venerdì 6 gennaio 2017

4 gennaio - Fabbriche e posti di lavoro a rischio vita ovunque



Giovane operaio immigrato  schiacciato contro un pilastro dal trattore in un allevamento a Caraglio.
E’ fuori pericolo J. E., 26 anni, dipendente dell’allevamento di bufale «Moris» di frazione Palazzasso a Caraglio e coinvolto in un incidente sul lavoro ieri (martedì 3 gennaio), poco dopo le 16,30. Secondo una prima ricostruzione, il giovane - di origine romena, ma da tanti anni in Italia - stava distribuendo cibo agli animali con il trattore quando è sceso dal mezzo per controllare qualcosa. Il veicolo ha però iniziato a muoversi in retromarcia e la ruota posteriore ha schiacciato l’operaio contro un pilastro della grande stalla. In quel momento J. E. era solo, ma è riuscito a liberarsi e contattare con il cellulare il suo datore di lavoro. Quest’ultimo è subito accorso con altri dipendenti. Poi l’arrivo dell’ambulanza del 118 e il trasporto d’urgenza all’ospedale Santa Croce, dove il giovane è ricoverato con un grave trauma all’addome che non avrebbe, però compromesso gli organi interni. Nell’allevamento di Caraglio sono intervenuti anche i carabinieri e i tecnici dello Spresal per i rilievi.

L’età media delle vittime cuneesi è 55 anni, il più anziano ne aveva 77

Si chiamava Federico Depretis, aveva vent’anni, ed è morto il 31 marzo 2016 cadendo da un dirupo mentre guidava un’escavatrice a Bagnolo Piemonte. Il suo nome compare nell’elenco dei «caduti sul
lavoro» stilato dall’Anmil: risulta il più giovane dei morti sul lavoro in provincia di Cuneo nell’anno appena trascorso. L’Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro ha una sezione, sul proprio sito web, dedicata a chi ha perso la vita lavorando e l’ha intitolata «non statistiche ma storie».
Le persone che hanno perso la vita in Granda, da gennaio a novembre 2016, mentre svolgevano un’occupazione sono 18, tre in più del 2015, variazione che ha fatto schizzare più in alto nella triste classifica nazionale, la provincia di Cuneo, passata dal ventiduesimo al decimo posto. Secondo uno studio dell’Osservatorio della Vega Engineering che ogni anno, come Anmil, pubblica i dati sulle morti, cosiddette, «bianche», l’Emilia Romagna è la regione in cui si muore di più.
Mettendo in ordine i dati in base al numero di «caduti» in rapporto agli occupati la Granda è decima con 18 morti su 257.067 occupati. Prima è l’Ogliastra con 2 persone decedute su 18.259 lavoratori. Seguono Rieti, Matera, Foggia, Massa Carrara, e Campobasso, Barletta, Ferrara e Enna. Soltanto un’altra provincia del Piemonte e del Nord Italia è così in alto come Cuneo, si tratta di Asti, all’undicesimo posto con 6 deceduti su 88.945 occupati. Torino è all’84°posto con 19 morti su 921.397 occupati. Tra i più giovani dei 18 morti che i dati riportano c’è il trentasettenne Enrico Beoletto, travolto da un muletto mentre lavorava in un’azienda specializzata nella raccolta rifiuti a Revello. Aveva 49 anni Luigi Giulio Isonni, che ha perso la vita il 15 marzo. Era dipendente di un’azienda agricola di Montanera: cadde da una scala e venne investito da una trave di ferro. L’età media dei 18 morti nel Cuneese è 55 anni, il più anziano ne aveva 77. È presente solo una donna, italiana, 50 anni e solo uno tra i morti (uomo, 46 anni) è straniero.
CIFRE IN CONTROTENDENZA
Quanto ai settori in cui sono avvenuti gli infortuni mortali, secondo i dati riportati dall’Inail, dieci sono «non classificati» mentre, per gli altri lavoravano in costruzioni (2), turismo (2), commercio e riparazione veicoli (1), sanità (1), estrazione cave (1) e settore pubblico (1).
Complessivamente le morti bianche nel nostro Paese, nel 2016, sono state 935. Il numero di infortuni mortali è in calo a livello nazionale. La provincia di Cuneo, invece, è in netta controtendenza se si considera che i morti sul lavoro nel 2010 furono 9 su un numero di occupati (266.833) superiore a quello di oggi. Secondo l’osservatorio Anmil a livello italiano: nel 2016 si rileva un incremento delle denunce di infortuni di circa 5200 unità, pari a più 0,9 %. 

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