Parlano gli
operai ILVA
"Siamo
sempre ad applaudire uno di noi quando esce in una bara dalla chiesa, alla fine
l'ultimo si batterà le mani da solo"
"La verità è che alcuni di noi
non hanno ancora fatto gli accertamenti perchè hanno paura di ricevere brutte
notizie "
"Alla
visita annuale il medico ci ha fatto qualche palpazione, ci ha toccato il collo
con le dita per sentire se avevamo dei noduli. secondo te questo è
sufficiente?"
"La verità è che quell'officina
prima era un deposito di bramme ed è stata riadattata per diventare un reparto
carpenteria e, sopratutto, si trova sottovento quindi tutte le emissioni degli
impianti, quando c'è lo scirocco arrivano da noi"
Nicola Darcante, 39 anni, malato alla tiroide come altri suoi colleghi dello stesso reparto. Di tumore era morto anche il suocero... Centinaia di persone hanno ascoltato l'omelia di don Angelo, nella chiesa 'Gesù Divin Lavoratore' del rione Tamburi di Taranto durante i funerali di Nicola Darcante, di 39 anni, operaio che lavorava nel reparto officina centrale di manutenzione-carpenteria dell'Ilva, morto giovedì notte per un carcinoma alla tiroide. "Risurrezione? Anche il nostro quartiere deve risorgere".
Un altro operaio Ilva morto
di
tumore, ma per Bondi non
c'è
nulla da bonificare
L'altra notte è morto l'operaio dell'Ilva Nicola Darcante. Lavorava all'ex Pla1, l'officina dove almeno 13 sono ammalati di tumore. Aveva 39 anni. Per questo operaio, come per Stefano Delliponti, gli operai avevano firmato per dare una parte del loro salario a Nicola per curarsi. Ma come è successo per Stefano, anche per Nicola purtroppo la solidarietà operaianon è servita a farli continuare a vivere. Ora altri 13 operai dello stesso reparto - quelli accertati... - rischiano di morire. Nel rivolgere le condoglianze alla famiglia e ai compagni di lavoro, dobbiamo dire che purtroppo, per quanto lodevoli sono le iniziative, non è una grande raccolta di firme e soldi che può contrastare questo rischio. All'Ilva continua, nonostante parole e promesse la morte, il pericolo di malattia, morte,e di infortuni. A questo il rimedio è l'opposizione costante agli impianti e reparti nocivi, denunciareogni minimo rischio; pretendere dagli Enti che i controllori controllino, andarli a "strappare"dai loro comodi uffici; come andare a prendere e trascinare nei reparti quegli Rsu e Rls Ilvache col loro immobilismo (o, a volte, anche complicità) favoriscono lo stato di cose esistenti... Che dire di fronte a questa altra vita strappata ai familiari del cinismo arrogante di Bondi e dei suoi legali che hanno chiesto che Taranto non sia considerata zona da bonificare!? Una cosa vergognosa! che appare logica da chi quando si è insediato ha dettoche la colpa dei tumori a Taranto sono le sigarette...! Ma questi è l'amministratoredelegato di RIVA, divenuto per iniziativa del governo e del parlamento commissario governativo! Abbiamo chiesto subito che Bondi non fosse insediato, abbiamo chiamato inutilmente operai e cittadini a protestare contro questo. Bondi, sta usando i ricatti di cui è esperto, non per fare bonifiche – che dalle dichiarazioni dei suoi legali è evidente che non vuole fare perchè ritiene non necessario fare, ma per una ristrutturazione e ammodernamento con esuberi, per riconsegnare la fabbrica ai RIVA o altri padroni che continueranno a fare profitti sulla pelle dei lavoratori e della città! Facciamo appello a una immediata mobilitazione della fabbrica e della città! Facciamo sì una grande catena di solidarietà operaia, ma per unire tutti i reparti, per fermarsi! E una catena che unisca fabbrica e città per imporre la tutela della vita, della salute e del lavoro 16.5.14 SLAI COBAS per il sindacato di classe Ilva – Taranto v. Rintone, 22 Taranto – slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – T/F 0994792086 |
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