GENOVA: “NON VI FAREMO CHIUDERE ANSALDO ENERGIA!”. LE TUTE BLU OCCUPANO L’AEROPORTO
Seconda giornata di lotta per i lavoratori di Ansaldo Energia, il più grande stabilimento genovese con quasi 2.400 dipendenti diretti, che diventano oltre 3.000 contando l’indotto.
Mercoledì 12 ottobre le tute blu avevano paralizzato per ore il centro cittadino, portando la loro rabbia fuori dalle mura dello stabilimento di Genova Campi. In serata Cassa Depositi e Prestiti ha diffuso una nota che non va nella direzione auspicata: la ricapitalizzazione, unico strumento per salvare azienda e posti di lavoro, viene infatti demandata a un nuovo piano industriale che – denunciano i sindacati, Fiom Cgil in testa – sarà come sempre da lacrime e sangue.
Da qui la decisione di mobilitarsi ancora, già dall’alba di giovedì 13 ottobre, con un presidio permanente che di fatto ha blindato le portinerie di Ansaldo Energia, mentre numerosi negozi di Genova Ovest avevano le serrande abbassate in solidarietà con i lavoratori.
A metà mattinata è partito poi un nuovo corteo, con oltre un migliaio di tute blu, diretto all’Aeroporto di Genova, con qualche momento di forte tensione con la polizia. Nonostante spintoni e qualche scudata, le tute blu sono entrate dentro lo scalo, occupandone l’ingresso e i gate e bloccandone l’operatività, mentre in Regione incontro tra il presidente Toti e i rappresentanti sindacali.
GENOVA TOTALMENTE PARALIZZATA DALLA RABBIA DELLE TUTE BLU DI ANSALDO ENERGIA. BLOCCO DELL’AUTOSTRADA
Aggiornamento: questa mattina gli operai dell'Ansaldo sono scesi nuovamente in corteo e dopo aver forzato il cordone di polizia sono riusciti ad occupare l'aeroporto di Genova, portando di fatto allo sospensione dell'operatività fino alle 17. “Nulla di fatto, le istruzioni ci hanno detto cose che già sapevamo. Ci sono parole ma nessuna garanzia sulla ricapitalizzazione. Abbiamo il dubbio che il piano industriale sarà pesantissimo, noi non ci stiamo. La lotta continua anche con modalità aspre. La questione Ansaldo Energia è sentita dalla città e dai lavoratori delle altre aziende della città”, così Stefano Bonazzi segretario Fiom Genova.
Seconda giornata di lotta per i lavoratori di Ansaldo Energia, il più grande stabilimento genovese con quasi 2.400 dipendenti diretti, che diventano oltre 3.000 contando l’indotto.
Mercoledì 12 ottobre le tute blu avevano paralizzato per ore il centro cittadino, portando la loro rabbia fuori dalle mura dello stabilimento di Genova Campi. In serata Cassa Depositi e Prestiti ha diffuso una nota che non va nella direzione auspicata: la ricapitalizzazione, unico strumento per salvare azienda e posti di lavoro, viene infatti demandata a un nuovo piano industriale che – denunciano i sindacati, Fiom Cgil in testa – sarà come sempre da lacrime e sangue.
Da qui la decisione di mobilitarsi ancora, già dall’alba di giovedì 13 ottobre, con un presidio permanente che di fatto ha blindato le portinerie di Ansaldo Energia, mentre numerosi negozi di Genova Ovest avevano le serrande abbassate in solidarietà con i lavoratori.
A metà mattinata è partito poi un nuovo corteo, con oltre un migliaio di tute blu, diretto all’Aeroporto di Genova, con qualche momento di forte tensione con la polizia. Nonostante spintoni e qualche scudata, le tute blu sono entrate dentro lo scalo, occupandone l’ingresso e i gate e bloccandone l’operatività, mentre in Regione incontro tra il presidente Toti e i rappresentanti sindacali.
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