martedì 24 marzo 2015

24 marzo: PROCESSO ILVA E DICHIARAZIONE DI INSOLVENZA - COPRE LA TRUFFA DI RIVA



Il decreto Renzi ha dichiarato lo stato di insolvenza di Ilva spa, mettendola in amministrazione straordinaria e di fatto in uno stato di fallimento verso tutti i creditori.
Questo è stata la base per cui nel processo Ilva, il Gup Gilli ha escluso Ilva spa dai risarcimenti verso le parti civili.
MA QUALI CONTI (VOLUTAMENTE) IL GOVERNO HA FATTO?
E' evidente che il decreto si è voluto fermare alla mera fotografia delle casse attuali dell'Ilva spa, di ciò che appare in superficie e risulta ufficiale.

MA TUTTI SANNO BENE CHE I VERI SOLDI SONO STATI NASCOSTI NEI PARADISI FISCALI!
Riva attraverso operazioni societarie di vera e propria truffa, ha svuotato l'Ilva e riempito le casse nei paradisi fiscali di quei profitti fatti sullo sfruttamento e anche sul sangue degli operai dell'Ilva.
Lo scopo, evidente, è stato di salvare l'Ilva e i Riva, e rispondere così con un altro attacco provocatorio ai lavoratori e alle masse popolari di Taranto.
QUINDI LA DICHIARAZIONE DI INSOLVENZA DELL'ILVA COPRE QUESTA TRUFFA DI RIVA ED E' ESSA STESSA UNA TRUFFA!
Truffa che va denunciata, contrastata in tutte le forme, a partire dal processo! Perchè l'Ilva e i Riva paghino!!

SLAI COBAS per il sindacato di classe
TA. 23.3.15

Su questo riportiamo uno stralcio chiarificatore della politica dei Riva dal Dossier "L'impero economico della famiglia Riva", fatto dallo Slai cobas per il sindacato di classe.

"...Alla fine del 2012, in piena bufera giudiziaria, le società lussemburghesi dei Riva sono state oggetto di alcune operazioni che hanno modificato l’assetto del controllo dell’Ilva...
Il 26 luglio ‘12 - l’acciaieria di Taranto viene sequestrata e il fondatore del gruppo, l’ottantaseienne Emilio, finisce agli arresti domiciliari. Lo stesso provvedimento tocca al figlio Nicola e a sei dirigenti…
Proprio quel giorno, il 26 luglio, nelle stanze ovattate di uno studio notarile lussemburghese, prende il via il progetto di fusione fra la StahlbeteiliGungen Holding e la Parfinex, una società lussemburghese dei Riva...
Il 5 ottobre 2012 in Lussemburgo, prende il via lo scorporo dalla Stahlbeteili Gungen Holding del 25,38% dell’Ilva che viene conferito alla Siderlux, l’altra società controllata al 100% da Riva fire. Mentre nella Stahlbeteili Gungen restano soprattutto le attività estere dei Riva.
Il 17 ottobre 2012 - l’assemblea di Riva Fire sancisce la cessione del ramo di azienda che produce e commercializza i prodotti lunghi a favore della controllata Riva Forni Elettrici, a cui peraltro passano anche riserve per 320,6 milioni di euro di Riva Fire. A quest’ultima resta, quindi, il business dei laminati piani a freddo e a caldo. Ma nella Parfinex c’erano soldi dell’Ilva!
Infatti tra il 1996 e il 1997 600 milioni di dollari sono spostati dall’Ilva alla controllata lussemburghese Parfinex. Nel 1996 Parfinex viene ricapitalizzata con 98 milioni di dollari provenienti dall’Ilva International Spa e l’anno successivo altri quattro aumenti di capitale
a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro trasferiscono ulteriori 500 milioni dall’Ilva...
Inoltre. Le società lussemburghesi del gruppo (Ilva International SA, Stahlbeteiligungen Holding, Utia e Parfinex) non hanno dipendenti e da alcuni primi indizi risulterebbero gestite dall’Italia: si tratta quindi di società fasulle, esterovestite, utili solo per le conseguenze fiscali...
...(e) a nascondere i veri profitti fatti sullo sfruttamento degli operai dell’Ilva!...
...Dunque, l’Ilva è controllata per l’87% del capitale dalla Riva Fire, la quale, risalendo negli intrecci delle società, è posseduta per il 39,9% dalla Luxpack di Curaçao attraverso le società lussemburghesi e la holding olandese. Ma a chi è intestato il restante pacchetto del 60,1% della Riva Fire? Dietro c’è sempre la famiglia milanese, ma la proprietà è stata schermata da una società fiduciaria...".

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