La giornata di lotta del 6 giugno, lanciata dal Patto d'Azione per il
Fronte unico anticapitalista, ha avuto successo.
Manifestazioni ed
iniziative in oltre 20 città. Lavoratori, precari, disoccupati,
giovani, organizzazioni sindacali di classe, Si.cobas, Adl, Slai
Cobas per il sindacato di classe e altre, organizzazioni politiche
comuniste e anticapitaliste, movimenti di lotta, si sono ripresi le
piazze e hanno lanciato e aperto un nuovo ciclo di iniziative dentro
la Fase 2 in cui i padroni vogliono scaricare la crisi sui lavoratori
e le masse popolari.
Lo Slai Cobas per il
sindacato di classe, là dove è presente ha fatto la sua parte e ha
riempito di contenuti antagonisti, con denuncia politica e sociale le
iniziativa.
A Taranto il 6
giugno è cominciato il giorno prima con un'assemblea di lavoratrici
e lavoratori di diversi cobas negli appalti comunali che si è tenuta
all'interno di uno dei Palazzi del Comune: lavoro, orari, diritti
negati o messi in discussione sono stati rivendicati.
Il 5 mattina il Patto
d'Azione con un massiccio volantinaggio ha fatto il suo esordio
all'ArcelorMittal nel pieno della ripresa dello scontro tra
padroni/governo e classe operaia. I sindacati interni sono uniti nel
chiedere l'intervento del governo, ma divisi nelle piattaforme e
assenti nel presentare una piattaforma operaia e aprire uno scontro
reale; in questo lo Slai Cobas sc costruisce una linea alternativa.
Nella piattaforma attuale del Patto mancano ancora le rivendicazioni
operaie sulla questione Ilva ArcelorMittal, anche se è stato per ora
respinto il tentativo di forze piccolo borghesi di far passare la
linea della chiusura dell'Ilva.
La giornata del 6 ha
portato la questione ArcelorMittal dentro le iniziative del Patto.
Il 6 giugno in piazza
vi erano i rappresentanti dei lavoratori dello Slai Cobas sc e un
folto numero di giovani comunisti organizzati dalla gc. Bandiere
rosse e voci dei lavoratori si sono sentite forte e chiare e un
centinaio hanno seguito l'iniziativa con almeno una metà stabile per
un paio d'ore.
“Facciamo pagare la
crisi ai padroni”, sostenuto con comizi dal Fronte della Gioventù
Comunista, ha fatto seguire “presentiamo il conto a padroni e
Stato” dei lavoratori dello Slai Cobas sc con un insieme di
rivendicazioni e parole d'ordine che già anima i posti di lavoro
nello scontro a Taranto.
Ma forte è stata la
denuncia di chi ha trasformato la pandemia in strage, dei padroni
assassini e della Giunta lombarda epicentro della pandemia in Italia.
Un'iniziativa che a
Taranto ha riportato in campo operai e studenti che hanno intenzione
di continuare, allargarsi ed avanzare in nuove giornate di lotta.
A Palermo lo
Slai Cobas per il sindacato di classe è stata l'anima e la forza
della costruzione della giornata. Anche qui realtà di compagni di
organizzazioni comuniste, gruppi di Potere al popolo si sono uniti
con le lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali e ne hanno
tratto reciproca forza e incoraggiamento.
L'iniziativa in piazza
è stata aperta dalla solidarietà con la rivolta di Minneapolis, il
“vento” che viene dagli Stati Uniti contagia in tutto il mondo,
come è dimostrato dalle tante iniziative nella stessa giornata del 6
giugno in Italia.
Importante qui, oltre
che le presenze anche le assenze, dai centri sociali di Palermo alle
altre organizzazioni sindacali di base che non colgono l'importanza
oggi dell'unità della lotta di classe reale contro padroni, Stato,
Governo, del fronte unico per respingere l'attacco dei padroni, far
uscire i lavoratori dalla “gabbia” delle loro vertenze ristrette
e imporre la piattaforma alternativa contenuta nel Patto che non
parla solo di lavoro, orario e salario, ma dice No alla
militarizzazione dei territori, riprende la lotta contro il Muos e
gli F35, assume la battaglia sulla sanità a difesa delle condizioni
di infermieri, precari, medici, a difesa del Servizio Sanitario
unico, ecc.
A Palermo, come sempre,
le donne lavoratrici, aderenti al movimento femminista proletario
rivoluzionario, hanno partecipato con un ruolo di prima fila
all'iniziativa.
Ora tocca soprattutto
allo Slai Cobas trasformare questa prima iniziativa in un fronte di
lotta permanente che si imponga a livello di Palermo e dell'intera
Regione Sicilia.
A Bergamo la
giornata del 6 è stata presa in mano e portata nelle fabbriche e in
piazza innanzitutto dagli operai dello Slai Cobas per il sindacato di
classe che in questa città conducono una lotta “corpo a corpo”
con i padroni metalmeccanici a partire dalla Tenaris Dalmine e dentro
le realtà del proletariato immigrato, dalla Montello alla logistica.
E' da questa costante attività che lavora per l'unità di classe che
viene il ruolo nella giornata del 6 di prima fila nel portare
l'azione del Patto nel centro di Bergamo.
Ora si lavora
essenzialmente sull'unità operai-giovani, per unire lotta sindacale
e sociale e lotta politica generale anticapitalista.
A Milano nella
grande manifestazione che ha caratterizzato la giornata del 6 è
stato importante che i lavoratori della sanità abbiano fatto sentire
la loro voce, applaudita nella manifestazione, attraverso il compagno
rappresentante dello Slai Cobas sc Istituto Tumori e che insieme al
conflitto sociale quotidiano sui posti di lavoro e la grande lotta da
fare, qui ed ora, contro la Giunta dell'”assassino Fontana” e
della Confindustria di Milano, Bergamo, Brescia, che sono i veri
responsabili se la pandemia si è trasformata in strage e se tuttora
a Milano e in Lombardia si continua a morire. Importante in questo
senso è l'andata di una folta delegazione all'assolombarda con uno
struscione che diceva a grandi lettere “Assassini”.
Il Patto d'Azione può
e deve essere lo strumento per andare oltre la giusta lotta di
lavoratori e medici delle diverse organizzazioni sindacali e
associazioni sul fronte sanità e far divenire il movimento di massa
unito e combattivo contro la sanità del capitale, del suo Stato, dei
suoi governi nazionali e locali.
A Ravenna è
toccato anche qui ai compagni di proletari comunisti e Slai Cobas sc
avviare la costruzione del Patto, con volantinaggio dell'appello
generale alla Marcegaglia, al Porto, nelle piccole realtà di
fabbrica ma di importanza strategica sul fronte militare, al mercato
cittadino; perchè il Patto non è un intergruppi o un intersindacale
ma si costruisce sui muri della città, tra le masse operaie e
popolari che non hanno ancora realmente ripreso la lotta e
l'organizzazione per far pagare la crisi ai padroni e affermare le
rivendicazioni proletarie e popolari.
Attraverso queste
iniziative lo Slai Cobas per il sindacato di classe lavora per
l'unità, l'allargamento e la crescita, contro spiriti gruppettari,
autoreferenziali e politicisti che possono rendere fragile la
costruzione nazionale del Patto d'Azione.
Slai Cobas per il
sindacato di classe
coordinamento nazionale
10 giugno 2020
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