MARUTI
SUZUKI WORKERS UNION
Comunicato del 5 Ottobre 2014
Compagni e
amici,
Per portare
avanti la nostra lotta ed esigere giustizia per tutti i 147 arrestati, i 2500
lavoratori Maruti licenziati e le nostre famiglie, oggi 5 ottobre abbiamo
organizzato una manifestazione a Kaithal, Haryana. Abbiamo portato i nostri
slogan in corteo attraverso la città di Kaithal, come parte di una campagna
nazionale contro la politica anti-operaia del governo e i padroni, nel cui
interesse esso agisce.
Gli
interventi al termine della manifestazione hanno sottolineato che, guardando
alle prossime elezioni in Haryana, il 15 ottobre, sappiamo già per esperienza
che, per quanto abbiamo bussato alla porta di ogni rappresentante eletto, il
governo si è sempre schierato dalla parte della proproietà. Non vogliamo un
governo sotto il controllo dei capitalisti.
Quando siamo
andati in corteo verso la sede del ministero dell’Industria, abbiamo trovato
ancora una volta le strade sbarrate. Abbiamo presentato una richiesta al
ministro, attraverso il DC Kaithal.
Nella
manifestazione di oggi, come nelle tante altre degli ultimi due anni e mezzo,
c’erano ad incoraggiarci gli sguardi determinati dei nostri amici e familiari, insieme
ai nostri compagni di lavoro. La nostra famiglia, oggi presente in gran numero,
sono i lavoratori venuti da tutto l’Haryana, l’UP, il MP, Rajasthan, Bihar e da
altrove. Negli ultimi due anni e mezzo hanno sopportato continui abusi e
violenze nell'indifferenza, ne migliore dei casi, del governo. Allo stesso
tempo, ci hanno mostrato il coraggio e la lotta determinata con cui hanno
affrontato difficoltà economiche e pressioni psicologiche per stare dalla parte
dei fratelli, figli, padri, amici lavoratori arrestati.
Amici, voi
sapete che questa è stata una lotta prolungata dei lavoratori per i loro
diritti, guidata dalla Maruti Suzuki Workers Union. E di fronte ai crescenti
attacchi contro operai e lavoratori, sotto forma di aumento degli appalti,
disoccupazione, riforme delle leggi sul lavoro, ecc., queste lotte sono
destinate a intensificarsi nei prossimi giorni. Diamo qui un breve
aggiornamento sui processi in corso, e ultime notizie apparse sui media:
Cause penali
Finora a
nessuno dei 147 operai arrestati è stata concessa la libertà su cauzione. Le
accuse, che vanno dall'omicidio, al tentato omicidio, saccheggio, incendio
doloso ecc., sono state ingiustamente formulate in forma del tutto unilaterale.
A un solo attivista del comitato di lavoro provvisorio del MSWU, arrestato
singolarmente il 24 gennaio 2013 per reprimere la lotta all’esterno, è stata
concessa, dopo un anno, la libertà su cauzione.
Altri 66
lavoratori restano, imputati di simili reati, restano detenuti in nome del
“pericolo di fuga”, con continui pressioni su questi lavoratori e le loro
famiglie.
Negli ultimi
due anni i procedimenti di richiesta libertà su cauzione per i lavoratori sono
passati per il rigetto del Tribunale di Gurgaon, dell’Alta Corte del Chandigarh
e giacciono presso la Corte Suprema. Nella motivazione della sentenza dell’Alta
Corte è scritto: “questo è il più sciagurato incidente che ha peggiorato la
reputazione dell'India nel mondo. È probabile che gli investimenti esteri
vengano a mancare a causa della crescente conflittualità”.
Siamo cioè
di fronte a una sentenza motivata politicamente in nome dei capitalisti e a un
orientamento anti-operaio della magistratura nel suo insieme, anche di quella
del lavoro.
In appello,
per disposizione della Corte Suprema, 23 testimoni sono stati chiamati a
testimoniare prima della decisione sulla cauzione. Lo hanno fatto, e i
testimoni di parte dell’azienda non sono riuscita nemmeno a riconoscere alcuni
dei lavoratori che richiedevano la cauzione. ciononostante, il giudice di
Gurgaon ha di nuovo respinto tutte le richieste. L’ulteriore ricorso contro
questa sentenza è stata ancora una volta respinta dall’Alta Corte il 29 agosto
e 15 ottobre 2014,con la motivazione che, se fosse stata concessa la cauzione
mentre la maggior parte dei processi sono già in corso, ciò avrebbe significato
dare un giudizio sui processi stessi. Ma la stessa cauzione stessa perde il
senso a processo concluso. U processo che è comunque gestito contro di noi, in
cui si cerca di mettere a tacere le nostre voci con dalla forza del denaro
della Maruti Suzuki e della sua influenza sui rappresentanti eletti al governo
del Haryana e del Centro.
Nei prossimi
giorni l’appello sarà nuovamente sottoposto alla Corte Suprema. Oltre alla
lotta sul campo, occorre anche un più ampio sostegno della società civile e di
tutte le forze democratiche e della parte dei lavoratori, cui facciamo
appelliamo a essere solidali con noi.
Cause di
lavoro
Le cause di
lavoro, [ai sensi della Sezione 33 (2) B dell’Industrial Disputes Act] per la
risoluzione di 423 contratti di lavoratori a tempo indeterminato sta andando
avanti. Ci è stato ingiustamente richiesto di starne fuori, senza alcuna
inchiesta o altro per dimostrare il nostro coinvolgimento nella vertenza. 1.800
lavoratori precari sono stati buttati fuori senza alcuna formalità. Abbiamo
posto la questione come centrale in tutte le nostre agitazioni, richieste e
protocolli formali, ma la dirigenza elude ancora la questione.
Caso Kaithal
Nel
frattempo vanno avanti i processi per i fatti del 19 maggio 2013 a Kaithal,
dove ci fu una brutale carica dalla polizia Haryana di fronte alla determinata
resistenza di lavoratori e attivisti, con 111 arresti. A 100 di questi fu
subito concessa la libertà su cauzione, a 11 dopo più di 2 mesi. Nel processo
contro i primi 100 lavoratori e attivisti, dopo ripetuti rinvii, si è a un
punto morto. In quello contro gli altri 11 lavoratori e attivisti, che
contempla falsi accuse, dal porto d’armi al tentato omicidio, la polizia non è
riuscita a produrre neanche un testimone, e il caso è in fase di archiviazione.
Come si sa,
questa è stata una lunga, ostinata e instancabile lotta dei lavoratori
licenziati guidata dal comitato di lavoro provvisorio, MSWU. Oggi vediamo che
anche l’unità tra i lavoratori in lotta nella zona è cresciuta, tanto che i
lavoratori in lotta con la MSWU hanno vinto le elezioni nelle fabbriche di
Manesar e Gurgaon contro le liste appoggiate dai padroni. I lavoratori dei
quattro stabilimenti Maruti si sono uniti su una piattaforma comune, e quelli che
lavorano in fabbrica hanno sfilato insieme ai licenziati: il 1 ° maggio di
fronte all’impianto si Manesar, il 18 luglio a Gurgaon e ancora 3 agosto a
Rohtak, dandoci ancora più coraggio.
Le lotte dei
lavoratori che continuano in tutta la cintura industriale di
Gurgaon-Manesar-Dharuhera-Bawal-Bhiwadi traggono forza e influenzano
positivamente il nostro movimento.
Documentazione
recente sui media:
a). Su The
Hindu nel mese di agosto:
1. Il
curioso caso degli accusati in ordine alfabetico
2. L'ABC delle
lotte operaie nella fabbrica di Manesar
b). La
settimana scorsa NDTV ha trasmesso due servizi di 19min:
India Matters No Way Out.
c). Rapporto
sulla condizione in carcere: visita alla prigione di Bhondsi
Facciamo
appello a tutte le forze e individui che stanno dalla parte dei lavoratori a
dare forza e portare avanti la lotta per ottenere giustizia e mettere fine al
regime di sfruttamento e di repressione contro lavoratori e quelli che ci
difendono.
Ramniwas
(8901127876), Mahabir (9416037775), Rajpal, Yogesh, Katar
Comitato di
lavoro provvisorio Maruti Suzuki Workers Union
IMT Manesar, Gurgaon
marutiworkerstruggle@gmail.com; marutisuzukiworkersunion.wordpress.com
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