venerdì 26 giugno 2020

27 giugno - DESENZANO: “DIFENDIAMO LA SANITA’ PUBBLICA! CONTE E FONTANA DIMETTETEVI!”


“Difendiamo la sanità pubblica! Conte e Fontana dimettetevi!”. Con queste parole d’ordine è stato lanciato un presidio in programma domenica 28 giugno alle ore 15 in Piazza Malvezzi a Desenzano del Garda. Promuovono l’iniziativa “Cittadini e Cittadine in difesa della sanità pubblica”, un gruppo che raccoglie diversi attivisti del territorio e singoli non legati a forze politiche.
Ieri, giovedì 25 giugno, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. La registrazione degli interventi.
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 L’epidemia di Covid-19 è stata un’emergenza epocale, che ha riportato al centro del dibattito politico i temi del Servizio Sanitario Nazionale e l’insostenibilità del modello lombardo. Premesso che la diffusione del nuovo coronavirus è stato un evento oggettivamente complesso, il cui tragico impatto non era del tutto evitabile, la sanità pubblica si è trovata ad affrontare una sfida enorme indebolita da anni di definanziamento. Secondo le stime della Fondazione Gimbe, infatti, nello scorso decennio sono mancati 37 miliardi di euro al SSN con la conseguente perdita di oltre 70.000 posti letto e nella chiusura di 359 reparti. Inoltre da tempo le strutture ospedaliere sono alle prese con una carenza cronica di personale, che depotenzia il servizio e rende le condizioni di lavoro estremamente pesanti. A questo quadro generale si sono aggiunte le pesanti criticità del modello lombardo, caratterizzato dalla crescita della sanità privata a scapito del pubblico e dalla demolizione della medicina territoriale. Ad esempio con l’ultima riforma regionale del 2015 le strutture territoriali sono passate da 15 (Asl) a 8 (Ats) ed è stata proprio l’assenza di presidi medici sul territorio a limitare l’attività di igiene pubblica, rendendo più difficile la lotta al contagio.Queste scelte politiche hanno radici profonde. Il Servizio Sanitario Nazionale, grande conquista delle lotte degli anni 60′-’70, è da decenni sotto attacco e la logica alla base dell’erosione dei servizi medici è tutta interna a quella dell’economia di mercato, che pone al centro il profitto privato a scapito dell’interesse collettivo. Difendere il SSN significa garantire il diritto alla salute e sottrarlo alla mercificazione.
Ora più che mai, di fronte alla pandemia di nuovo coronavirus, dobbiamo scendere in piazza per RIVENDICARE UNA SANITA’ GRATUITA E ACCESSIBILE A TUTTI E TUTTE.Ai limiti strutturali di una rete sanitaria da tempo sotto attacco, si aggiungono le gravi responsabilità politiche nella gestione dell’emergenza Covid-19 da parte del Governo Conte e di Regione Lombardia. La mancata istituzione delle zone rosse nei focolai di Alzano Lombardo e Nembro per difendere gli interessi di Confindustria (nel bresciano abbiamo avuto il caso di Orzinuovi). La strage nelle RSA con la decisione di utilizzare le strutture per anziani come luoghi di degenza dei malati Covid, esponendo al contagio e alla morte la parte di popolazione più esposta agli effetti della malattia. L’avere permesso che migliaia di imprese continuassero a operare, obbligando tantissimi lavoratori e lavoratrici a spostarsi e diffondere il contagio, solo per tutelare i guadagni delle grandi industrie. Per non dimenticare il mancato aggiornamento del piano pandemico fermo al 2010. Non contenti di tutto questo l’amministrazione lombarda ha deciso di scaricare i costi dei test (tamponi e sierologici) sui cittadini e le cittadine, lasciando ai privati questa importante funzione di controllo sanitario. Chi amministra ha delle gravissime responsabilità e per tale ragione dobbiamo mobilitarci per pretendere le DIMISSIONI DELLA GIUNTA FONTANA E DEL GOVERNO.
La sanità va ripensata su basi completamente nuove: fermare i processi di privatizzazione, liberare le strutture sanitarie dal sistema manageriale, che ha subordinato la figura dei dirigenti alle nomine politiche a scapito del merito, fino all’esigenza di una maggiore democratizzazione e controllo locale del Servizio Sanitario, la cui direzione è stato sottratta da parte dei comuni a partire dagli anni ’90 con l’abolizione delle assemblee generali delle USL. Serve una sanità pubblica, gestita democraticamente, fuori da qualsiasi logica aziendale.

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