possibili sulla
precarietà, della lotta contro i lavoratori del disprezzo nei loro confronti e
del loro lavoro, alla faccia delle sue tanto decantate responsabilità sociali,
dell’esaltazione della meritocrazia. Tutte menzogne! La realtà è la
massificazione dei profitti, la gestione criminale delle risorse umane. I
lavoratori di Ikea e USB difenderanno strenuamente Luigi, uno di noi.
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