Caivano.
Accettare il taglio dello stipendio per circa 250 euro, la drastica riduzione
delle pause e le ferie da smaltire solo in autunno pur di salvare il posto di
lavoro: una scelta obbligata che in Campania è diventato lo specchio di una
crisi in apparenza senza sbocchi. Il drammatico prendere o lasciare stava
caratterizzando le vertenze della grande distribuzione e ora si sta consumando
anche nel settore di punta delle nostre produzioni, nell’agroalimentare, per la
precisione all’Algida di Caivano, storica fabbrica del cornetto. Qui la
multinazionale anglo-olandese Unilever il 17 settembre scorso ha avviato la
procedura di licenziamento per 151 degli 806 dipendenti. La procedura di mobilità
scadrà il 2 dicembre. Se per quella data lavoratori, sindacati e azienda non
troveranno un accordo, saranno spedite in via unilaterale le lettere di
estromissione forzata dal ciclo produttivo.
Ma la multinazionale mercoledi scorso ha aperto uno spiraglio. Un’apertura che prevede comunque lacrime e sangue.
Durante l’ennesimo esame congiunto con i
sindacati la Unilever ha infatti verbalizzato di essere «disponibile a
riconsiderare il numero degli esuberi dichiarati» ma che «questa apertura sarà
possibile solo se sindacati e rsu saranno a loro volta manifestamente
disponibili a recepire le proposte aziendali». «L’azienda si è dichiarata
disponibile a revocare i licenziamenti forzati», fanno sapere i sindacalisti
Maurizio Vitiello, (Uila-Uil), Carmine Franzese (Flai-Cgil), Raffaella
Buonaguro (Fai-Cisl) e Maurizio Figlioli (Ugl-Agroalimentari). Una
disponibilità che però in cambio prevede tagli draconiani. Riduzioni salariali
che se attuate potrebbero determinare una riduzione media degli stipendi, in
base alle stime iniziali, di circa 250 euro netti al mese. A ogni modo
sindacati e azienda riprenderanno il confronto domani in fabbrica. L’esame
congiunto nello stabilimento potrà durare per legge fino al 2 novembre. In caso
di mancato accordo in sede aziendale si aprirà il confronto alla Regione,
presso gli uffici dell’assessorato al Lavoro.Ma la multinazionale mercoledi scorso ha aperto uno spiraglio. Un’apertura che prevede comunque lacrime e sangue.
Qui ci sarà tempo fino al 2 dicembre per trovare un’intesa. Altrimenti sarà dato il via libera ai tagli occupazionali. Ecco i punti su cui vuole agire la Unilever: maggiorazioni, pause, ferie e flessibilità. L’azienda vuole portare le maggiorazioni dal 70%, rispetto alla paga oraria ordinaria, al 20% e l’indennità da lavoro notturno dal 50% al 30%. Notevole anche il ridimensionamento proposto per la pausa di riposo destinato a ogni lavoratore: da un’ora e 20 minuti a un’ora. Le vacanze estive, poi, dovranno essere considerate un lusso sorpassato.
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