DIFENDIAMO
IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
VIAREGGIO
il 27 MARZO 2015 ore 14.00
Croce
Verde, via Giuseppe Garibaldi 171
ASSEMBLEA PUBBLICA
APERTA AGLI UTENTI E A TUTTI I LAVORATORI
Il Trasporto Pubblico
Locale ha subito negli ultimi anni drastici cali di investimenti pubblici e
processi di privatizzazione che cancellano le aspettative dei lavoratori e
peggiorano il servizio offerto all’utenza.
Per i lavoratori, a causa di manovre funzionali al massimo ribasso del costo del lavoro, come la vendita di aziende ai privati, i fallimenti pilotati, i cambi di appalto, la disdetta degli accordi integrativi, si è consumata in questi anni una vergognosa mattanza di diritti.
Parallelamente sono diminuite anche tutele e garanzie, infatti le clausole sociali che garantiscono la riassunzione di tutti i lavoratori e il mantenimento dei diritti contrattuali, nel caso che una diversa azienda si aggiudichi la gara, non sono sempre assicurate.
Persino gli investimenti sulla sicurezza e sull’efficienza dei mezzi vengono subordinati agli obbiettivi di profitto, causando disagi e aumento dei rischi per lavoratori e d utenti.
Inoltre in caso di cambio di appalto lavoratori rischiano di essere considerati nuovi assunti, rientrando nella disciplina del contratto a "Tutele crescenti” (ossia zero per i primi anni) approvato con il Jobs Act del governo Renzi.
Le prossime scadenze contrattuali e di appalto, rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione, come dimostra il nuovo contratto Busitalia, concordato dai sindacati di regime con il monopolista FS, che determina per migliaia di lavoratori un drastico aumento dei massimali orari, della flessibilità e dello sfruttamento; segnando un modello al ribasso per i prossimi rinnovi contrattuali e i nuovi bandi di gara, sia per il TPL su gomma che per il Trasporto Ferroviario Regionale.
La deriva privatista del Trasporto Pubblico Locale insegue il profitto tramite il taglio indiscriminato dei costi di gestione, senza apportare nessuno dei benefici promessi agli utenti, che invece vedono peggiorare e diminuire drasticamente i servizi, a fronte di considerevoli aumenti delle tariffe.
Per i lavoratori, a causa di manovre funzionali al massimo ribasso del costo del lavoro, come la vendita di aziende ai privati, i fallimenti pilotati, i cambi di appalto, la disdetta degli accordi integrativi, si è consumata in questi anni una vergognosa mattanza di diritti.
Parallelamente sono diminuite anche tutele e garanzie, infatti le clausole sociali che garantiscono la riassunzione di tutti i lavoratori e il mantenimento dei diritti contrattuali, nel caso che una diversa azienda si aggiudichi la gara, non sono sempre assicurate.
Persino gli investimenti sulla sicurezza e sull’efficienza dei mezzi vengono subordinati agli obbiettivi di profitto, causando disagi e aumento dei rischi per lavoratori e d utenti.
Inoltre in caso di cambio di appalto lavoratori rischiano di essere considerati nuovi assunti, rientrando nella disciplina del contratto a "Tutele crescenti” (ossia zero per i primi anni) approvato con il Jobs Act del governo Renzi.
Le prossime scadenze contrattuali e di appalto, rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione, come dimostra il nuovo contratto Busitalia, concordato dai sindacati di regime con il monopolista FS, che determina per migliaia di lavoratori un drastico aumento dei massimali orari, della flessibilità e dello sfruttamento; segnando un modello al ribasso per i prossimi rinnovi contrattuali e i nuovi bandi di gara, sia per il TPL su gomma che per il Trasporto Ferroviario Regionale.
La deriva privatista del Trasporto Pubblico Locale insegue il profitto tramite il taglio indiscriminato dei costi di gestione, senza apportare nessuno dei benefici promessi agli utenti, che invece vedono peggiorare e diminuire drasticamente i servizi, a fronte di considerevoli aumenti delle tariffe.
SLAI COBAS TPL, CUB TRASPORTI, COBAS LAVORO PRIVATO
Uno dei principali assi di intervento del Governo Renzi sono le
privatizzazioni di tutti i servizi pubblici che ancora rimangono nelle mani
dello stato o degli enti locali. Il famigerato Piano Cottarelli prevede che il
90% del residuo patrimonio pubblico venga ceduto totalmente o in quote a
soggetti privati. Molto di quel patrimonio corrisponde ai servizi locali di
trasporto, raccolta rifiuti, manutenzione, istruzione, sanità etc… In tutto
questo una grande mano al progetto di privatizzazione arriva dagli enti locali
che continuano a tagliare sui servizi, aumentano le tariffe e continuano a
nominare manager corrotti e incapaci creando situazioni di disagio economico e
nel servizio per giustificare le privatizzazioni. Eppure basterebbe osservare
con un minimo di attenzione il risultato delle privatizzazioni (vere o
mascherate come nel caso di ferrovie e poste) degli ultimi anni per capire che
questa politica ha portato sempre ad una diminuzione delle tutele di chi
lavora, disservizi ed aumenti delle tariffe. Si arriva al paradosso che gli
enti pubblici continuano a sovvenzionare aziende i cui utili sono a vantaggio
di privati per salvarle o per cercare di diminuire alcune tariffe.
Da qualsiasi parte la si veda, la privatizzazione è un affare solo per i
padroni e per le banche, una iattura per cittadini e lavoratori e non comporta
nessun beneficio economico di lunga durata per lo Stato o per gli enti locali. L’unica
reale necessità di privatizzare è legata alle direttive dell’Unione Europea che
periodicamente emana diktat in cui impone queste politiche ai paesi cosiddetti
“meno virtuosi”. Il referendum del 2011, finito velocemente nel cassetto dei
ricordi, avrebbe dovuto porre un freno ai progetti di privatizzazione ma,
passata la felice stagione referendaria, non è stato ripubblicizzato nulla e si
prospetta una nuova ondata di svendite del patrimonio comune dei cittadini. Noi
pensiamo che questi progetti vadano totalmente abbandonati ma,
contemporaneamente, diciamo no alle società partecipate gestite come enti
privati da manager strapagati ed inefficienti. Oggi le condizioni di lavoro in
questi settori peggiorano per tutti, non solo per i dipendenti diretti ma anche
per i precari e per gli addetti delle cooperative esterne a cui sono stati
appaltati molti servizi. Pensiamo che le aziende pubbliche debbano essere
controllate da chi ci lavora. I dirigenti devono essere eletti non dalla
politica ma dai lavoratori che li devono poter revocare in ogni momento. Per un
trasporto gratuito per chi lavora,cerca un lavoro, studia,soffre la crisi… Contemporaneamente
pensiamo che il problema debba essere affrontato dall’intera popolazione che si
deve fare carico di un servizio indispensabile per tutti. In questi anni
abbiamo visto il lievitare delle tariffe dai trasporti ai rifiuti. Questi soldi
vengono strappati ai cittadini colpiti dalla crisi e vengono spesso utilizzati
in sprechi o in malversazioni. Le stesse leggi dello Stato sono state costruite
apposta per scaricare i costi della crisi sulle fasce più deboli: ad esempio la
legge sui trasporti prevede che una alta percentuale del costo sia a carico
degli utenti. Chiunque usi giornalmente tram, metropolitane o autobus può
notare come siano frequentati per lo più da lavoratori a basso reddito,
studenti e pensionati. Mentre le fasce più abbienti intasano i centri urbani
con le loro macchine sempre più ingombranti, i proletari sono costretti a
pagare biglietti costosissimi in mezzi spesso fatiscenti e sempre più rari. Per
questo pensiamo che occorra totalmente ribaltare le politiche sul trasporto
pubblico imponendo un punto di vista totalmente diverso. Si parla continuamente
(a volte anche a sproposito) di beni comuni: accettando questa definizione ci
chiediamo perché un bene fondamentale per le città come il trasporto debba
essere pagato solo da chi lo usa. I trasporti devono essere pagati da tutti in
base al reddito. Spulciando i bilanci si nota come la sostituzione della quota
dei biglietti a bilancio con una tassa progressiva sui redditi medio alti,
consentirebbe di avere bilanci in ordine e servizi gratuiti per i lavoratori,
gli studenti e i pensionati a reddito medio e basso. Inoltre, come già accade
ad esempio in Francia, si dovrebbero obbligare le imprese e i centri
commerciali che non sopravviverebbero senza trasporto pubblico a finanziare le
aziende pubbliche. I costi delle tariffe sono una sottrazione di salario individuale.
Spesso siamo costretti a lunghi viaggi costosi e sempre più difficili. Le
nostre città sono sempre più caotiche e invivibili. Un servizio di trasporto
pubblico efficiente e poco costoso è un guadagno per tutta la comunità.
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