che vedono a rischio lavoro e salario, per non parlare
della salute e sicurezza in cui la situazione va sempre peggio.
Bondi, Ronchi, Federacciai, dirigenti sindacali
confederali si passano da giorni la palla su chi deve intervenire, su chi deve
tirare fuori i soldi per gestire in emergenza lo stabilimento, in un gioco
delle parti che non fa prevedere niente di buono. Tutti ora si rivolgono al
governo del "fenomeno" Renzi perché risolva le emergenze e garantisca
il futuro. Tutti sono pronti ad utilizzare gli operai come massa di manovra a
loro sostegno.
Il piano ambientale e il piano industriale presentato
da Bondi non hanno nessun futuro, ciò che resta in campo sono solo
ristrutturazioni e tagli anticipati contenuti finora dai CdS.
Lo Slai cobas non ha dato mai alcuna credibilità
all'azienda commissariata e al commissario, prima nominato da Riva, poi
nominato dal governo e ora non si sa bene nominato da chi.
Padron Riva è tornato a far sentire la sua voce, incarnato
dal figlio Claudio, dal nipote Cesare..., per ribadire che lui la sua parte di
soldi li mette ma non adesso, non da solo e soprattutto non in queste
condizioni: processo, ecc.
Gli operai non possono inseguire il
"tiki-taka". Gli operai devono porre con forza i propri interessi, di
difesa del salario, di posti di lavoro, di sicurezza, salute per se e tutti i
cittadini.
Lo Slai Cobas invita i lavoratori a rivendicare
nell'emergenza un 'decreto operaio' che sancisca anche per legge:
- che nessun operaio dell'Ilva e dell'indotto venga
licenziato,
- che il salario sia garantito anche attraverso il
pieno utilizzo dei lavoratori nelle operazioni di bonifica e ambientalizzazione
della fabbrica,
- che la sicurezza e le condizioni di lavoro vengano
garantite, in una situazione complessa come quella attuale di produzione e
ambientalizzazione, attraverso un rafforzamento dei poteri di controllo in
fabbrica con una postazione ispettiva permanente, con una modifica e un aumento
dei poteri degli RLS liberamente eletti fuori dalle liste sindacali,
- che venga presa una misura di emergenza di
prepensionamento massiccio dei lavoratori connessa sia alla condizione
siderurgica sia alla tutela della salute in una situazione già documentata che
richiede comunque una minore permanenza degli operai sugli impianti e degli
anni di permanenza degli operai nello stabilimento: riduzione di orario a
parità di paga e 20/25 anni bastano sono la risposta urgente e necessaria alla
situazione.
Sul piano cittadino gli operai devono essere anche
loro a rivendicare l'effettiva bonifica del quartiere Tamburi, del cimitero e
di tutte le parti del territorio seriamente danneggiate. I soldi messi sono
pochi e i lavori sono a zero. Ci vogliono molti più soldi, presi dai Riva e
integrati dallo Stato; ci vogliono tempi più rapidi che richiedono la messa al
lavoro di almeno un migliaio di disoccupati per unire bonifiche e lavoro.
Questa va unita alle iniziative già in corso del rischio sanitario e
dell'emergenza salute.
NO A SCIOPERI PILOTATI A FAVORE DEL PADRONE
SI A UNA MOBILITAZIONE GENERALE IN FABBRICA E IN
CITTA'
TA 29.5.14
SLAI COBAS per il sindacato di classe
leggi blog tarantocontro
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