Arresti ai
precari BROS, le parole di un imputato: 'Ma quale associazione a delinquere?'
Riportiamo
da Zero81 le dichiarazioni rese da
"Chicco" (uno dei membri dei Precari Bros di Napoli implicati nell'operazione giudiziaria
dello scorso 13 febbraio) durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi lo
scorso venerdì. (Le seguenti dichiarazioni sono state consegnate nei giorni
scorsi dal suo legale di fiducia).
Intendo in
ogni caso dichiarare spontaneamente quanto segue:
Respingo
recisamente ogni addebito mosso nei miei confronti nell’ordinanza.
Ho fatto
parte limpidamente delle organizzazioni di disoccupati e assieme ai miei
compagni ho intrapreso un percorso di lotta per la rivendicazione del nostro
diritto al lavoro e ad un’esistenza dignitosa per noi e le nostre famiglie.
Ci siamo
confrontati con le amministrazioni pubbliche e con le forze politiche alla luce
del sole, portando all’attenzione dell’opinione pubblica il dramma della
disoccupazione e della marginalità, alla quale una fetta consistente della
popolazione della nostra città è di fatto condannata.
Abbiamo
cercato risposte per le migliaia di cittadini senza lavoro e per le loro
famiglie, agendo non per un interesse personale, che non fosse quello della
rivendicazione di un diritto elementare come quello al lavoro ed alla
sopravvivenza.
La
marginalità e la disoccupazione nella nostra città condannano alla scelta
obbligata del crimine e della devianza. A tutto questo la nostra lotta per un
lavoro ha cercato di fornire un’alternativa concreta.
E lo abbiamo
fatto individuando settori d’intervento e proposte operative: dalle bonifiche
alla raccolta differenziata, dai servizi sociali e di assistenza alle persone
al supporto al settore turistico. Per questo ci siamo formati e abbiamo cercato
di maturare competenze che rendessero il nostro lavoro utile alla collettività,
fuori dalle logiche di puro assistenzialismo di cui si parla nell’ordinanza.
Non possono
essere addebitate a noi le responsabilità della politica, che in 40 anni non è
stata in grado di fornire risposte al dramma della disoccupazione e della
disperazione sociale.
Così come
non può essere ridotta a questione di ordine pubblico la lotta per la
realizzazione di un diritto che la Costituzione vorrebbe garantito a tutti.
La
rivendicazione del diritto al lavoro e ad un’esistenza libera e dignitosa per
tutte e tutti è stata l’unica ragione che ha mosso le mie azioni e respingo
come infamante per me e per i miei compagni la definizione di associati per
delinquere.
Luigi Volpe
“Chicco"
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