OPERAI
La crisi dell’auto è all’interno della più generale crisi del capitalismo mondiale. Essa si aggrava a causa delle emergenze che questo sistema produce a ripetizione: dall’emergenza pandemia all’emergenza guerra e al suo impatto sull’economia a partire dalla situazione del caro energia
Questa crisi viene scaricata da padroni e governo in tutto il mondo sulla pelle degli operai e delle masse proletarie, con ristrutturazioni che intensificano lo sfruttamento, riducono l’occupazione; e naturalmente con la ricaduta di una cassintegrazione flessibile e permanente che in diversi casi si traduce in chiusure e licenziamenti.
Contro tutto questo è necessaria l’unità operaia a livello di singoli complessi industriali e tra i diversi comparti della classe operaia, sia a livello nazionale che a livello internazionale.
I padroni non vogliono questo e mettono per i loro profitti in concorrenza operai contro operai delle diverse fabbriche, dei diversi stabilimenti dei diversi gruppi industriali e all’interno di ciascuno di essi tra i diversi settori di operai. Contano per questo sulla pressione dell’esercito industriale di riserva rappresentano da operai temporaneamente fuori dal ciclo produttivo, operai in cassintegrazione senza ritorno e naturalmente disoccupati.
Questo ha una ricaduta effettiva sui salari e spinge all’accettazione all’interno delle fabbriche di condizioni di lavoro sempre peggiori che incidono nella sicurezza, nella salute e in alcuni settori anche nell’ampliamento dei morti sul lavoro.
E’ chiaro che a fronte di tutto questo non esiste altra strada che la lotta.
La lotta per il salario, la lotta per migliori condizioni di lavoro, la lotta contro licenziamenti e cassintegrazione permanente, la lotta per ridurre l’orario di lavoro a parità di paga e per combattere chiusure e licenziamenti.
Questa lotta richiede l’unità del sindacalismo classista e combattivo, l’unità operai in produzione e operai cassintegrati, l’unità operai disoccupati.
Il gruppo Stellantis è al centro di questa situazione.
La Stellantis francese ha dato una tantum agli operai di 1400 euro – certo anche questa concessione va analizzata bene per capire quanti effettivamente di questi soldi vanno in busta paga - è naturale e legittimo che questa una tantum venga data agli operai di tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia.
La Stellantis invece dice che “per quanto riguarda l’Italia… bisogna tener conto delle sue specificità in termini di legislazione d’inflazione”. Se davvero volessimo tenerne conto, vuol dire soltanto che si dovrebbero dare più di 1400 euro e non meno, come vuole fare l’azienda.
Chiaramente l’azienda lo fa perché vuole escludere aumenti strutturali salariali, come sarebbe necessario. Invece è chiaro che noi vogliamo, a parte l’una tantum, degli aumenti strutturali sia sul piano nazionale per tutti i lavoratori in Italia, a fronte del carovita, carobollette, ecc., sia a livello di gruppo Stellantis nel nuovo contratto collettivo di lavoro che deve essere rinnovato per tutti i 48mila lavoratori del gruppo. Qui sì che ci vogliano aumenti strutturali.
Chiaramente a livello generale andrebbe rivendicata la reintroduzione della scala mobile. In attesa che ci siano condizioni generali di lotta per fare una grande battaglia su questo, è giusto che questa battaglia venga fatta in ogni fabbrica, in ogni gruppo e in tutte le forme possibili.
La seconda questione è l’unità degli stabilimenti Stellantis. E’ chiaro che l’azienda ha piani differenziati di produzione, di occupazione, ma questo non vuol dire che le ricadute sui lavoratori debbano essere che in uno stabilimento si assume e negli altri si riduce l’occupazione. Si mette in cassa integrazione e si licenzia.
E’ fondamentale che il sindacato, al di là delle sigle, non diventi parte di un “patto corporativo” stabilimento per stabilimento. Alla Stellantis di Melfi, l’azienda opera con mani libere nei cambi di turno – decretatati quasi giorno per giorno:
E’ giusto pretendere che il piano di organizzazione lavorativa sia mensile e che non si verifichino situazioni di turni messi e rimessi il giorno prima per il giorno dopo, compromettendo la gestione della vita privata dei lavoratori e delle loro famiglie con un’assoluta mancanza di rispetto verso i lavoratori trattati alla stregua di schiavi. Ma purtroppo anche una assoluta mancanza di difesa sindacale effettiva sul posto di lavoro.
Se si analizza ogni stabilimento, fatti come questo avvengono e non riguardano solo i turni ma ogni aspetto della vita di fabbrica.
Questa situazione deve essere cambiata.
A Roma un’assemblea proletaria anticapitalista, promossa dallo Slai cobas per il sindacato di classe ha visto una forte partecipazione sia di rappresentanti operai di diverse fabbriche sia di realtà esterne alla fabbrica. E’ un messaggio generale che viene da questa assemblea, e che stiamo portando in questi giorni alle principali fabbriche dove riusciamo ad arrivare. Reso oggi ancora più necessarrio a fronte al nuovo governo dei padroni, dove ci sono ministri che vengono direttamente dalla Fiat stellantis e altri padroni
Ora è il tempo innanzitutto di riorganizzarci come operai delle diverse fabbriche
questo è il senso e lo scopo di questo volantinaggio che avviene anche nelle altre fabbriche Stellantis e nelle altre grandi fabbriche del paese dalle Acciaierie d’Italia Taranto – ex Ilva alla tenaris di Bergamo, alla Marcegaglia, alla Fincantieri
Slai Cobas per il sindacato di classe
Per info e contatti: Slaicobasta@gmail.com – WA 3519575628
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