martedì 21 febbraio 2017

21 febbraio - NO ALLA DEPORTAZIONE A CASSINO, da Pomigliano



Siamo uomini non carne da macello
Noi operai di Pomigliano siamo contrari ai trasferimenti a Cassino, mentre a Cassino ci sono ancora 700 operai in cassaintegrazione. Inviare centinaia di noi in un altro stabilimento e sostituirli con operai tenuti “in panchina” per anni e di cui molti ormai con problemi di salute o anziani, significa voler ridimensionare Pomigliano. Creare le basi addirittura per chiuderlo.
Nell’era Trump, la FIAT a trazione americana vuole ridurre gli stabilimenti italiani?
Vuole tenersi Cassino e forse Melfi e chiudere gli altri? Oppure vuole un po’ alla volta chiudere tutti gli stabilimenti, seguendo lo stesso percorso che il padronato ha già sperimentato con la siderurgia?


La FIAT ci tratta come carne da macello. Prima ci ha spremuti sulle linee di Pomigliano ora ci manda senza nessuna riconoscenza, con quattro soldi in più, a lavorare a centinaia di chilometri di distanza.
Alla FIAT serve carne sempre più fresca. Operai con venti anni di fabbrica sono già vecchi e non sa che farsene. A Pomigliano sta creando le condizioni per licenziare quelli che non ce la fanno a tenere i ritmi impossibili delle attuali produzioni. La stessa cosa farà a Cassino dopo che ci avrà consumati per bene sulle linee delle nuove Alfa. Non vi fate abbagliare dalla propaganda FIAT.
Lo “stabilimento modello”. Il “fiore all’occhiello del gruppo”. “Gli operai migliori”. Tutte chiacchiere già sentite. La Panda è stata in vetta alle classifiche di vendita per anni e guardate la FIAT come ci ripaga. Intanto che fine faranno già ora le centinaia di operai a cassa integrazione a Cassino? Sono già diventati “carne da scarto”.
Perchè non ha impegnato loro al posto di trasferire noi?
La FIAT pensa solo ad ingrassare azionisti e dirigenti, noi siamo carne da macello.
Gli operai di Cassino e di Pomigliano si devono unire contro l’unico vero nemico che hanno: il padrone.
SI COBAS FCA POMIGLIANO- COMITATO DI LOTTA NO A CASSINO

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