Si
è svolto oggi 26 giugno il presidio alla Regione Lazio promosso dal
Coordinamento Cittadino Sanità e organizzato insieme a diverse
realtà di lotta territoriali per una sanità pubblica, gratuita,
universale e umanizzata.
L’articolazione
nell’organizzazione dell’iniziativa ha prodotto una grande
partecipazione, almeno 300 i partecipanti in piazza. Questo è un
primo grande risultato, per quella che può essere considerata la
prima manifestazione collettiva sul tema della sanità nella Regione
Lazio, dalla dichiarazione dello stato di emergenza causata dal
covid. Su questo riteniamo che abbiano influito, tra le altre cose,
le mobilitazioni territoriali organizzate nei giorni precedenti, al
Quadraro, a Marino, a San Basilio. Un’esperienza positiva che
auspichiamo si ripeta e si amplifichi in futuro.
Non
sono mancati tentativi di repressione da parte delle forze
dell’ordine, che hanno fermato e portato al commissariato di zona
alcuni manifestanti. Immediata la reazione della piazza che ha
chiesto e ottenuto la messa in libertà dei compagni fermati.
Gli
interventi in piazza si sono susseguiti innumerevoli, animando un
dibattito ricco nelle voci e nei contenuti. La Regione ha voluto
incontrare i manifestanti, rappresentata dal dott. Egidio Schiavetti,
responsabile segreteria assessore sanità e integrazione
socio-sanitaria. Abbiamo partecipato con una delegazione
rappresentativa dell’articolazione delle realtà di lotta che hanno
animato la manifestazione.
Nell’incontro
abbiamo chiamato la Regione a rispondere concretamente su tutte le
questioni sollevate dalla piazza e sintetizzate tanto nella lettera
inviata a ASL e Regione il 12 maggio, quanto nel comunicato di
indizione della manifestazione odierna. Dalla richiesta di massicce
assunzioni/internalizzazioni alla richiesta di forti investimenti
nella sanità pubblica. Dalla critica per lo sperpero di soldi
pubblici a favore della sanità privata, alla richiesta di aumentare
i consultori e sviluppare la sanità territoriale. Dalla necessità
di una sanità pubblica universale anche per chi è sottoposto alle
restrizioni dell’articolo 5 della legge Renzi/Lupi, alla necessità
di tutelare la salute a partire dai territori.
La
Regione ha risposto, quando lo ha fatto, in modo generico ed evasivo,
limitandosi a generiche promesse di futuri incontri. Ce lo
aspettavamo. Ma non abbiamo indetto questa manifestazione per i
riflettori di una passarella formale. Lo dicevamo prima e lo
ribadiamo adesso: le battaglie sulla sanità sono centrali , perché
parliamo della vita di milioni di uomini e donne. I problemi non
mancano, ci sbattiamo la testa tutti i giorni. E nonostante questo,
chi dirige la sanità nel Lazio (Zingaretti in testa) preferisce
assecondare gli appetiti del profitto. Per questo riteniamo che solo
attraverso una radicato e diffuso conflitto popolare nei territori
sarà possibile conquistare una sanità pubblica, gratuita,
universale e umanizzata.
La
manifestazione di oggi alla Regione Lazio era già nella sua
costruzione una punto di passaggio per il rilancio delle lotte. In
questo senso la nostra valutazione è molto positiva per la numerosa
e articolata partecipazione.
La
manifestazione di oggi non è che un inizio. Per decidere insieme le
prossime iniziative ci vediamo giovedì
2 luglio alle ore 17 all’occupazione abitativa di via delle
province 198.
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