„Gli immigrati sono saliti sul tetto per salvarsi mentre il personale che lavora lì è fuggito senza preoccuparsi di mettere in salvo i documenti“
Maltempo e allagamenti a Roma nord, in pericolo il Centro per richiedenti asilo che ospita centinaia di extracomunitari e che fu costruito sulla piana alluvionale del Tevere. Un ferito per la scarica elettrica causata dall'allagamento, la denuncia del comitato per la casa e i diritti umani
PIOVE, GOVERNO LADRO E ASSASSINO
Isolati e in pericolo di vita, i richiedenti asilo del CARA di Castelnuovo
cercano scampo sui tetti per sfuggire all’inondazione
«Piove, governo ladro»: è un vecchio modo di dire che, se in passato trovava la sua ragion d’essere nell’abitudine degli esattori delle tasse di determinare l’ammontare delle gabelle pesando il grano dei contadini quando era fradicio di pioggia, oggi è doppiamente giustificato se si tiene conto che i disastri a cui stiamo assistendo impotenti in tutta Italia sono interamente da addebitarsi a: 1) una feroce speculazione edilizia che, devastando il territorio, lo espone a disastri di ogni genere; 2) la corruzione degli amministratori, molto più veloci a intascare mazzette che a provvedere alla messa in sicurezza delle nostre città.
Per questa ragione oggi si può e si deve dire che il governo non soltanto è ladro, ma anche assassino. Tutti i morti che, in questi mesi, sono stati imputati a inondazioni e ad altri fenomeni metereologici, infatti, sono diretta responsabilità di chi, in Parlamento, trova un suo rendiconto nel mancato cambiamento delle cose. Ennesima testimonianza delle colpe istituzionali è la tragedia che, nel silenzio generale, si sta consumando in queste ore tra i cancelli del Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto (Roma). Qui, nella mattinata, mentre la pioggia imperversava e l’acqua saliva, chi abitualmente specula sul dramma dei rifugiati ha abbandonato i richiedenti asilo in balia degli eventi. Minacciati dall’acqua, di ora in ora sempre più alta, gli ospiti del CARA non hanno potuto far altro che salire sui tetti e tutt’ora sono lì, mentre le forze dell’ordine impediscono a chiunque di avvicinare l’area in virtù della pericolosità ma senza fare nulla per mettere in salvo gli uomini, le donne e i bambini del CARA, attualmente in pericolo di vita e, in virtù del disastro, ormai privi anche di quel poco che possedevano, a partire da visti e documenti.
Ci si potrebbe chiedere, visti i milioni di euro che simili strutture inghiottono ogni anno, come è possibile che gli stabili preposti all’accoglienza siano privi di procedure di evacuazione?
Ma la vera domanda è un’altra: come si può tollerare oltre lo scandalo di leggi – dalla legge di Dublino, legata ai richiedenti asilo, fino all’italica Bossi-Fini – che trattano il fenomeno migratorio come un’organizzazione criminale, costruendo veri e propri campi di concentramento (i CIE) in aperta violazione di ogni diritto umano?
Qualunque cosa possa accadere agli uomini, le donne e i bambini del CARA ricadrà su chiunque abbia avvallato – per interesse, razzismo o menefreghismo – un simile stato di cose. Mentre la Roma abituata a lottare per i troppi diritti negati – casa, lavoro, reddito, dignità – rilancia con urgenza lo stato di assedio dei poteri forti, indicendo un corteo che, il 15 febbraio, raggiungerà il CIE di Ponte Galeria per pretendere la l’abrogazione immediata di qualunque legge contraria alla fame e alla sete di giustizia e di libertà.
Coordinamento Cittadino
di Lotta per la Casa di Roma
I rifugiati del CARA di Castelnuovo di Porto, uomini, donne e bambini, sono ancora rinchiusi all'interno della struttura (4 famiglie all'ultimo piano e tutti gli altri sul tetto). Da questa mattina l'unica forma di assistenza che hanno ricevuto è una bottiglietta di acqua, un panino ed una mela ciascuno ed i soccorsi ad una persona ferita dalla corrente elettrica che è stata portata via per ricevere le cure del caso. Da ore non viene data loro nessuna notizia, nessuna ulteriore assistenza, nessun soccorso.
Proprio
sulla macchina dei soccorsi e sull'atteggiamento delle autorità si fanno sempre
più forti i sospetti di una voluta segregazione e controllo. All'esterno della
struttura stazionano, infatti, diverse macchina delle forze dell'ordine ed
altri operatori che impediscono l'accesso ed allontanano chi come noi si è
avvicinato per chiedere informazioni. Ci domandiamo non solo perchè non venga
fornita loro nessuna assistenza, ma anche perchè sono stati evaquati gli
operatori della struttura e perchè sia stato consentito il transito agli
operatori che hanno fornito questa flebile assistenza ed invece non vengano
fatte evaquare tutte le persone presenti, per accoglierle più degnamente in
altro luogo.
Chiediamo al
sindaco ed al prefetto di Roma una spiegazione credibile per quello che sta
accadendo, non sarebbe, infatti tollerabile che anche difronte a questa
emergenza, i rifugiati ed i migranti vengano trattati ancora una volta come
cittadini di serie B, privati dei propri diritti e delle propria dignità.
Movimenti
per il Diritto all'Abitare
Nessun commento:
Posta un commento