LO
STATO DEI PADRONI ASSOLVE SE STESSO. MILLE MORTI SENZA COLPEVOLI.
Padova,
10 ammiragli della Marina assolti per morte dei marinai su navi
‘imbottite’ di amianto, “uccidendoli per la seconda volta”.
Ancora
una volta nella democratica Italia nata dalla resistenza la
magistratura, un giudice ha assolto ieri
14
gennaio 2019
dieci
ammiragli imputati
di omicidio
colposo per
“aver causato o contribuito a causare o comunque non impedito” la
morte o l’insorgere del male di migliaia di marinai.
I
vertici militari, in particolare gli ammiragli – imprenditori,
avevano e hanno l’obbligo di tutelare l’integrità fisica dei
prestatori di lavoro.
Gli
ammiragli imputati, ex capi di stato maggiore, responsabili delle
strutture sanitarie militari e della gestione della flotta sono stati
assolti
perché il fatto non sussiste, o per non aver commesso il fatto.
Per
il tribunale di Padova nessun ammiraglio è colpevole per
questi assassinii.
Il
giudice, Chiara
Bitozzi,
ha assolto tutti gli alti ufficiali della Marina che avevano la
responsabilità degli equipaggi e della tenuta della flotta che ha
continuato a solcare il mare anche dopo la messa al bando
dell’amianto, che risale alla legge 257 del 1992.
Ancora
una volta ingiustizia è fatta, nessuno è responsabile.
La
sentenza è stata accolta in aula dai marinai di numerose
associazioni al grido di “Vergogna, li avete uccisi, ci avete
uccisi due volte”. Anche la Marina Militare, che era stata citata
come responsabile civile, esce indenne dal processo.
Ancora
una volta si dimostra che in questa società la salute e la vita
umana delle persone appartenenti alle classi sottomesse non vale
niente. Fra i morti anche molti marinai che avevano fatto il servizio
militare di leva quando era obbligatoria. Una società, una giustizia
di classe che assolve e lascia impuniti i rappresentati del potere e
delle classi dominanti e, che per il profitto uccide gli esseri umani
e la natura è una società barbara e inumana.
Amaro
il commento dei rappresentanti delle associazioni amianto dei
marinai.
Per
Pietro Serarcangeli, dell’associazione Afea, “Una decisione
vergognosa,
che cancella 1.100 marinai militari morti per l’amianto”. Mentre
per Salvatore
Garau,
di Afea Sardegna afferma, “abbiamo fatto il nostro dovere sulle
navi e adesso scopriamo che eravamo carne
da macello,
perché nessuno era responsabile di tutelare la nostra salute”.
Nella
società capitalista i lavoratori non sono altro che merce,
forza-lavoro da sfruttare, utilizzare e spremere.
Esprimiamo
la nostra solidarietà ai famigliari dei marinai morti e ai loro
colleghi.
Comitato
per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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