Roma –
mercoledì, 19 novembre 2014
Dopo 58
giorni di sospensione cautelativa tornano oggi al lavoro Ilario Ilari e
Valentino Tomasone, i due autisti di bus romani che hanno rischiato il
licenziamento per aver partecipato alla trasmissione RAI “Presa Diretta”,
andata in onda il 21 settembre scorso.
Ci sono
voluti due mesi di lotte, sostenute dall’USB per sconfiggere l’ostinata
arroganza della Trotta Bus Service, azienda del Consorzio Roma Tpl al quale
Roma Capitale ha affidato parte delle linee urbane di autobus. Un’azienda che
non voleva riconoscere neanche uno dei più elementari diritti della persona,
ovvero quello di esprimere liberamente le proprie idee, e nemmeno a due
delegati sindacali, che avevano semplicemente assolto alla propria funzione.
Ci sono
voluti diversi scioperi e manifestazioni, in primo luogo da parte dei compagni
di lavoro del Consorzio Roma Tpl e della stessa Trotta Bus Service, costati un
altro giorno di sospensione per un gruppo di lavoratori, reo, secondo
l’azienda, di aver manifestato sotto la palazzina della direzione aziendale.
Ci sono
voluti l’impegno e la solidarietà di Riccardo Iacona, autore di “Presa
Diretta”, che non ha mai smesso di sostenere la giusta causa di questi
lavoratori. C’è voluta una grande raccolta di firme (quasi 60mila) promossa
dall’associazione Articolo 21. C’è voluta anche la presa di posizione unanime
della Commissione Mobilità e Trasporti di Roma Capitale, che ha deciso di
promuovere una commissione d’inchiesta sulla gestione del trasporto pubblico da
parte di quella azienda. E ci sono voluti il coraggio e la determinazione di
Ilario e Valentino, consapevoli di essere nel giusto e decisi a portare avanti
la battaglia.
Ma alla
giusta soddisfazione che l’USB prova in queste ore si accompagna la
consapevolezza di dover mantenere alta l’attenzione su quanto accade nelle
aziende private del trasporto locale, ed in particolare nel trasporto pubblico
a Roma. I lavoratori del Consorzio Roma Tpl continuano infatti a percepire lo
stipendio con grandissimo ritardo ed i gravi disservizi vengono coperti con un
clima di forte intimidazione.
L’USB resta
in prima linea nel denunciare l’effetto pratico della privatizzazione di un
servizio essenziale e lancia un ulteriore segnale di allarme: cosa sarebbe
successo se il jobs act di Renzi fosse già stato approvato? Di fronte al
balletto sulla casistica nella quale sarà possibile il reintegro a fronte di
licenziamenti disciplinari ingiustificati, il caso di Ilario e Valentino fa
scuola. Infatti, se la denuncia della cattiva qualità di un servizio pubblico dovrà
passare sotto la mannaia della perdita del posto di lavoro, in cambio di un
magro risarcimento economico, sarà difficile trovare altre persone coraggiose
come Ilario e Valentino.
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