Gli
ultimi dati Istat, e cioè quelli “ufficiali” degli
apparati dello Stato, confermano la crescita dei contratti a termine
ma soprattutto la diminuzione di quelli a tempo indeterminato. Il
livello di disoccupazione aumenta ma viene in parte limitato dal
fatto che gli anziani devono rimanere ancora al lavoro per tanti
anni…
***
Flop
del decreto dignità: aumentano i contratti a termine, diminuiscono
quelli stabili
I
dati Istat riferiti all’ultimo mese del 2018 fanno segnare una
risalita dei contratti a tempo e una contrazione di quelli a tempo
indeterminato, mentre continuano a crescere gli autonomi. Soffre
ancora la classe d’età dei 25-34enni
Vincenzo
PINTO / AFP
Crescono
i contratti a termine, diminuiscono quelli a tempo indeterminato. Il
giro di vite sui rapporti di lavoro a tempo del decreto dignità
targato Cinque Stelle, a quanto
pare, non ha portato i frutti voluti dal governo. Gli ultimi dati Istat, riferiti a dicembre 2018 registrano una crescita dei dipendenti a termine (+1,5%, pari a 47mila unità in più), che tornano a salire dopo due mesi di calo, e degli indipendenti (+0,2%, pari a 11mila unità in più). In discesa netta invece i contratti stabili, ai quali il governo puntava, che si riducono di 35mila unità in un mese (-0,2%).
pare, non ha portato i frutti voluti dal governo. Gli ultimi dati Istat, riferiti a dicembre 2018 registrano una crescita dei dipendenti a termine (+1,5%, pari a 47mila unità in più), che tornano a salire dopo due mesi di calo, e degli indipendenti (+0,2%, pari a 11mila unità in più). In discesa netta invece i contratti stabili, ai quali il governo puntava, che si riducono di 35mila unità in un mese (-0,2%).
Un
mix dovuto ai contratti stagionali del periodo natalizio e alle nuove
regole più strette sulla stipula di contratti a termine, che
potrebbe aver guidato nel frattempo a una risalita degli autonomi:
a contatti fatti, mentre i dipendenti aumentano di 12mila unità,
nello stesso mese gli indipendenti salgono di 11mila unità. Una
crescita quasi eguagliata. Di contro, i
contratti stabili arretrano, forse
anche in attesa degli incentivi annunciati nella manovra economica a
partire dal nuovo anno.
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