Con la riunione di Firenze del 22 settembre si erano definite le linee generali di intervento.
“Arrivare
il giorno prima e non il giorno dopo”. E’ stata l’idea forza
che anima la RETE. Centrale in questo progetto è la prevenzione.
Prevenzione che deve partire dalla mappatura dei rischi per
l’abbattimento delle cause, altrimenti la ricognizione “statistica”
degli incidenti e dei morti si risolve in una logica burocratica, in
una presa d’atto sconsolata ed insincera.
La diffusione
della cultura della sicurezza, che andrebbe meglio definita come
cultura della prevenzione, non deve essere materia per specialisti e
tra questi medici del lavoro, tecnici, fino agli RLS oggi relegati al
ruolo di specialisti minori.
La cultura della sicurezza e
prima ancora la prevenzione deve essere presidiata da chi i rischi
alla salute li vive e li subisce. Rischi del momento, rubricati come
incidenti, e rischi di accumulo di fatica ed esposizione che si
manifesteranno col passare degli anni.
La somma degli
insulti psico-fisici mette a repentaglio la capacità di lavoro che
va preservata e non svalutata o mercanteggiata a favore di chi compra
la forza lavoro. La figura del RLS deve essere espressione di una
ritrovata consapevolezza, diffusa a larga parte dei lavoratori, che
la salute è tema centrale al pari della contrattazione economica che
va rivalutata ed affermata nella pratica.
Da questo punto
in poi il nostro sforzo è stato quello di fare una ricognizione
delle forze (i lavoratori in primis) disponibili a impegnarsi su
questo fronte di lotta: RLS, delegati e tutti i lavoratori sensibili
a questo tema.
Sono arrivate le prime adesioni di
lavoratori al progetto, ma per il varo di iniziative operative, come
la creazione di momenti di formazione, occorre allargare la lista. Di
qui l’azione da parte dell’organizzazione centrale che ha
ri-sollecitato la segnalazione e l’invio, da parte dei
coordinamenti provinciali, dei nomi dei lavoratori RLS o altri che
vogliono partecipare ai corsi di formazione.
Senza impegnarsi
in progetti faraonici che non andranno a mai costruire nessuna
piramide credo che sia utile puntare su una prima riunione che
coinvolga un numero non grande di lavoratori (20-25) afferenti dalle
città più grandi ad una riunione da tenere al più presto a Milano
e avvalerci della disponibilità del Dottor Vito Totire.
Questo
primo incontro dovrebbe fornire un inquadramento generale per poi
dare il via a momenti di applicazione concreta nei luoghi di lavoro.
Senza anticipare gli indirizzi da concordare con Vito
Totire ci sono dei temi comunque da affrontare:
- La
movimentazione manuale dei carichi.
- Il Documento Valutazione
Rischi (DVR).
- Le riunioni dei “gruppi omogenei”
(lavoratori impegnati nelle stesse mansioni) per far emergere
attraverso l’autoanalisi i medesimi sintomi condivisi e quindi le
potenziali patologie riconducibili alla tipologia di lavoro. Cause da
rimuovere!
- L’elezione degli RLS e i passaggi pratici
previsti dalla normativa.
Resta solo da definire, dopo
uno stretto giro di telefonate, una data per partire senza indugio
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