INTERVISTA AD UN OPERAIO DELL’ILVA
Com'è la situazione ora all'Ilva?
Io sto nella zona
rivestimenti nell'area tubifici. Qui è tutto fermo, e non ci sono immediate
prospettive di ripresa a breve del lavoro. Anzi col fermo dell'Afo 5, si
dovrebbe fermare l'Acc 1 e una linea dell'agglomerato. L'area tubificio era già
ferma non per questione di crisi, di mercato, ma per una questione di scarsa
qualità del prodotti dell'Ilva. Già la linea Riva era quella più della quantità
che della qualità, poi col mancato reperimento di materiali e per problemi di
scarsità di fondi la qualità è diventata scadente e l'Ilva ha perso fette di
mercato. Poi un'azienda non si gestisce da Roma, quindi possono fare tutti i
decreti che vogliono, ma la situazione dell'Ilva resta molto critica. Nel mio
reparto siamo da novembre in Contratto di Solidarietà, il Tubificio è da
ottobre.
Quanto perdi sul
salario con il Contratto di Solidarietà?
Se faccio 15 gg di
solidarietà perdo circa 200 euro.
In generale, come
viene gestito il CdS?
Vengono tutelati
maggiormente gli impiegati. Solo in questa settimana sono stati messi in CdS
nel mio reparto 2 o 3 impiegati. Gli operai vedono questo come una
discriminazione nei loro confronti. Nel tubificio 2 c'è gente a casa da ottobre
mentre gli impiegati sono stati sistemati in altre realtà lavorative. C'è anche
una spaccatura, tra reparti che non vengono toccati dalla solidarietà e gli
altri reparti in cui invece la solidarietà è alta. E' come se all'interno
dell'Ilva ci fossero due aziende nella stessa azienda, che si unisce alla
"vecchia separazione" tra area a freddo dove ci sono i contratti di
solidarietà e area a caldo dove si continua fare straordinario.
Come è la situazione
sul fronte della sicurezza, è peggiorata?
In generale la
questione della sicurezza è peggiorata perchè la manutenzione è diminuita, i
pezzi di ricambio non ci sono. L'unica cosa che salva dall'incidente è che ora
si è determinata un contrasto tra direzione e capi e tutti i responsabili
evitano di prendere decisioni circa l'attività, alzano le mani. All'interno
dell'Ilva, infatti, tutti capi si sentono come se avessero perso la tutela
legale da parte dell'azienda. Questo soprattutto dopo una recente sentenza per
un infortunio mortale in cui due capi sono stati chiamati anche a pagare i
danni: 100mila uno, 50mila l'altro. E l'azienda ha alzato le mani. Ora nessun
capo vuole prendere decisioni in Ilva.
Qual'è il vostro
giudizio sul decreto?
Sul decreto il nostro
giudizio è nero. Noi pensiamo che con l'arrivo degli newco succederà quello che
è successo in Alitalia, tanti esuberi, ridimensionamento impiantistico, non
rimarranno in marcia tutti gli altoforni. Temiamo che gli esuberi saranno
quanto i numeri della solidarietà. L'Afo 5 è stato chiuso perchè l'impianto era
fortemente a rischio. Ma io ho forti dubbi che ad agosto riprende a marciare
l'Afo 1, mancano ancora dei pezzi di ricambio. Di fatto queste fermate possono
anticipare quel ridimensionamento impiantistico. Comunque c'è da dire che non è
vero che la fermata dell'Afo 5 è relativa ai lavori dell'Aia, si tratta di
lavori che comunque andavano fatti per la manutenzione programmata negli anni.
Che stanno facendo i
sindacati confederali in fabbrica?
Assemblee zero da parte
dei sindacati. I lavoratori non sono informati di niente. Hanno dovuto
accettare supinamente l'accordo. Si vigila poco per le turnazioni della
solidarietà. Vanno a firmare gli accordi senza consultare i lavoratori. L'Usb
rispetto alle altre è più vicina ai lavoratori. Fa più informazione con
volantini. Cercò anche di indire uno sciopero "ad oltranza", ma la
risposta è stata bassissima.
Come viene visto il
processo Ilva?
Rispetto al processo se
ne parla poco, dopo il decreto vi è una specie di rassegnazione alle
ingiustizie. Non si pone tra gli operai la questione di nuove costituzione di
parte civile, anzi dopo il decreto, a chi si era costituito alcuni dicevano:
vedi il governo tutela sempre i più forti... Unica cosa che è cambiata, è che
ora c'è la percezione del pericolo della perdita dei posti di lavoro. Ma io
penso che, a prescindere dai risarcimenti, il processo deve dare un segnale
politico.
Cosa bisogna fare
per cambiare il clima in fabbrica?
Avere più di qualcuno
in fabbrica, in ogni area, in ogni reparto, che come una goccia, giorno per
giorno, parlando in concreto sugli effetti del decreto, sul processo, smuova la
situazione.
DA SLAI COBAS per il sindacato di classe
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