AVVOCATO
E. PELLEGRIN - Senta, lei quale professione svolge?
TESTE
C. CASSETTA - Io svolgo la professione di medico di medicina di
assistenza primaria (quindi medico di famiglia) per un 95% della mia
attività e per un 5% medico del lavoro.
AVVOCATO
E. PELLEGRIN - In quale parte del territorio della città ha avuto il
suo ambulatorio e i suoi pazienti?
TESTE
C. CASSETTA - Io ho sempre avuto l’ambulatorio nel borgo della
città di Taranto - quindi Taranto centro - ed ho un secondo
ambulatorio in Piazza De Amicis, quindi a duecento metri
dall’ingresso di Statte dell’Ilva. È il quartiere Tamburi
praticamente. Abbraccia anche un po’ di gente di Paolo VI. E, nel
passato, anche qualche cittadino di Statte.
AVVOCATO
E. PELLEGRIN - Senta, nell’ambito della sua attività lavorativa e
del suo contatto con i pazienti, è venuto a conoscenza di
particolari condizioni di rischio di esposizione ad agenti
inquinanti?
TESTE
C. CASSETTA - Allora, direttamente dai pazienti non può venire
questa indicazione nel senso che i pazienti non sanno l’origine
delle loro malattie. Io personalmente, negli anni passati, dopo uno
studio sulla famosa esenzione 048 - che è l’esenzione per i tumori
a Taranto - ho tra i miei pazienti effettuato una mini ricerca e il
mio dato personale raddoppia il dato del Distretto 3. Il Distretto 3
vedeva un malato su diciotto di cancro... io sono a 7.5 di presenza
di malati di cancro tra maschi e femmine nel Distretto...
PRESIDENTE
S. D’ERRICO - E qual è il Distretto 3?
TESTE
C. CASSETTA - Il Distretto 3 è il Distretto Tamburi-Borgo-Città
Vecchia. Il Distretto 4 è la restante parte della città, quella che
va dal centro verso viale Magna Grecia, Salinella e tutti gli altri
quartieri. Lì invece la presenza è di un malato su ventisei
abitanti. Il Distretto 3 era intorno al 5% di presenza. Il mio parco
clienti esprimeva il 7.5, quindi praticamente circa novantasei unità
malate di cancro. Naturalmente con tutte le differenze perché, come
ben sapete, nella 048 può rientrare
qualunque tipo di cancro. Io non faccio l’epidemiologo, quindi non so dirle poi che nesso ci può essere. Però, in grandi linee, la presenza della 048 si aggirava intorno al 7.5%. Quindi devo dire che nel bacino in cui opero c’è questa forte presenza.
qualunque tipo di cancro. Io non faccio l’epidemiologo, quindi non so dirle poi che nesso ci può essere. Però, in grandi linee, la presenza della 048 si aggirava intorno al 7.5%. Quindi devo dire che nel bacino in cui opero c’è questa forte presenza.
AVVOCATO
E. PELLEGRIN - Senta, proprio invece nell’ambito della sua
esperienza diretta, ha potuto constatare direttamente la presenza di
un’esposizione ad agenti inquinanti? Cioè ha potuto constatare la
presenza di polveri nel quartiere dove lavora?
TESTE
C. CASSETTA - Quello che verifico io su quei quartieri è un senso
generalizzato di paura e un senso di rischio, un senso di pericolo.
Questo percepisco normalmente tra i miei pazienti. Negli anni
passati... Io sono medico da più di trent’anni, vedevo una sorta
di indifferenza, quello che noi in Medicina del Lavoro chiamiamo
“evitamento” - cioè quando ti viene posto un problema hai due
strade - e, quindi, molto spesso loro cercavano di evitare la
discussione. Questo è avvenuto per molti anni. E anche di negare,
tutto sommato, il rapporto con la grande industria e con questo
territorio. Dopo il 2010 (penso 2012), quando ci sono stati studi di
un certo rilievo e c’è stato un certo fermento nella città di
Taranto, penso che abbiano preso consapevolezza della loro
condizione. Allo stato attuale, la consapevolezza si è trasformata
in rassegnazione. Quindi incomincio a vedere tutte quelle malattie
che possono essere collegate a una condizione di forte stress e di
forte paura del pericolo, cioè di un rischio generalizzato che non
si riesce a percepire. Guardi, io ho pazienti anche nel centro di
Taranto e anche dei professionisti. Il pericolo lo percepiscono anche
loro però, forse, la rassegnazione no perché hanno altri strumenti
di difesa. In questi quartieri noi facciamo i conti anche con un
attacco straordinario alla salute della gente da parte proprio degli
organismi della A.S.L., nel senso noi non possiamo prescrivere esami.
Ma in questi quartieri più poveri c’è una sorta di rassegnazione
e, quindi, le malattie diventano malattie psicosomatiche. Che le devo
dire? Le coliti, le ulcere, tutte... Gli attuali ordinamenti
praticamente ci impediscono di effettuare alcuni accertamenti (le
risonanze magnetiche, le TAC). Quindi c’è una limitazione anche
sotto questo aspetto che fa sentire ancora di più il peso. Insomma
sapere di poter essere ammalati e di non potersi curare è diverso
che sapere di ammalarsi e potersi curare. Questa è la grande
differenza che io vedo in questi quartieri rispetto alle altre
realtà.
AVVOCATO
E. PELLEGRIN - Senta, lei è al corrente anche di condizioni
particolari di esposizione con riguardo agli agenti inquinanti dei
lavoratori del cimitero di San Brunone a Tamburi?
TESTE
C. CASSETTA - Ho un paio di miei pazienti che lavorano al cimitero.
Mi raccontano di una enorme quantità di polveri. Però non ho un
riscontro preciso di questo.
CONTROESAME
DELLA DIFESA AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Lei prima ha parlato di
queste coliti spastiche che ha visto comunque crescere, di queste
ulcere. Questi comportamenti - per quella che è la sua competenza
tecnica - possono essere collegati anche a un momento di depressione
economica forte o no? Questo fatto, queste preoccupazioni economiche
non danno questo tipo di problema anche?
TESTE
C. CASSETTA - Non penso. In altre realtà queste malattie sono più
sviluppate nei ceti più ricchi, se vogliamo. Il fatto che
compaiono... Non c’è la percezione... Cioè in questi quartieri il
rapporto ce l’hanno - oggi - principalmente con il medico di
famiglia, con il pediatra, con le persone che ci sono gratuitamente,
quindi non hanno nemmeno il tempo di pensare alla psicosomatica; cosa
che invece avviene tra le persone che stanno meglio. Quando qui
compaiono queste patologie io sono più preoccupato: perché non
vanno dallo psicologo e quindi devono assumere farmaci e quindi altri
veleni. Mi spiego? È questa la differenza.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Sì, sì. La mia domanda era più semplice: se
lei, per la sua competenza tecnica, sa se preoccupazioni di carattere
economico diano la stessa manifestazione di coliti da stress e cose
di questo tipo.
TESTE
C. CASSETTA - No.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Quindi lei lo esclude questo.
TESTE
C. CASSETTA - No: perché lì sono sempre stati i poveri, Avvocato.
Capisce? Io sono figlio di un medico - che operava anche lì - e le
posso dire che mio padre non discuteva, nei suoi studi, delle
parrucche delle pazienti. Nei miei studi adesso non si vedono più le
influenze: si vedono solo i cancri e malattie correlate, leucemie. Il
dibattito tra alcune signore negli ambulatori - mi riferisce la mia
segretaria - avviene se conviene comprare la parrucca a Martina o da
un’altra parte.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Poi le volevo chiedere: quando un paziente è
affetto da malattie di questo genere (quindi comunque formazioni
tumorali e cose di questo tipo) se le capita - per la sua esperienza
- di vedere che comunque alla fine del ricovero, dopo un po’ di
tempo, le portano la cartella clinica da far vedere.
TESTE
C. CASSETTA - Sì. Noi vediamo i fogli di dimissione degli ospedali
che sono poi un sunto della cartella clinica.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Le cartelle cliniche non vengono richieste?
TESTE
C. CASSETTA - Non vengono.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Quando devono essere fatte poi - che so - le
chemioterapie e cose di questo tipo in un’altra sede, non viene mai
richiesta?
TESTE
C. CASSETTA - Ma questo poi è l’Oncologia... è il reparto di
Oncologia che fa la storia. Noi abbiamo i nostri dati ma non
richiediamo mai.
AVVOCATO
P. ANNICCHIARICO - Il paziente, per quella che è la sua conoscenza.
TESTE
C. CASSETTA - Ma il paziente, se deve andare avanti nella sua...
allora la richiede. Altrimenti non la richiede. Devo dirle che c’è
anche una sottovalutazione del problema in questi quartieri. Perché,
per esempio, mei quartieri, non c’è proprio la cultura della
cartella clinica...
PRESIDENTE
S. D’ERRICO - Avvocato, comunque queste domande sono del tutto
estranee al capitolo di prova... queste domande non sono ammesse
perché esulano dall’oggetto della prova.
AVVOCATO
S. LOJACONO - Lei ha parlato di una... l’ha definita “ricerchina”
che ha fatto e rispetto alla quale ha anche dato dei riferimenti
numerici, delle percentuali - giusto? - poco fa.
Potrei chiederle dei piccoli riferimenti temporali su questa “ricerchina”? Da che anno a che anno andrebbe?
TESTE C. CASSETTA - Quella dello 048 è dal settembre del 2013. Mi fu chiesto da alcune organizzazioni e tutti i medici furono - diciamo - allertati e ci fu richiesto... A me lo chiese una mia collega, voglio dire.
Potrei chiederle dei piccoli riferimenti temporali su questa “ricerchina”? Da che anno a che anno andrebbe?
TESTE C. CASSETTA - Quella dello 048 è dal settembre del 2013. Mi fu chiesto da alcune organizzazioni e tutti i medici furono - diciamo - allertati e ci fu richiesto... A me lo chiese una mia collega, voglio dire.
AVVOCATO
S. LOJACONO - Posso chiederle chi è questa collega, nome e cognome?
TESTE
C. CASSETTA - La collega è la Dottoressa Parisi che è pediatra. Lo
studio mi sembra che fu pubblicato poi da PeaceLink. L’eccesso di
mortalità sul territorio dei Tamburi, Borgo e Paolo VI fu un referto
epidemiologico e fu uno studio epidemiologico del Dottor Valerio
Gennaro. Questo è uno studio a cui noi ci siamo prestati a dare il
nostro contributo. Io personalmente mi sono estrapolato dal mio
computer quanti malati di cancro avevo.
AVVOCATO
S. LOJACONO - Quindi lei poi ha ritrovato il risultato anche di
quelli che erano i dati che lei ha trasmesso, in una pubblicazione di
PeaceLink. Giusto? Siccome dobbiamo parlare poi di cose precise,
questa pubblicazione di PeaceLink che cos’era: un articolo, un
comunicato, una rivista? Non penso che PeaceLink pubblichi su riviste
scientifiche. Quindi se mi dice dove ha pubblicato i dati PeaceLink:
sul suo sito?
TESTE
C. CASSETTA - “InfoComune”, “La strage di Taranto e il codice
048”.
AVVOCATO
S. LOJACONO - Quindi se adesso io le chiedo se lei è in grado di
fornire al Tribunale, alla Corte d’Assise i nomi, i tipi di
patologia, il momento di insorgenza della patologia, di tutti questi
casi che lei ha comunicato alla Dottoressa Parisi e che poi sono
stati comunicati a PeaceLink...
TESTE
C. CASSETTA - No, non posso dare ad altri il nome dei miei pazienti
per un problema di privacy... Io non faccio il ricercatore, non
faccio... Peraltro il concetto che ho del metodo scientifico è tutto
mio personale, nel senso che credo che passi attraverso la raccolta
dei dati personali del paziente. Io appartengo a una vecchia
concezione della medicina, lavoro poco con i computer. Quindi
ascolto.
PRESIDENTE S. D’ERRICO - E da quel momento a oggi ha fatto altre verifiche, dal 2013 al 2018/19?
TESTE C. CASSETTA - No, no: perché il nostro parco clienti rimane quello. Sono morti molti pazienti... qualcuno è morto, qualcuno è in trattamento, tanti sono sotto chemioterapia.
PRESIDENTE S. D’ERRICO - E da quel momento a oggi ha fatto altre verifiche, dal 2013 al 2018/19?
TESTE C. CASSETTA - No, no: perché il nostro parco clienti rimane quello. Sono morti molti pazienti... qualcuno è morto, qualcuno è in trattamento, tanti sono sotto chemioterapia.
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