lunedì 7 maggio 2012

giustizia padronale

Tre vertenze che ci costringono con i legali a noi convenzionati, al ricorso 
in appello,
dimostrano che esistono anche "punti sensibili" su cui la Giustizia del 
Lavoro
NON porta Giustizia ma difende i capitalisti, a volte anche del tutto 
immeritevoli
di rispetto.
Stiamo parlando di tre sentenze contrarie al buon senso ed a quanto già sia 
emerso
e noto all'opinione pubblica.

La prima:
Una ditta di Padova di Autotrasporti, acquistata di recente dal noto 
Trusendi, attualmente
detenuto agli arresti domiciliari, ha opposto irragionevoli deduzioni sulla 
articolazione........

del mondo sindacale di base, per negare alla ns.OS la presenza nazionale che 
ci è
conosciuta e riconosciuta, e che è indiscutibilmente affermata nel mondo 
sindacale.
Un giudice del lavoro di Padova ha negato con una ordinanza
al ns.ricorso ex art.28 validità, in quanto secondo
Lei, "Slai Cobas" non avrebbe presenza nazionale !!!! Ovvio il ricorso in 
appello.

La seconda:
A Milano, il giudice del lavoro che già aveva negato rappresentatività 
nazionale alla Fiom,
Teraborelli, ha rigettato il ricorso dei tre licenziati politici alla Fercam 
di Casale sul SIle,
ricorso per appalto illecito e per illegittimo licenziamento camuffato da 
"disciplinare" da
una "cooperativa" di Bresso. Allucinante il rigetto, in quanto almeno sul 
punto dei licenziamenti
Giustizia doveva riconoscere la illegittimità formale e non solo di 
contenuto dei licenziamenti.
Anche qui ricorso in appello e daremo battaglia fino all'ultimo.

La terza:
A Venezia, un giudice del lavoro noto per la sua esperienza, ha 
incredibilmente avallato
la procedura invalida e irregolare di mobilità per i lavoratori licenziati 
(6) della Vecont
del novembre 2010, una procedura talmente invalida che i lavoratori, tutti 
iscritti a Slai
Cobas per il sindacato di classe, avevano visto sia la ns OS che 
Cgil-Cisl-Uil, presenti
alla riunione in Provincia ex 223/91, si erano persino rifiutate di firmare 
il verbale stesso.
Azienda tutt'altro che in crisi la Veneziana Contenitori, il cui titolare 
nelle ultime due settimane
sta attuando forme di mobbing comunicativo con strani volantini che ciarlano 
di art.18 e
di libertà di licenziare. Un autogol per lo stesso giudice del lavoro che ha 
firmato la
sentenza, nota per la sua sensibilità in moltissime vertenze.
Nel frattempo due mesi fa la Vecont aveva firmato la CIG in deroga con Cisl 
e Uil, ma sta
lavorando, e la CIG non si capisce bene a che titolo è stata fatta passare, 
più che altro
per fattori "preventivi". La firma era avvenuta dopo due incontri sindacali 
anche alla ns
presenza, superati dalla fretta di firmare, cui Cisl e Uil non si erano 
certo sottratti. Lo
diciamo chiaramente, adesso che la Cisl paga pagine intere dei fogli locali 
per
sponsorizzare la propria lista al Porto.
Il deposito dell'appello di quattro dei licenziati, è avvenuto stamattina.

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