Ciao
a tutti e tutte.
Vi
scriviamo perchè abbiamo urgente bisogno dell'aiuto e della
collaborazione di tutti e tutte voi.
Il
6 novembre è morto Bakary Secka, gravemente ustionato durante
l'incendio che il 1 novembre è divampato sulla pista alle spalle del
Cara di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, dove Bakary viveva.
Bakary
non è il primo a morire in una simile tragedia: incendi come questo
ne sono scoppiati tanti su quella pista, così come nella tendopoli
di San Ferdinando (in Calabria) e altrove; anno dopo anno e
stagione dopo stagione continuiamo a contare i morti nei ghetti,
sulle strade e nei campi di lavoro. La verità è che Bakary non è
morto a causa di un incendio doloso di stampo mafioso, come molti
giornalisti si sono subito lanciati a dichiarare, pronti a fare della
morte di ogni immigrato uno scoop di stampo criminale. Ad uccidere
Bakary, come denunciano le persone che vivono lì e che da anni
lottano per migliorare le proprie condizioni, è stata la precarietà
di una vita in baracca, in un luogo dove non ci sono né luce né
acqua corrente, dove basta lasciare accesa una candela o una stufa
per creare un incendio;
dove le persone vivono con mille difficoltà,
in condizioni igieniche e di vita insostenibili, e spesso muoiono
ammazzate, bruciate, di malattia e di fatica. La sua è una morte di
stato, perché sulla pista di Borgo Mezzanone lo stato è presente
solo per reprimere e controllare, come dimostra il recente episodio
di pestaggio di Omar Jallow da parte delle forze di polizia. Basta
andare indietro su questa pagina per rendersi conto di quante persone
abbiamo già pianto e promesso di vendicare, di quanta rabbia e
dolore ci sia nel denunciare l'ennesima morte di una persona la cui
presenza in questo paese viene vista e trattata dal governo solo come
un problema. E nonostante le morti e le proteste, la risposta rimane
la stessa: la violenza istituzionale e quella delle forze
dell'ordine, la promessa di uno sgombero, di più deportazioni, di
più incarcerazioni e di meno tutele per gli immigrati in Italia e
ancor più per quelli che vivono nei ghetti e nelle baraccopoli. Di
fronte a tutto questo, continuiamo a sostenere la necessità di una
lotta sempre più forte e determinata, contro il razzismo che uccide
e per documenti, case, contratti per tutt* le lavoratrici e i
lavoratori delle campagne. Nell'immediato però, vogliamo anche
aiutare i fratelli di Bakary con il rimpatrio della salma in Gambia,
dalla sua famiglia.
PER
QUESTO SONO NECESSARI 4000€, TUTTI DESTINATI ALLE SPESE DI AGENZIA
PER IL RIMPATRIO. Gli
e le abitanti del ghetto di Borgo Mezzanone hanno già iniziato una
raccolta fondi, che chiediamo a tutt* di condividere e sostenere. E'
possibile donare tramite il nostro
sito www.campagneinlotta.org attraverso
il pulsante "donazione" nella colonna a destra.
Diffondete
la voce, ditelo a parenti, amici, compagni e compagne, qualsiasi
contributo, anche piccolo, può fare la differenza.
Grazie!
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