domenica 30 novembre 2014

23 novembre: Sullo sciopero del 12 dicembre, la lucida analisi di Proletari Comunisti

L’ABBRACCIO CGIL-UIL VUOLE FARE UNO SCIOPERO GENERALE RITUALE E IMPOTENTE

Proletari comunisti l'aveva detto...

Dall'editoriale di proletari comunisti, giornale del Partito Comunista maoista - Italia.
"La lotta per la caduta del governo Renzi":

"... Camusso nel suo intervento dal palco romano si era limitata a contrattaccare gli argomenti di Renzi sul jobs act e precari e a rilanciare l'eterna piattaforma degli ultimi anni; era mancata qualsiasi analisi e giudizi reali della crisi del capitale, così come nulla aveva detto del ruolo attivo che il suo sindacato ha avuto nel collaborare con i governi e i padroni in questi anni e nel preparare il terreno alla scesa di Renzi e all'attuale stadio dell'attacco frontale; così come aveva ripetuto la solita prassi di arrivo allo sciopero generale che lo diluisce e lo finisce per rendere, può darsi partecipato, ma rituale e impotente e che finisce per domandare alla fine solo e più semplicemente un ritorno concertativo.
Nei giorni successivi per effetto dei deliranti attacchi di Renzi ai manifestanti, al sindacato, con i pretoriani pronti agli insulti degni della peggiore destra, è stata costretta ad essere molto più chiara e netta sia nel denunciare il nesso tra questo attacchi e le cariche poliziesche contro gli operai dell'acciaieria di terni, sia nel ridicolizzare l'azione di Renzi e dei suoi uomini come “sostenitori del dialogo sociale”. Questa posizione dà oggettivamente forza alla continuità della lotta e all'affermarsi dello sciopero generale.
Differente invece il ruolo che va svolgendo Landini. Arrivato a Roma come oppositore non solo dei padroni, come sostenitore delle ragioni dei lavoratori contro gli attacchi dello stesso governo, ma anche come critico dell'atteggiamento della Cgil della Camusso, già sul palco di Roma ha teso ad assumere un'azione più conciliante verso la stessa Camusso, annacquando le ragioni giuste e condivise da molta parte della classe operaia e dei lavoratori della critiche della Fiom alla Cgil, che pur non essendo la soluzione aprono una dialettica che coinvolge il mondo delle fabbriche – solo la componente il “sindacato è un'altra cosa” è stato coerente su questo nella manifestazione di Roma.
Ma francamente ambiguo è apparso il ruolo di Landini immediatamente dopo le cariche poliziesche agli operai di terni, in cui agli alti strilli “inaudito, inaccettabile” è seguito una ricerca dell'accordo col governo, con tanto di conferenza stampa con Del Rio, di patto perchè “questo non avvenga più”, ecc. che è la cosa davvero inaccettabile. Invece di chiedere le dimissioni, come minimo del Questore e dell'ignobile Ministro degli Interni Alfano, è tornato immediatamente il 'Landini di Torino' di qualche giorno prima, che, a fronte di un'altra carica della polizia contro i precari, disoccupati, movimenti, che raggiungevano la piazza dove era in corso il comizio della Fiom, attaccava i manifestanti e si limitava ad una critica di “esagerazione” verso le violenze della polizia. Gli accordi di Landini col governo perchè “questo non succeda più” sono una copertura e un aiuto alla repressione poliziesca.

Questo vuol dire che il “partito della conciliazione” rappresentato dalle direzioni sindacali, anche nella radicalizzazione del conflitto sociale e nella dinamica innestata da Roma e dopo Roma, resta pienamente in azione, e nessuna tregua deve essere posta nella valutazione seria e oggettiva delle dinamiche in corso alla critica a queste posizioni.


La “pentola che è stata scoperta” non va certo data per rinchiusa. Tocca a noi comunisti, al movimento classista, rivoluzionario e antagonista parlare e soprattutto agire perchè lo sciopero generale “che è cominciato” abbia una continuità e sviluppo quantitativo e qualitativo, come lotta di classe e di massa e incida realmente nel panorama politico attuale...".  


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