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Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto aderisce e partecipa
BARI 30 GIUGNO: I LAVORATORI E LE
LAVORATRICI DELLE CAMPAGNE PRETENDONO RISPOSTE DALLA REGIONE PUGLIA! BASTA
BUGIE E FALSE PROMESSE!
Nonostante le ripetute richieste, a pochi
giorni dall'inizio della stagione del pomodoro, la Regione Puglia rifiuta di
incontrare il Comitato dei Lavoratori e delle Lavoratrici delle Campagne della
provincia di Foggia, contravvenendo alle promesse fatte.
Da settembre 2015 infatti è in corso una
mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle campagne della provincia
di Foggia, che chiedono la regolarizzazione dei permessi di soggiorno e il
rispetto dei contratti collettivi di categoria, per uscire dai ghetti e
ottenere ciò che spetta loro. La loro lotta ha ottenuto alcuni importanti
risultati: dopo numerosi cortei e presidi, alcuni hanno ottenuto i permessi di
soggiorno, mentre la Questura e il Comune di Foggia sono stati costretti ad
abbandonare forme di abuso rispetto al rilascio e rinnovo di permessi di
soggiorno e residenze. In contemporanea, la Regione Puglia e il Governo
centrale hanno siglato protocolli e stanziato risorse per affrontare quello che
viene eufemisticamente definito come il problema del caporalato e salvare
l'immagine del Made in Italy, anche sulla spinta di queste mobilitazioni e
delle morti sul lavoro, che tanto scalpore hanno fatto.
Tuttavia, nonostante le promesse e i proclami, ad oggi le uniche misure che sembrano concretizzarsi sono ancora una volta tese a gestire un fenomeno strutturale in chiave emergenziale. Si continua a parlare di sgombero umanitario, con l'ipotesi di trasferire i lavoratori in tendopoli e campi container che riproducono e istituzionalizzano il ghetto, come si è ben visto a Rosarno dove l'omicidio di Sekine Traoré non fa che confermare una situazione di disagio nota da anni. I campi di lavoro certo non rappresentano una soluzione degna di questo nome al problema abitativo degli stagionali, o ancor meno a quello dello sfruttamento, mentre su trasporti e case ad oggi non esistono misure concrete.
Tuttavia, nonostante le promesse e i proclami, ad oggi le uniche misure che sembrano concretizzarsi sono ancora una volta tese a gestire un fenomeno strutturale in chiave emergenziale. Si continua a parlare di sgombero umanitario, con l'ipotesi di trasferire i lavoratori in tendopoli e campi container che riproducono e istituzionalizzano il ghetto, come si è ben visto a Rosarno dove l'omicidio di Sekine Traoré non fa che confermare una situazione di disagio nota da anni. I campi di lavoro certo non rappresentano una soluzione degna di questo nome al problema abitativo degli stagionali, o ancor meno a quello dello sfruttamento, mentre su trasporti e case ad oggi non esistono misure concrete.
Dopo il corteo del 29 febbraio a Foggia,
che chiedeva di incontrare il ministro Martina ed il Presidente Emiliano, il 3
marzo si è tenuto un incontro tra il Comitato Lavoratori delle Campagne e il
dott. Stefano Fumarulo, dirigente della Sezione Sicurezza Cittadino, Politiche
per le Migrazioni ed Antimafia Sociale presso la Presidenza della Regione
Puglia, incaricato di individuare delle soluzioni rispetto alla questione dei
ghetti e dello sfruttamento. In tale data era stato sancito un impegno a
favorire il percorso di regolarizzazione dei lavoratori attraverso l'impiego di
strutture e risorse regionali. Nulla si è però concretizzato né i lavoratori
sono stati informati delle misure che la regione intende adottare rispetto alla
questione della casa, dei trasporti, dell'assistenza sanitaria, di loro diretta
competenza. In vista della manifestazione del 30 giugno a Bari promossa dai
lavoratori e lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia, nelle ultime
settimane si è intrapreso un percorso di coinvolgimento di alcune vertenze
presenti sul territorio barese. Durante alcune assemblee e incontri, a cui
hanno partecipato attivamente anche i gruppi locali di Emergency e Medici Senza
Frontiere, i migranti del Cara di Bari-Palese hanno denunciato le condizioni
precarie e in alcuni casi repressive che si subiscono nelle strutture
istituzionali. I continui dinieghi da parte della Commissione territoriale e i
frequenti trasferimenti in altri centri di ‘accoglienza’, che assomigliano più
a delle deportazioni, stanno diventando prassi quotidiana per molti richiedenti
asilo; a tutto questo nella maggior parte dei casi segue il ‘Foglio di Via’
(quindi l’espulsione) senza motivazione alcuna e senza permettere l’iter del
ricorso previsto dalla stessa legge sull’immigrazione. Per questo, il 30 giugno
si terrà un corteo nella città di Bari, in contemporanea con quello che dalla
tendopoli sita nei pressi di Rosarno, in Calabria, porterà al Comune di San
Ferdinando le medesime richieste, con l'obiettivo di aprire un tavolo di
interlocuzione con la Regione e tutti i Comuni della Piana di Gioia Tauro. Si
tratta di un corteo in cui le istanze dei lavoratori delle campagne, in
prevalenza stranieri, si affiancano a quelle di molti altri soggetti, migranti
e italiani, disoccupati e precari, occupanti di casa e ospiti dei centri di
accoglienza, che sostengono questo percorso nella consapevolezza che si tratta
di problemi che riguardano e coinvolgono tutti.
UNITI SI VINCE, LA PAROLA AI LAVORATORI!
WE STILL NEED YES!
30 GIUGNO 2016, h 10:00 – concentramento a
Piazza Umberto - Bari
Comitato Lavoratori delle Campagne
Rete Campagne in Lotta
Solidaria - Bari
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