Per
l’udienza del processo del 20 settembre sulla "1/2 ora non
retribuita", dalle ore 10,30 si terra un presidio di una
rappresentanza delle lavoratrici della Montello nei pressi del
tribunale del lavoro di via Borfuro 11/B a Bergamo, a cui sono
invitati chi vuole sostenere la lotta.
Al
cambio turno delle 13/14 poi ci sposteremo alla fabbrica per
incontrare tutte le lavoratrici.
L'MFPR
fa appello a sostenere questa battaglia che è una battaglia come
lavoratrici, come donne, come immigrate.
E'
una lotta e rivendicazione non solo giusta dal punto di vista
sindacale, ma che ha un significato che va oltre, di dignità, di
ribellione alla protervia dei padroni che pensano di calpestare tutti
i diritti delle lavoratrici, di opposizione a chi vuole rubarci
tempo, tempo della nostra vita, per sfruttarci di più e aumentare i
suoi profitti.
Questa
mezz'ora ha il significato della resistenza delle operaie del bel
film "7 minuti" a non permettere che i padroni prima si
prendano minuti, poi mezz'ora e poi...
E
proprio alla Montello questo progressivo attacco ai diritti delle
operaie, delle donne continua ad andare avanti: ad una lavoratrice
non è stata rinnovato il contratto mentre era in maternità con la
motivazione che le mansioni svolte non sarebbero compatibili con
l’allattamento. Cosa che comunque potrebbe essere risolta
spostandola ad altre mansioni. Ma per i padroni le donne in maternità
sono un fastidio e un "costo non produttivo al 100%"!
Per
tutto questo la battaglia delle 17 operaie della Montello "8 ore
lavoro 8 ore mi paghi" è una battaglia che deve essere vinta
non solo per loro ma per tutte le donne.
Per
info e per partecipare alle iniziative a Bergamo: mfpr.mi1@gmail.com
- 3339415168
SOTTO
STRALCI DAI COMUNICATI PRECEDENTI
Le
prime 17 operaie d'avanguardia, che hanno portato i padroni in
Tribunale, non devono rimanere
sole. Il loro coraggio sta dando fiducia ad altre operaie che è giusto lottare, e le sta facendo aprire gli occhi sull'infame accordo fatto tempo fa dalla Cgil che invece accettava, in nome di condividere da parte dei lavoratori la "crisi delle aziende", di rinunciare al pagamento della mezz'ora di pausa e di altre indennità e voci retributive.
sole. Il loro coraggio sta dando fiducia ad altre operaie che è giusto lottare, e le sta facendo aprire gli occhi sull'infame accordo fatto tempo fa dalla Cgil che invece accettava, in nome di condividere da parte dei lavoratori la "crisi delle aziende", di rinunciare al pagamento della mezz'ora di pausa e di altre indennità e voci retributive.
Queste
sono le operaie che hanno fatto l'8 marzo scorso lo sciopero delle
donne. "E' stato
lo sciopero delle donne - dicono le operaie - che ci ha dato forza!
Per rompere la cappa di oppressione portata avanti dai padroni e
capi.
*****
QUAL'E'
LA CONDIZIONE DI QUESTE OPERAIE.
Nello
stabilimento di Montello (BG) lavorano 650 lavoratori, di cui 87
dipendenti di Montello Spa, mentre la maggioranza è occupata nelle
cooperative.
Due
terzi di questi lavoratori sono donne e la stragrande maggioranza
immigrate.
impegnate
con le cooperative nell'attività di recupero e riciclo di rifiuti
urbani da raccolta differenziata
e il
servizio di facchinaggio.
Le
lavoratrici, in tutto circa 300, lavorano su tre turni alternati di 8
ore ciascuno (1°: 06.00-14.00; 2°: 14.00-22.00; 3°: 22.00-06.00) a
ciclo continuo su sei giorni, spesso lavorando anche il settimo
giorno a seconda del bisogno.
Tali
attività comportano di stare per 8 ore continuamente in piedi
davanti al nastro trasportatore, dal quale le lavoratrici non possono
allontanarsi in assenza di sostituzione.
Anche
le due
pause di 15 minuti vengono assegnate solo se si renda disponibile,
per la sostituzione sulla linea, un lavoratore della c.d. “squadra
speciale” che prende il posto della lavoratrice sulla
linea.
La
collocazione temporale di questi due turni di “pausa” non è
predeterminata in modo fisso, ma dipende dall’orario in cui è
disponibile la c.d. Squadra speciale. Quindi, le
lavoratrici devono aspettare la disponibilità di questa "squadra
speciale" per prendere respiro, sedersi, andare in bagno, ecc.
E
SONO QUESTE DUE PAUSE, IN TUTTO MEZZ'ORA, CHE NON VENGONO PAGATE!
Nel corso del mese accade poi che i capi “mettano in libertà” le
lavoratrici per asserita mancanza di lavoro o
per esigenze di manutenzione e pulizia della linea, spesso
avvertendo le lavoratrici con poche ore d’anticipo.
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