lunedì 5 dicembre 2016

4 dicembre - Licenziamenti AGNESI



18 persone su 100 ricollocate, tutti gli altri saranno disoccupati
Agnesi, tutto fatto per i licenziamenti. Capacci sotto accusa: "Siamo schifati"
venerdì 02 dicembre 2016

Una manciata di dipendenti ha accettato di trasferirsi a Fossano, in provincia di Cuneo. Gli altri a spasso, perché la pasta a Imperia non si farà più. Lo stabilimento, forse, diventerà un museo della pasta.

IMPERIA - Ora è finita per davvero. Con la firma dei verbali di conciliazione si mette la ceralacca sulla pratica dei licenziamenti in Agnesi. Tutte le lettere sono state consegnate.
Una manciata di dipendenti ha accettato di trasferirsi a Fossano, in provincia di Cuneo. Gli altri a spasso, perché la pasta a Imperia non si farà più. Lo stabilimento, forse, diventerà un museo della pasta e comunque sarebbe necessario superare il vincolo di destinazione d'uso: lo ha annunciato il sindaco Capacci proprio durante gli ultimi colloqui mandando su tutte le furie sindacalisti e lavoratori. “Che brutta figura” è il mugugno più gentile.
L’amministrazione non ci ha mai voluto. Si prendano la responsabilità di occuparci in qualche modo. Al McDonald ci vanno i ragazzini, noi non ci prendono”, si sfoga un lavoratore. Di cento addetti in fabbrica, 15 se ne andranno nello stabilimento Colussi di Fossano, appena 3 passeranno a Plin e tutti gli altri entreranno in Naspi (sostegno di disoccupazione) a partire dal 2 gennaio. Un finale già scritto, che i lavoratori hanno provato a cambiare fino all’ultimo. Tutto inutile. “Ci sorprende soprattutto il sindaco Capacci che dichiara il cambio di destinazione d’uso proprio oggi. Una dichiarazione fuori luogo che fa il male di tutti i lavoratori. Siamo schifati, doveva aiutarci prima. Non ha fatto una bella figura”. Nessuno sconto nemmeno dai sindacati. Gigi Lazzarini della Cisl imperiese: Poteva risparmiarselo. Sono state bocciate due mozioni per non cambiare destinazione d’uso, una terza era stata approvata. Lui, col morto ancora caldo, cerca di cambiare le cose. Il museo? Una favola che non vedremo mai. Al quinto piano, dove non si vedranno nemmeno i macchinari, mi sembra una proposta folle”. Il futuro è fosco. “I lavoratori non sono innamorati della busta paga di Colussi – dice Giovanni Trebini di Cgil Imperia – ma sono preoccupati perché non c’è lavoro. Inutile cercarlo, si consumano le suole delle scarpe. Il lavoro qui non c’è”. Quasi duecento anni di storia non hanno salvato Agnesi e le sue maestranze. Il marchio resterà, ma non in via Schiva. Forse la pasta non cambierà sapore. Ma a Imperia rimarrà a lungo l’amaro in bocca.

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