Padroni Ilva -
governi, compreso l'ultimo fascio-populista e ingannapopolo Di
Maio/Salvini colpiti dalla sentenza - anche se essa non ha una
conseguenza diretta.Ora bisogna fare entrare
questo parere
nel Processo AMBIENTE SVENDUTO e deve servire a operai e cittadini
per aprire lo scontro con i nuovi padroni indiani MITTAL perchè
vengano imposte misure ordinarie e straordinarie a difesa di salute,
ambiente e lavoro e cancellata l'immunità penale.
Rete nazionale
per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territorio
Slai Cobas per
il sindacato di classe Taranto
Convegno
nazionale a Taranto il 13 marzo
info
slaicobasta@gmail.com - 3475301704
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Da corriere di Taranto
Da corriere di Taranto
E'
stata appena pubblicata la Sentenza emessa dalla Corte
Europea dei Diritti dell’Uomo nel
Procedimento n. 54414/13 (F. Cordella ed altri contro Italia).
L’iniziativa
è stata promossa, nel 2013, da 182 tarantini, in due diversi
momenti.
La
Corte ha poi accorpato la trattazione delle due istanze.
I
ricorrenti hanno accusato lo Stato
italiano di
non aver adottato tutti gli strumenti giuridici e normativi necessari
per garantire la protezione dell’ambiente e della salute dei
tarantini ma, al contrario, le leggi emanate e susseguitesi nel
tempo, hanno avuto il preciso scopo di tutelare, esclusivamente, gli
interessi dell’Ilva,
così le disposizioni della Convenzione
Europea dei Diritti Umani di
cui agli articoli
n. 2
(nella parte in cui
dispone che “il
diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno
può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in
esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel
caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena”), n.
8 (nella
parte in cui dispone che “ogni
persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e
familiare, del proprio domicilio”),
e n.
13 (nella
parte in cui dispone che “ogni
persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente
Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo
davanti a un’istanza nazionale”).
Una
logica già ampiamente condannata dalla popolazione tarantina,
soprattutto alla luce dei risultati degli studi scientifici (tra gli
altri, lo studio “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità)
e delle perizie chimico-ambientale ed epidemiologica realizzate dagli
esperti incaricati dal Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa
Patrizia Todisco, agli inizi dell’inchiesta sull’Ilva, nel corso
dell’incidente probatorio nel procedimento penale “Ambiente
Svenduto”.
Alla
Corte Europea è stato chiesto di riconoscere, ai tarantini, il loro
diritto di vivere in un ambiente salubre. Con la decisione odierna la
Prima Sezione della Corte ha riconosciuto la giusta richiesta dei
tarantini, dichiarando la violazione degli articoli 8 e 13 da parte
dell’Italia. Ad una prima lettura, la CEDU condanna l’Italia a
risarcire a ciascuno dei ricorrenti con 5mila euro. Tutta da leggere
la sentenza (che vi proponiamo integralmente in questo link: SENTENZA
CEDU),
che pare non possa cambiare lo stato delle cose, ma certamente –
ripetiamo, a un primissimo commento – c’è una condanna morale su
come i nostri governanti hanno agito salvaguardando prima di tutto il
profitto industriale, trascurando così il diritto alla salute dei
tarantini e dell’intero territorio.
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